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today Expodental Meeting Rimini, 2016

24 Expodental Meeting • Rimini In pieno svolgimento l’offensiva mediatica sulla parodontite: questi i primi risultati L’ultimo Congresso nazionale della SIdP, svoltosi al Lingotto di Torino dal 17 al 19 marzo, si era concluso con l’annuncio di un’offensiva mediatica in favore della miglior conoscenza della parodontite (pior- rea), ben sapendo che, pur essendo una delle malattie più diffuse al mondo, altrettanto espansa è l’ignoranza rispetto alla sua effettiva serietà. Ad aggravare il problema, una certa frequenza di messaggi anche truffaldini dai quali la popolazione è disorientata, se si pensa che il 40% di coloro che ne sono affetti (ossia il 30% degli italiani) pensa di combatterla con “pannicelli caldi” (leggi collutori ed erbe medicinali). Di qui l’annuncio ufficiale di una “offensiva mediatica” sul nuovo portale web SIdP (www.gengive.org), per far sapere quel che è necessario (in 10 punti giudicati essenziali), e soprattutto attraverso le tre reti Rai, con messaggi agili e semplici, anticipati già al pubblico dell’Auditorium del Lingotto; messaggi incisivi e autorevoli, però, anche perché ben separati dagli altri di tipo commerciale. A varie settimane dall’avvio dell’“offensiva” vediamo i primi risultati con il presidente della SidP, dott. Claudio Gatti. A proposito di comunicazione, il 21 aprile scorso, da ANSA Salute, è stata pubblicata con grande risalto una notizia dedicata alla sesta malattia più diffusa al mondo, la parodontite che – dice il titolo ANSA – “colpisce 7 italiani su 10” e indica per la cura il “protocollo Perioblast”. Riportiamo di seguito la notizia testuale. A che punto è la campagna? Abbiamo dato avvio all’offensiva mediatica il giorno 8 aprile di quest’an- no: a UNO Mattina abbiamo parlato della parodontite e delle correlazioni pericolo- se fra questa e la salute generale delle persone. Due milioni di persone hanno visto la trasmissione, 150.000 hanno poi avuto un contatto con noi tramite Internet e oltre 40.000 persone hanno scaricato e rivisto il video su web. Un successo straordinario di buon auspicio per l’incipit della campagna. Il nostro progetto di comunicazione “GENGI- VE inFORMA” è ormai in piena fase di realizzazione: oltre 1500 comunicati in radio RAI dal 24 aprile al 2 luglio in cui vogliamo porre l’attenzione del pubblico sul sanguinamento gengivale, il primo sintomo della parodontite; avviata la campagna mediatica sul web: gengive. org, Facebook, Twitter; pronti i video per la comunicazione sociale da mettere in onda in televisione; pronti i comunicati stampa che verranno diffusi in occasio- ne della giornata europea di parodonto- logia il 12 maggio. Può entrare nei dettagli? Dove e con quale frequenza si articolano i messaggi? I comunicati radio saranno circa 1500, raggiungeremo per 15 volte il 50% della popolazione target del nostro messaggio (adulti di 35-64 anni): oltre 150 milioni di contatti complessivi. Una campagna veramente penetrante per puntare il dito sulle gengive che sangui- nano con messaggi della durata di 15 secondi: “Il sanguinamento è il primo segnale di malattia gengivale, la prin- cipale causa della perdita dei denti. Tu cosa fai per la salute delle tue gengive? Gengive.org per saperne di più (a cura della Società italiana di parodontologia e implantologia)”. C’è solo un tipo di messaggio o varia a seconda dell’emittente (e magari del pubblico)? Quello radiofonico sarà sempre lo stesso, almeno per questa prima fase della nostra campagna di comunica- zione. In seguito valuteremo se sarà possibile e utile variare i comunicati. Penso, ad esempio, a messaggi in cui si ponga l’attenzione ai rapporti che esistono fra parodontite e malattie di ordine generale, come il diabete. Forse è prematuro, ma ha già avuto qualche segnale di attenzione, soprattutto tra il pubblico? Monitoreremo attentamente il traf- fico su gengive.org e il prossimo anno replicheremo l’indagine nazionale su “Gli italiani e la parodontite” per veri- ficare se saremo stati in grado di influ- ire sulle conoscenze della popolazione e sulle loro abitudini. Per ora posso solo ricordare i 150.000 contatti sul web che abbiamo registrato in seguito alla prima comparsa in una trasmis- sione televisiva. Che cosa vi aspettate dalla platea degli ascoltatori (o dei telespettatori)? Maggior conoscenza e maggiore attenzione alla parodontite, la prin- cipale causa della perdita dei denti. Vogliamo poi essere utili alla popola- zione italiana per chiarire alcuni aspetti che stanno generando molta incertez- za. Ad esempio, sull’argomento relati- vo all’uso del laser in parodontologia. Sappiamo che i protocolli alternativi che usano il laser per trattare la paro- dontite sono stati molto studiati negli ultimi anni in diverse università e Pae- si e da gruppi di ricerca indipendenti senza conflitto d’interesse commer- ciale. L’utilizzo del laser come unica terapia comporta risultati che solo in alcuni lavori sarebbero simili alla tera- pia “classica”, ma con lo svantaggio di essere molto più costosa. Tutti gli studi fino ad oggi pubblicati concor- dano sul fatto che i benefici ottenuti non sono mai superiori alle procedure convenzionali e che il laser non deter- mina nessun vantaggio aggiuntivo, se usato in combinazione con la terapia convenzionale. Queste osservazioni sono condivise dai massimi esperti mondiali, sono state pubblicate sul- le migliori riviste di parodontologia