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11 Anno VI n. 4 - Aprile 2010Italian Edition Medicina Interdisciplinare In che modo l’Odontoiatria riesce a far dormire meglio? In un’intervista a Dental Tribune, il dottor Gy Yatros della “Dental Sleep Solutions” di Holmes Beach, Florida, Usa, parla dell’apnea ostruttiva del sonno (OSA), delle sue implicazioni e di cosa i dentisti possono fare per curare questa patologia. Mentre visitavo la mostra dello Yankee Dental Congress su nuovi e interessanti prodot- ti dentali, ho avuto il piacere di incontrare Rani Ben-David, presidente dello “Sleep Solu- tions Group” in rappresentan- za della società “Dental Sleep Magazine”. Dopo aver espresso interesse per la pubblicazione di conte- nuti sulla Medicina del sonno in Odontoiatria, mi ha messo in contatto con Gy Yatros, den- tista specializzato all’American Academy of Sleep Medicine, titolare di uno studio che pun- ta all’avanguardia tecnologica, mettendo in evidenza l’impor- tanza dell’Odontoiatria per la salute. A parte la varietà dei servizi offerti ha suscitato il mio interesse il motto: “Sorridi meglio. Mangia meglio. Dormi meglio... vivi meglio”. Quanti dentisti avevo visto promuovere un sonno migliore attraverso l’Odontoiatria? Nes- suno. Almeno fin quando non ho conosciuto Yatros. Di cosa si occupa, nello speci- fico, la Medicina del sonno in Odontoiatria? È un settore in crescita, attraver- so il quale i dentisti possono aiu- tare i pazienti a dormire meglio e russare meno, cosa che aiuta anche a migliorare il sonno del partner. L’apnea ostruttiva del sonno (OSA) è uno dei più diffusi (e crescenti) problemi negli Stati Uniti. Se adeguatamente forma- ti, i dentisti possono contribuire a controllare tale patologia che a volte mette a rischio anche la vita. In che modo i dentisti possono contribuire a trattarla? L’OSA si verifica quando c’è un collasso delle vie respiratorie nel sonno, soprattutto per la perdita del tono muscolare: l’aria non riesce a raggiungere i polmoni, provocando una miriade di con- seguenze gravi e indesiderabili. Il muscolo principale che con- tribuisce al collasso è la lingua. Gli odontoiatri adeguatamente formati in Medicina del sonno utilizzano dispositivi per tenere la mandibola e/o la lingua in avanti con conseguente aumento di volume delle vie aeree. Esiste, tuttavia, qualcosa di più idoneo: nel nostro studio, tali dispositivi sono realizzati su misura e sono regolabili. Attraverso il nostro programma valutiamo i risultati soggettivi e otteniamo una verifi- ca obiettiva con monitor del son- no portatili, da utilizzare a casa. I risultati vengono valutati e i dispositivi regolati per ottenere il miglioramento possibile per ogni individuo. Si tratta di una proce- dura, non solo della consegna di un dispositivo. La Dental Sleep Solutions, che noi chiamiamo “Dental Sleep Therapy”, richie- de in genere da uno a tre mesi per raggiungere i risultati desi- derati. In cosa si diversificano i dispo- sitivi del sonno dalle “snore guards”? La vera questione è che cosa sia una “snore guard” e come si può sapere che il problema sia solo il russamento. Il paziente ha forse effettuato uno studio del sonno? So che esistono molte protezioni che non necessitano di prescri- zione medica (le cosiddette “boil & bite”, scalda e mordi) per la prevenzione del russamento e che alcuni dentisti dichiarano di fare “apparecchi per il russa- mento”, ma non trattano l’apnea ostruttiva del sonno. Per loro ho una notizia: se si sta trattando il russamento è probabile si stia effettuando un trattamento OSA senza diagnosi! Entrambi sono causati dallo stesso problema anatomico, il collasso delle vie aeree. I pazienti che russano han- no anche un maggior rischio di soffrire di OSA visto che il russa- re è spesso il primo segnale. Prima di realizzare qualsiasi tipo di dispositivo per il russa- mento, il paziente deve essere valutato con uno studio del sonno e, nella maggior parte dei casi, si scoprirà che non si tratta solo di quello.Soloadiagnosicompletasi potrà prendere una decisione sul trattamento più corretto da effet- tuare. Spiace davvero constatare che alcuni odontoiatri affrontino una patologia così grave senza una diagnosi corretta e iter con- sequenziale appropriato. Quali altri trattamenti sono disponibili? Il “gold standard” per il tratta- mento di OSA è sempre stato la CPAP, che si distingue per una ventilazione meccanica a pressio- ne positiva delle vie aeree. Fondamentalmente, si tratta di una pompa collegata a una maschera facciale (a volte soltan- to nasale) che aumenta la pres- sione nelle vie respiratorie. Come quando si gonfia un palloncino, la pompa viene regolata con una pressione sufficiente a mantenere pervie le vie aeree. È il modo più semplice per garantire aria ai polmoni ed è un dispositivo salva-vita per molte persone. Il problema principale è che molti non riescono a tollerar- ne l’utilizzo. Molti sono i problemi connes- si all’uso della CPAP; tra i più comuni, claustrofobia, proble- mi gastrointestinali, irritazio- ne della pelle e disagio. Inoltre, uno dei motivi più comuni per la ricerca di cure per l’OSA è l’ec- cessiva sonnolenza diurna (EDS, “Excessive Daytime Sleepiness”). La CPAP può aiutare, ma a volte interrompe il sonno not- turno, tanto che gli effetti posi- tivi sull’EDS vengono inficiati dall’interruzione. Altre opzioni includono l’inter- vento chirurgico, la maggior parte dei quali è meno prevedi- bile rispetto alla cura con dispo- sitivi dentali del sonno o CPAP ed è, ovviamente, non reversibile, doloroso e a maggior rischio. L’American Academy of Sleep Medicine raccomanda i disposi- tivi dentali del sonno per pazienti con lieve o moderata OSA e per i pazienti con gravi casi di OSA che non possano tollerare la CPAP. La chirurgia è raccoman- data solo nel caso non si raggiun- gano risultati. Come funzionano i dispositivi dentali del sonno? Funzionano molto bene sui sintomi e riducono l’apnea nei casi di OSA da lieve a moderata. Possono anche far bene in casi più gravi, ma con meno prevedi- bilità. Un recente studio di Aar- noud Hoekema (Oral-Appliance Therapy in Obstructive Sleep Apnea-Hypopnea Sindrome © 2008) ha rilevato che i disposi- tivi dentali del sonno sono stati efficaci per l’84% per pazien- ti con OSA di entità da lieve a moderata – il 4% in più rispet- to alla CPAP – e per il 69% nei casi gravi. I dispositivi dentali del sonno sono comodi? Credo che la migliore risposta a questa domanda sia la mia espe- rienza personale. Soffro di OSA e da oltre cinque anni indosso ogni notte un dispositivo comodo. I pazienti, in genere, li trova- no più comodi e portabili della CPAP. I tassi di tollerabilità variano da circa il 70 al 95%. DT pagina 12Gy Yatros.

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