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18 Speciale Italian EditionAnno III n. 1 - Aprile 2010 Epigenetica: l’igienista dentale nel Servizio Sanitario Nazionale tra scienza e legalità Paola Lastella Vice Presidente Nazionale Unid HT pagina 17 Solo per fare un esempio, 800 milioni di euro di deficit nella Regione Lazio, 2 miliardi, se si considera che il Lazio è la regio- ne dove si pagano più tasse Irap e Irpef; tutto questo deve fare i conticonlanecessitàdiinvestire sulla qualificazione e prevenzio- ne, al fine di rendere efficiente il Sistema Sanitario Nazionale e garantire ai cittadini ciò che è scritto sulla Carta Costituziona- le, “integrazione tra professio- nisti e politica”, queste sono le parole e i dati riportati dell’ono- revole Fabio Desideri (Regio- ne Lazio) intervenuto in una recente Conferenza per l’aggior- namento sui “Tumori del cavo orale”, tenutasi il 26 febbraio presso il Ministero della Salute. La legge sul federalismo del maggio 2009 diventerà operati- va in tema di prestazioni sanita- rie entro un anno. Nascono in tutta Italia pro- getti di prevenzione come il progetto “Tetra” che si prefigge una capillare rete di poli strate- gici operanti sull’intercettazio- ne precoce del cancro orale cui gli igienisti dentali dell’Unid (Unione Nazionale Igienisti Dentali) chiedono di parteci- pare: l’obiettivo è migliorare le conoscenze sul carcinoma orale, individuare i fattori di rischio, migliorare le tecniche diagno- stiche, la formazione degli ope- ratori, quindi la costituzione di centri di eccellenza certificati dove ci sarà un’adeguata dia- gnosi e trattamento di questa patologia che presenta, secondo i dati epidemiologici, migliaia di nuovi casi ogni anno. Il Convegno del 26 febbraio, cui sono stata invitata a par- tecipare presso il Ministero della Salute, ha fatto il punto della situazione sulla questio- ne “Tumori del cavo orale”, dove prestigiosi relatori esperti in materia, provenienti dalle Università e presidi ospedalieri italiani più importanti, hanno sottolineato la necessità di inse- rire nel progetto in questione anche l’igienista dentale, alme- no nei corsi di formazione Ecm, con lo scopo di preparare gli operatori sanitari a saper distin- guere i segni clinici di un tessu- to sano da un tessuto patologico. In 50 anni di casi, la mortalità è rimasta la stessa, nonostante i progressi della scienza: tutti concordi nel dire che forse si è sbagliato qualcosa, e quel qual- cosa è sicuramente la diagnosi precoce. Spesso il paziente non va dall’odontoiatra, ma si rivol- ge all’igienista che in prima istanza deve poter riconoscere una lesione sospetta e indiriz- zare il paziente nelle struttu- re deputate e ai professionisti competenti. Probabilmente se questa patologia, il cancro orale, miete ancora vittime, non si fa abbastanza: quale figura, se non quella dedicata per legge alla prevenzione, ovvero l’igienista dentale, è più appropriata in un tale disegno? Molti sono i tentativi a opera degli igienisti dentali per inse- rire programmi di educazione alla salute e prevenzione nel- le scuole, come quello porta- to avanti dal Presidente Unid - Regione Lombardia, dott.ssa Laura Antonia Marino, che ha già avuto una riuscitissima fase sperimentale. L’Unid attraver- so l’impegno del Presidente Gianfranco Sorgente e di tutto il Direttivo, da sempre realizza progetti di prevenzione nelle scuole, nelle piazze, nei centri anziani, ma anche nelle comu- nità multietniche presenti sul territorio che aumentano a cau- sa dell’incremento del fenomeno dell’immigrazione. Dall’altra parte, in Italia, molti presidi sanitari assurgo- no a centri di eccellenza, anche pubblici, quindi realizzati con soldi del contribuente, ma dove poi per poter accedere ai servizi sempre più spesso si è costretti a passare nella parte privatistica della stessa struttura pubblica, dove si spendono migliaia di euro, poiché le tariffe sono “pri- vatistiche”: ma chi ha pagato la struttura e paga parte degli sti- pendi agli strutturati è lo Stato... e lo Stato siamo noi. Ilparadossoèchenoiigienisti dentali siamo assenti nell’orga- nico del personale strutturato dell’SSN, pur essendo opera- tori sanitari che costano poco, veramente poco, rispetto ai benefici che apportiamo con le nostre competenze alla salute orale oltre che sistemica della collettività. Quello che dobbiamo consi- derare, secondo quanto afferma il prof. Luciano Zucchinelli, professore a contratto presso il Corso di Laurea di Igiene Den- tale dell’Università degli studi di Milano Bicocca, sono le nuo- ve frontiere dell’odontoiatria, che si basano sull’epigenetica, cioè su qualcosa che