e fanno parte delle linee guida interna- zionali per la cura della parodontite. È necessario che la popolazione lo sap- pia, per sgomberare il campo da tutti gli equivoci che certa pubblicità ha generato negli ultimi tempi! Che cosi si aspetta, invece, dalla platea dei colleghi dentisti, parodontologi e non? Maggiore attenzione alla parodontolo- gia. Un costante e attento uso delle più comuni e semplici metodiche di esame delle condizioni parodontali dei pazienti (PSR). Un più accurato e consapevole utilizzo dell’implantologia: togliere solo i denti che non hanno speranza di sal- vezza (e di solito sono pochi) e utilizzare l’implantologia solo per sostituire i denti mancanti, e solo dopo aver fatto dia- gnosi ed eventuale terapia della malat- tia parodontale, quando presente. Mai, dico mai, inserire impianti nel paziente ammalato di parodontite, se non ade- guatamente trattato. Se e quando potrete, lei come presidente e i suoi colleghi del Direttivo, dirvi soddisfatti degli esiti della campagna? Ne parleremo almeno fra un anno, quando avremo a disposizione i dati, dopo aver controllato l’esito della nostra campagna di educazione alla popolazio- ne con una nuova indagine su “Gli italia- ni e la parodontite”. Avete un primato virtuoso o le risultano altre iniziative similari nel mondo, visto che la malattia è così diffusa? Nell’ambito della EFP (Federazione Europea di Parodontologia) molte nostre società consorelle si occupano di infor- mare correttamente la popolazione. Il 12 maggio, appunto, sarà celebrata la giornata europea di parodontologia con molte iniziative in tutta Europa. Certo, noi italiani ce la stiamo mettendo tutta, e in questo le nostre iniziative stanno suscitando grande interesse in ambito europeo. m.boc Monito del presidente SIdP, Gatti: «Occorre cautela nell’interpretare la comunicazione, soprattutto se medico-scientifica» Parodotite per 7 italiani su 10: laser, microscopio operatorio e test biomolecolari per curarla Addio a bisturi e incisioni per curare la parodontite, conosciuta come pior- rea, un’infezione batterica che colpisce 7 italiani su 10 ed è considerata la sesta malattia più diffusa al mondo. Da non tra- scurare, perché se non curata adeguata- mente può portare alla caduta dei denti ed è correlata a malattie come diabete, osteoporosi, malattie cardiovascolari e infertilità, alcune malattie neurodegene- rative come l’Alzheimer e forme di tumore. Un protocollo detto Perioblast (Periodon- tal Bio Laser Assisted Therapy), grazie all’im- piego combinato di laser ad alta potenza, microscopio operatorio e test biomolecolari, si è mostrato in grado di curare tutte le forme di parodontite, indipen- dentemente dalla flora batterica, dalla predi- sposizione individuale, dagli stili di vita e dall’e- sperienza dell’opera- tore. È efficace anche nelle forme più aggres- sive e che non rispondo- no alle terapie. A metterlo a punto l’Imi - International Microdentistry Institute, diretto da France- sco Saverio Martelli, che lo ha presentato a Roma nella sede del CNR. «La parodontite è una malattia infettiva particolare, perché non è legata a un solo microrganismo, ma a molti, e non c’è un antibiotico buono per tutti. Inoltre i batteri si annidano in zone in cui antibiotici e antisettici non riescono ad arrivare», spiega Martelli. Il protocollo, del costo medio 5-6 mila euro, è stato validato con una ricerca sul più grande numero di pazienti con parodontite mai trattati, che ha coinvolto 2700 persone, pubblicato su European Journal of Clinical Microbiology and Infectious diseases. Con una valutazione microbiologica com- parativa a 24 mesi, e sequenziando l’intero microbioma (cioè la composizione di batte- ri) del cavo orale di 3 gruppi di pazienti, ha portato anche a scoprire batteri mai corre- lati finora alla parodontite, ma associati a malattie sistemiche. Dalla ricerca è emerso che coloro che erano stati trattati risponde- vano alle cure anche senza antibiotici. Fonte: ©ANSA – Roma, 21 aprile Il commento La SIdP ritiene utile evidenziare che «l’utilizzo del laser come unica terapia comporta risultati che solo in alcuni lavori sarebbero simili alla terapia “classica”, ma con lo svantaggio di essere molto più costosa. Tutti gli studi fino ad oggi pubblicati concordano sul fatto che i benefici ottenuti non sono mai supe- riori alle procedure convenzionali e che il laser non determina nessun vantaggio aggiuntivo se usato in combinazione con la terapia convenzionale». Queste osservazioni sono condivise dai massimi esperti mondiali, sono state pubblicate sulle migliori riviste di paro- dontologia e fanno parte delle linee guida internazionali per la cura della parodontite. Anche i più recenti studi pubblicati non aggiungono niente a quanto già noto nella letteratura scientifica e i risultati riportati a supporto dell’efficacia del laser sono in realtà assolutamente sovrapponibili a quelli che si possono otte- nere con la terapia convenzionale classica. È inoltre evidente che questi studi non sono in grado di dimostrare neanche un beneficio aggiuntivo del laser se utilizzato in associazione alla terapia convenzionale, tantomeno a lungo termine. Pertanto, la SIdP raccomanda cautela alla popolazione nell’affidarsi a cure “miracolistiche” che, oltre ad essere spesso molto costose, al momento non sono in grado di migliorare i risultati clinici che si possono ottenere con la terapia convenzionale. Claudio Gatti

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