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expert article_sbiancamento Fig. 2 Fig.3 CLASSIFICAzIOnE DELLE DISCROMIE DA TETRACICLInA - Feinman 1987 TIPO DI DISCROMIA Grado I Grado II Grado III Grado IV DESCRIzIOnE modica discromia, generalmente gialla, marrone o grigia, diffusa uniformemente sulla superficie del dente maggiore intensità giallo-grigio macchie grigio scuro o blu con bande orizzontali severa discromia RISuLTATI COn SBIAnCAMEnTO Successo terapia Successo della terapia variabile Successo della terapia scarso, le bande persistono Insuccesso della terapia al punto che inficia anche le faccette Tab. 1 Fattori ipoplastici di varie origini possono alterare intrinsecamente lo smalto durante la sua formazione alterandone sia lo spessore che la morfologia, come: amelogenesi imperfecta, malattie febbrili, deficienza di vitamina C, infezioni locali, traumi, eccesso di fluoro, sifilide congenita, nascita prematura e fattori idiopatici. Questi fattori possono dare origine a delle discromie con variazioni dal giallo al marrone e macchie bianche opache (Fig. 2)(1). Alcuni farmaci, soprattutto i derivati della tetraciclina, se assunti per lunghi periodi possano alterare il colore del dente con variazioni dal grigio al marrone (Fig. 3). Si presume che questa molecola, se assunta durante la formazione dei denti, venga incorporata nella dentina durante la calcificazione del dente tramite chelazione del calcio. Mentre a livello osseo le tetracicline vengono lentamente riassorbite, a livello del dente esse non vengono più allontanate per il basso turn-over del calcio nei tessuti duri del dente. I fattori che influenzano l’intensità e la morfologia del fenomeno sono: 1. Tipo di Tetraciclina somministrata: _ Clorotetraciclina determina un colore grigiomarrone; _ Dimetilclorotetraciclina determina un colore giallo; _ Oxitetraciclina determina un colore giallotenue; _ Doxiciclina non determina alterazioni. 2. Grado di esposizione alla luce solare e/o ad agenti ossidanti: la discromia si accentua con l’esposizione agli ultravioletti. 3. Durata, intensità e momento di somministrazione del farmaco in rapporto ai periodi di mineralizzazione del dente. 4. Spessore e stato dello smalto. 5. Eventuale concomitanza di lesioni o malattie determinanti di per sé una discromia dentale(16). Queste discromie sono state classificate da Feiman nel 1987. La Tabella 1 associa ai gradi di discromia la possibilità di trattamento. Fig. 2_Adolescente di 15 anni con evidenti ipoplasie dello smalto di tipo congenito. Fig. 3_Dentatura di una donna di 35 anni; dalla storia clinica viene diagnosticata una discromia di grado I da tetracicline, diffusa uniformemente sulla superficie dentale. _Colore di smalto e dentina Il colore dei denti è soggettivo, poco definibile e variabile nel tempo. Esso è determinato sia dalla dentina che ne caratterizza il colore sia dallo smalto che ne conferisce la luminosità. La dentina può conferire varie gradazioni di colore ai denti come: grigio, giallo, rossastro, marrone o bianco. Il suo colore è determinato dalle caratteristiche strutturali, dai cromogeni che ingloba, dalle variabili soggettive dell’individuo e dell’eredità genetica. Lo smalto partecipa fortemente a come il colore “appare” ai nostri occhi in quanto la sua struttura e la superficie hanno la proprietà di rifrazione della luce(2). Lo spessore e l’integrità dello smalto conferiscono ai denti l’aspetto luminoso e bianco; più è spesso lo smalto, maggiormente copre il colore scuro della dentina sottostante e questo viene ben rappresentato dai casi dove zone di smalto usurate appaiono più scure rispetto ad altre, con uno strato uniforme di smalto (Figg. 4, 5). Inoltre, le microrcrinature più o meno profonde nello smalto lasciano penetrare i pigmenti esogeni e creano un’alterazione del colore dei denti. Le microincrinature dello smalto appaiono cosmetic dentistry 1_2010 33

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