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editoriale _ cosmetic dentistry Il ruolo dell’Estetica in Medicina e nella vita Oggi si discute molto circa il fatto che per un odontoiatra sia etico o meno rispondere alle richieste estetiche dei pazienti, e in realtà si assiste a casi dove il rapporto costo/beneficio pende decisamente dalla parte dei costi e, nella fattispecie, biologici. Che cos’è l’Estetica? L’Estetica è una branca della filosofia che ha sempre rivestito un ruolo predominante nel pensiero umano (dagli antichi greci, ai pensatori moderni come Kant, per arrivare ai nostri giorni), si basa sul concetto di bellezza e può essere considerata una percezione soggettiva (che varia secondo il gusto) e oggettiva (definibile attraverso criteri unanimamente riconosciuti). Che cosa significa Estetica in odontoiatria? Il senso estetico è un fenomeno dell’intelletto che presuppone degli elementi universali alla base della sua percezione. L’estetica dentale può essere rappresentata dall’estetica del sorriso, a sua volta determinata dalle proporzioni facciali, dalla personalità, età e sesso. Dovere di ogni professionista è quello di operare un trattamento odontoiatrico venendo incontro alle esigenze funzionali e alle aspettative estetiche del paziente, senza mai contravvenire a quelle che sono le regole basilari dell’etica medica. La pianificazione delle varie procedure deve essere spiegata, discussa e accettata dal paziente, tenendo sempre conto della loro personalità e del grado di motivazione estetica. In generale, l’odontoiatria restaurativa ha sempre vantato il pregio di adottare materiali e tecniche per il raggiungimento di un’odontoiatria “minimamente invasiva”, grazie ai contributi innovativi di ricercatori quali Buonocore, Bowen, Calamia, Goldstein, Simonsen e altri, che hanno introdotto materiali estetico-adesivi e preparazioni dentali che presupponevano un sacrificio minimo dei tessuti calcificati. Tuttavia, si assiste sempre di più a un’odontoiatria in cui sia l’operatore sia i pazienti vengono offuscati dall’esigenza eccessiva di senso estetico e dalla volontà di correggere imperfezioni minime che comportano, rispettivamente, l’esecuzione e/o la richiesta di trattamenti superflui, che dovrebbero essere definiti più di “cosmetica” che di estetica. In realtà, il trattamento estetico dovrebbe rappresentare l’incontro tra il pensiero del paziente e quello del clinico, ma è altresì vero che molte volte il paziente non si rende conto dell’irreversibilità di una terapia, così come il clinico non sempre informa adeguatamente il paziente del sacrificio biologico che un trattamento comporta, degli eventuali rischi ad esso legati e delle alternative che, se pur meno belle, potrebbero essere meno demolitive. L’esperienza e la competenza clinica, così come l’applicazione razionale del codice etico primum non nocere sono requisiti fondamentali che gli odontoiatri specialisti devrebbero possedere per eseguire un trattamento estetico-restaurativo adatto alle esigenze del paziente, prospettandogli tutte le eventuali soluzioni con il loro rapporto beneficio/costo biologico, e lasciando a lui la decisione finale. Prima di eseguire una qualsivoglia terapia a fini puramente estetici, suggeriamo di rispondere al cosiddetto “test della figlia”, ovvero: “Pur sapendo tutto quello che comporta la soluzione estetica che stiamo proponendo, eseguiremmo lo stesso questo trattamento a nostra figlia/figlio?”. Una domanda semplice che dovrebbe far riflettere tutti per qualche minuto. _Angelo Putignano Prof. Angelo Putignano, direttore scientifico Cosmetic Dentistry. cosmetic dentistry 1_2010 03

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