sta al di sopra della genetica: è l’ambien- te che determina delle modifi- cazioni a livello del genoma, è l’ambiente intra ed extracellu- lare che influenza la possibilità del genoma di esprimere quelle proteine che contribuiscono nel determinare lo stato di salute o l’insorgenza di patologie, attra- verso l’espressione genica. Nel 2000, un’Azienda ame- ricana, la Celera Genomics, ha portato alla luce il sequen- ziamento dell’intero genoma e questo ci apre nuovi orizzonti in tema di medicina predittiva; perché non dirigere la nostra attenzione verso un periodo del- la vita dell’individuo in cui non ha ancora sviluppato la pato- logia? Perché non invecchiare restando sani? Qual è dunque l’odontoiatria del futuro, quali i professionisti coinvolti? La risposta è una professio- nalità non più basata sulla tera- pia di destruenti patologie, ma sulla gestione e potenziamento di individui sani e chi, meglio dell’igienista dentale, si inseri- sce in questo processo di vera prevenzione primaria! Tutti gli sforzi devono essere rivolti al potenziamento del sog- getto sano: abbiamo in dotazione un prezioso materiale biologi- co da conservare e potenziare, il bambino, l’adolescente, colui che ancora non ha subito forti condizionamenti ambientali è il terreno fertile su cui agire. Le correlazioni con la malattia cardiovascolare e diabete, impu- tabili alla presenza di malattia parodontale, che attraverso la produzione di mediatori chimi- ci dell’infiammazione, le cito- chine, la stimolazione di fattori della coagulazione determina la formazione di placche ateroma- siche, non avrebbero più ragione di esistere. Perché allora non applicare quello che ci suggerisce con tan- ta forza l’Evidence Based Medi- cine e la Carta Costituzionale? Lo Stato avrebbe un notevole risparmio, pur avendo a disposi- zione risorse limitate, ottenendo un vero “outcome” di salute. Non più “un gene - una pro- teina”, ma “un gene - 2000 proteine”: il genoma ha moltis- sime possibilità di esprimersi se noi riusciamo a modificare l’ambiente. L’igienista dentale con il suo potenziale, potrebbe essere inse- rito nell’Ssn in un contesto ben più ambizioso dell’odontoiatria sociale, attraverso il suo opera- to che realmente è in grado di modificare quell’ambiente, fatto di stili di vita e abitudini corret- te che hanno un ruolo predomi- nante nell’evitare la patologia. Il cambiamento deve avvenire attraverso una nuova imposta- zione dell’Ssn attraverso campa- gne di sensibilizzazione e fattiva attuazione su tutta la popolazio- ne di programmi di prevenzione non sporadici, ma a 360 gradi, continuativi, istituzionalizzati. Sappiamo tutti che la sem- plice terapia di mantenimento dell’igiene orale riesce a modi- ficare quell’ambiente che tanta parte ha nel determinismo del- la patologia; allora, perché non rendere accessibile a tutti que- sta risorsa, potenziando i presidi sanitari – Asl, Ospedali – con il professionista della salute orale per eccellenza? Abbiamo modelli che ci pro- vengono dal Nord Europa, dove sicuramente si vedono i risulta- ti di questa prevenzione e dove l’igienista dentale è un profes- sionista con una corretta dignità di ruolo. L’odontoiatria classica avrebbe modo di specializzar- si e perfezionarsi, il risparmio ottenuto dall’Ssn potrebbe fare in modo che vengano impiegate e investite risorse nelle Univer- sità, nella ricerca scientifica e nell’evitare la fuga delle menti più brillanti all’estero. Il ritardo diagnostico nel can- cro orale porta a morte certa. La risposta alla malattia l’abbiamo nel nostro materiale biologico: dobbiamo utilizzare un’energia alternativa che è quella che sca- turisce dalla cellula, potenziare la cellula sana prima che possa verificarsi il danno. L’igienista dentale rappresen- ta una figura rassicurante cui il paziente si rivolge volentieri, subentrando anche un rapporto di fiducia e confidenza. Il costo dell’impiego di un igienista dentale sarebbe vera- mente esiguo rispetto alle risor- se impiegate per la diagnostica e la terapia di queste patologie invalidanti, e potrebbe permet- tere una sorta di “ruolo sentinel- la” che vigili sul mantenimento della salute orale e sull’intercet- tazione precoce della patologia. Purtroppo ancora oggi, nel nostro Paese, ci sono studi odon- toiatrici che fanno svolgere a personale non qualificato la funzione di un meccanicistico pseudo ruolo di “pulitore di den- ti”, sostituendolo a una ben più nobile professione che è quella appartenente all’igienista den- tale “promotore di salute”. È questo il livello dell’odonto- iatria d’eccellenza in Italia?

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