CDIT0110

speciality_conservativa Fig. 11 Fig. 10 Fig. 12 Fig. 13 Fig. 10_Aspirazione del mordenzante per evitare la migrazione non controllata verso altri distretti in fase di risciacquo. Fig 11_Applicazione copiosa e ripetuta di primer a base alcoolico/ acquosa effettuando “scraping” smalto/dentinale. Fig 12_Dopo accurata evaporazione del solvente, applicazione di bonding microriempito. Fig 13_“Microbuild-up” effettuato con liner di composito flow. tinuo per 60 secondi poi (Fig. 10). L’asciugatura della cavità è stata realizzata mediante aspirazione, avendo cura di non disidratare la dentina trattata. Sono poi stati applicati il primer a base alcolica/acquosa (Fig. 11) (sfregato sulle superfici dentinali per 60’’ tramite un microbrush, e lasciato agire per altri 10’’ a riposo, per favorirne la penetrazione e la dispersione di microbolle d’aria eventualmente create in fase di sfregamento ed inoltre, per dare modo alla porzione acquosa del primer di effettuare un’azione di rewetting su isole dentinali eventualmente sottoposte ad una eccessiva disidratazione) e il bonding (lasciato agire per 40 secondi) applicato e steso tramite microbrush (Fig. 12). Si è preferito utilizzare un adesivo smalto-dentinale microriempito per aumentare le prestazioni meccaniche dello strato ibrido ipersollecitato a livello microscopico dalla presenza di numerose incrinature. Una volta po- limerizzato il bonding per 60’’ tramite lampada poliled da 1200 mW, è stato applicato un liner di composito flow (Fig. 13) a ricopertura totale di tutto ciò che era stato ibridizzato, e avente uno spessore non superiore a 0.5 mm, polimerizzato poi per altri 60’’. La polimerizzazione è stata poi completata e perfezionata sotto gel di glicerina idrosolubile: questa ulteriore fase consente di polimerizzare anche quello strato di 10/25 micron che risulta non polimerizzato per inibizione esercitata dall’ossigeno ambientale sullo strato più superficiale delle masse di composito (Fig. 14). Oltre a ridurre meccanicamente le prestazioni del sottile strato di composito flow, questo strato non polimerizzato potrebbe comportare difetti micro e macroscopici durante la fase di presa delle impronte e, in alcuni casi, inibire anche i processi di presa del materiale da impronta stesso, aumentando così il rischio di distorsioni (Fig. 15). Fig. 14_Completamento della polimerizzazione al di sotto di uno strato di gel di glicerina idrosolubile. Fig. 15_Preparazione pronta al rilevamento dell’impronta. Fig. 14 Fig. 15 cosmetic dentistry 1_2010 13

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