DTIT0410

10 Anno VI n. 4 - Aprile 2010 Medicina Interdisciplinare Medicina del Sonno e Odontontoiatria Nasce a Milano la Simso Il primo Congresso Nazionale di Odontoiatria nella Medicina del Sonno Odontoiatrica svolto- si a Milano, il 12 e 13 febbraio, ha avuto una notevole risposta di partecipanti (220 persone), a dimostrazione dell’interes- se suscitato nei confronti di un emergente aspetto clinico per la professione odontoiatrica. Ad aprire i lavori Luca Levri- ni, Giampiero Farronato, Marco Zucconi (segretario dell’Asso- ciazione Italiana Medicina del Sonno) e Alberto Laino, past president della Sio Ortodonzia. I rappresentanti di queste isti- tuzioni e la diversa formazione scientifica dei relatori testimo- niano la interdisciplinarietà dell’argomento e sottolineano l’importanza del lavoro di un équipe composta da neurologi, pneumologi, otorini, chirurghi maxillo-facciali e odontoiatri. Obiettivo comune è forma- re una cultura su una serie di patologie – in primis, la Sin- drome delle Apnee Ostruttive Notturne, OSAS) – spesso poco conosciute e trascurate anche se potenzialmente pericolose. L’OSAS, infatti, è una sindro- me insidiosa il cui segno clinico più evidente è il russamento e la sonnolenza diurna, accom- pagnata a episodi di arresto del respiro nel sonno. Di conseguen- za, l’ipossiemia, l’ipercapnia e le frequenti interruzioni del sonno determinano disturbi nello stato di veglia, aumentando il rischio cardiovascolare. Preziosa la testimonianza clinica di Susan- ne Schwarting, presidente della Società di Medicina del Sonno Odontoiatrica in Germania, e di Keith Thornton, tra i massi- mi esponenti della Medicina del sonno odontoiatrica nel mondo, che ha accettato di rispondere ad alcune domande. Cosa suggerirebbe a un odon- toiatra che vuole intraprende- re il trattamento di pazienti con OSAS e russamento? La prima cosa sarebbe anda- re a un corso introduttivo per principianti per imparare tutti gli aspetti medici dell’OSAS e le complicanze associate. Consiglie- rei inoltre di procurarsi un libro introduttivoaltrattamentoOSAS con dispositivi intraorali, come ad esempio, quello distribuito dall’AmericanAcademyofDental Sleep Medicine, a mio parere uno dei migliori, scritto da Hoekema. Gli Oral Appliances (OA) si possono considerare una pri- ma scelta nel trattamento del- la patologia, in particolare in pazienti con un grado di OSAS lieve o medio? Gli OA dovrebbero essere la pri- ma opzione per tutti. L’American Academy of Sleep Medicine sug- gerisce infatti indistintamente l’uso di OA o CPAP come prima opzione terapeutica. I pazienti però preferiscono gli OA con un rapporto di 20 a 1. Quindi, cre- do proprio che la prima linea di trattamento sia con OA. Secondo lei, l’odontoiatra può gestire in modo autonomo pazienti con disturbi del son- no? La mia sensazione è che debba lavorare con un medico di base e decidere insieme se il tratta- mento sia adeguato alla situa- zione o sia preferibile rivolgersi a uno specialista del sonno. La cosa migliore per trattare questa patologia sia lavorare insieme ad altri specialisti del sonno. Il numero di affetti da OSAS è però così elevato che i Centri del son- no riescono a coprirne non più del 4-5%, e questo è un problema serio. Sotto quest’aspetto il ruolo dell’odontoiatra nello screening e nella gestione di questi pazienti risulta sempre più importante. Al congresso è stata fondata la Società Italiana di Medicina del SonnoOdontoiatrica,unpuntodi riferimento per l’aggiornamen- to culturale. Come primo mem- bro onorario la neonata Società ha nominato Ennio Giannì. Federico Migliori Per ulteriori informazioni: www.simso.it Keith Thornton (a sinistra), Susanne Schwarting (al centro) e Luca Levrini (sulla destra).

Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download