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expert article_sbiancamento RimineRAlizzAnTi fluoRuRI CPP-ACP CASEINA foSfoPEPTIDE E CAlCIo AMoRfo luBRIfICANTI Fig. 8 legarsi alla spf del dente trasformare l’idrossiapatite in fluoroapatite Distribuisce ioni Ca2 - Po, si fissa sul dente e ricostruisce l’idrossiapatite Ceicolanti e umettanti Fig. 9 _Il ruolo dei rimineralizzanti nel mantenimento dello smalto La demineralizzazione è quel fenomeno che avviene quando i metaboliti batterici o gli acidi alimentari penetrano nella matrice organica dello smalto e per un fenomeno di osmosi dissolvono le strutture prismatiche liberando il Fosfato di Calcio verso l’esterno. Viceversa, il pH neutro o basico determinato da un ambiente salivare sovrasaturo – come lo è nella normalità quello orale – favorisce la precipitazione dei sali che penetrano sul tessuto dentario favorendo la remineralizzazione. Per sostanze rimineralizzanti si intendono quelle sostanze che hanno il potere di favorire il processo di ripricipitazione (rimineralizzazione) o di ridurre la perdita di Fosfato di Calcio (demineralizzazione) dalla superficie dello smalto. In questo lavoro si prenderanno in esame le proprietà e il meccanismo d’azione di alcune sostanze e prodotti che si utilizzano sia in ambulatorio sia a domicilio (Fig. 9), tenendo presente che il rimineralizzante più importante che abbiamo in natura è la saliva. La saliva si può considerare come uno smalto liquido(6) e, oltre alle sue proprietà rimineralizzanti, le si riconoscono molteplici proprietà difensive nella cavità orale. Lo scopo di questo lavoro non è quello di descrivere il biofluido salivare, ma di valutare come ottimizzare il processo di rimineralizzazione nei casi in cui la saliva non svolga correttamente il suo compito, attraverso dei prodotti che l’industria dentale ci ha messo a disposizione, e di valutarne la validità scientifica e di protocolli di utilizzo. I principi, fisici e chimici, che abbiamo a disposizione per favorire la rimineralizzazione dello smalto sono: _ fluoruri: questo sale minerale presente in natura, nella saliva e nei tessuti ossei e dentali, ha la proprietà di rendere lo smalto più resistente agli acidi in quanto partecipa alla formazione di fluoroapatite tramite la sostituzione dei gruppi idrossidi dell’idrossiapatite con ioni fluoruro. La fluoroapatite si trova negli strati più superficiali dello smalto preservandolo dal dissolvimento. L’incrementazione di fluoro a livello orale permette di conservare lo strato di fluorapatite. Recenti studi confermano l’importanza di utilizzare dei dentifrici fluorati per preservare lo smalto dagli acidi alimentari. Dagli studi si evince che se i denti si spazzolano con dentifricio al fluoro si riducono gli effetti dissolventi di acidi come bevande o altro. Uno studio in particolare ipotizza il ritorno del concetto di lavare i denti prima di mangiare(7). Il fluoro può essere indicato per un impiego ambulatoriale per i pazienti ad alto rischio di carie: l’applicazione professionale di un gel ad alta concentrazione di fluoro due volte all’anno riduce l’incidenza di carie; l’utilizzo di dentifricio e colluttorio domiciliare favorisce la rimineralizzazione degli strati superficiali dello smalto(8-10). _ Caseina fosfopeptide e calcio amorfo (CPPACP): questo principio attivo è un derivato della proteina del latte, il quale ha un effetto noto sulla protezione dei denti. Recentemente, la ricerca ha dimostrato che questa attività è dovuta a una parte della proteina della caseina chiamata caseina fosfopeptide o CPP, alla quale sono “legati” ioni di calcio e fosfato nella forma di calcio fosfato amorfo o ACP. In commercio si trovano dei prodotti che applicati ai denti e alla cavità orale sono in grado di rilasciare una concentrazione elevata di ioni liberi di calcio e fosfato in grado di ripristinare l’equilibrio orale, favorire la precipitazione e partecipare attivamente alla ricostruzione dell’idrossiapatite dissolta dall’attacco acido. Sembra che questo precipitato riduca anche i danni inferti nel tempo sullo smalto dallo spazzolino dentale(11). L’utilizzo di questi prodotti si può rivelare utile in tutti i casi in cui ci sia uno squilibrio minerale da deficit salivari, ad esempio xerostomia, oppure in pazienti che hanno difficoltà a mantenere una corretta igiene orale, in presenza di erosioni (manifestazione clinica di acidità orale Fig. 8_Evidenti lesioni di tipo erosivo nelle zone cervicali; si evidenzia l’esposizione della dentina gialla. Fig. 9_I rimineralizzanti. cosmetic dentistry 1_2010 35

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