DTIT0410

36 Italian EditionAnno VI n. 4 - Aprile 2010 Ieri, oggi e domani Checchi: “Quant’è difficile esprimersi scientificamente in Italia in ambiti istituzionali!” “Pensai che Bologna, in fon- do, mi avrebbe aspettato”, così esordisce Luigi Checchi, profes- sore di Parodontologia all’Alma Mater di Bologna. “Un giorno, uscendo di studio in via S. Stefano, a un passo dal- le Due Torri, incontrai un’amica che mi raccontò entusiasta che ormai viveva a San Diego, in California, da tre anni. Tanti ne erano passati, ma a me sem- brava di non averla mai persa di vista. A quel punto pensai che forse anch’io avrei potuto assen- tarmi da Bologna per qualche anno senza mai perder di vista la città, ed esser perso a mia volta di vista. Probabilmente, avrebbero aspettato anche me. Forse qualcuno non se ne sareb- be nemmeno accorto che me ne stavo negli Usa a studiare. Allo- ra vedevo in Bologna una città Il nostro futuro è comunque concentrato sui giovani, spe- cialmente su quelli, rari, che vogliono imparare, con dovi- zia di particolari e passione, la Parodontologia, madre e matri- gna della scienza odontoiatrica”. Arrivano alcuni studenti a parlare con il professore: porta- nocasi,chiedonoconsiglioosono di passaggio a Bologna e sono venuti a salutarlo. Per tutti una parola, un incoraggiamento. Un ultimo abbraccio affettuoso a una studentessa albanese, Elva: “È bravissima…”, dice mentre lei si allontana con le cartelle del reparto in mano. Stefano Rimondini ingessata culturalmente, dove il tempo scorreva lentamente. Volevo imparare e la mia città mi stava stretta, non rispondeva alle mie curiosità e al mio desi- derio di sapere. Di qui, la deci- sione di partire per Los Angeles, dove volevo imparare, avere delle risposte, quelle stesse che poi avrei trovato. Undici ore di volo, niente fax, niente e-mail, solo telefono e un postino con le braghine corte che mi teneva in contatto con l’Italia! Negli Sta- tes, a pagamento, si trova cer- tamente il modo di colmare i propri vuoti culturali. Alla Uni- versity of Southern California rimasi due anni – ricorda Lui- gi Checchi –. C’era anche mia moglie, là nacquero i nostri tre figli. Uno di loro, Vittorio, ora ci è tornato e sta frequentando un corso specialistico di Chirurgia parodontale. Perché noi siamo alla terza generazione di odon- toiatri, dopo mio padre Gaetano, ultranovantenne, che è mancato alcuni mesi fa. Dai tempi del- la mia tesi sperimentale sugli ‘Effetti degli anestetici locali su culture di fibroblasti’ (1973) molto è cambiato in Odontoia- tria – osserva Checchi –. In campo universitario, spes- so, quando scompare un uomo scompaiono la sua esperienza e la sua scuola. Ai tempi della mia tesi si apprendeva per osmo- si, molto si improvvisava. Ora, all’Università si fa scuola, si attua un vero e proprio addestra- mento con lezioni frontali, stage clinici, presentazione di case report e tesine su singoli argo- menti, che conducono l’allievo a una maturazione scientifica. Ora siamo molto più organizza- ti di un tempo. E avendo tutti molto viaggiato, abbiamo cerca- to di prendere il meglio da altri contesti culturali. Di ritorno dagli Usa – continua Checchi – ho avuto per diversi anni la sensazione di quanto sia difficile esprimersi scientificamente in Italia in ambiti istituzionali. La popolazione odontoiatrica oggi è più preparata di un tem- po, ma anche la nostra ricerca ha raggiunto livelli internazionali. Nel nostro reparto – fa l’esempio – alcune ricerche, come il trat- tamento dell’epulide tramite innesto e l’estrazione ortodonti- ca degli ottavi inclusi [vedi box di approfondimento] hanno avu- to larghi consensi. I nostri pro- grammi sul futuro? Non è facile rispondere a questa domanda, specie in ambiente universita- rio dove gli ‘autobus della scien- za’ non passano a scadenze fisse e non sempre sono quelli attesi. Tre generazioni all’insegna dell’odontoiatria: il figlio Vittorio, nonnoGaetanoeilpadreLuigiChecchi. IL TRATTAMENTO DELL’EPULIDE Consiste in un innesto connettivale bilaminare sotto l’epulide stessa solle- vata con un lembo a tutto spessore e biopsata, al fine di stabilire la natura della formazione stessa. L’epulide, in 2-3 settimane, scompare. Dieci sono i casi di epulide trattati con questa tecnica nel reparto del prof. Checchi dal 1992, tutti con successo e controllati dai richiami. L’ESTRAzIONE ORTODONTICA DEGLI OTTAVI È una tecnica messa a punto nel Reparto di Parodontologia diretto da Checchi. Consiste nell’estrusione ortodontica dell’ottavo inferiore previa una piccola apertura chirurgica. Si applica su denti del giudizio con radici in rapporto di contiguità con il canale alveolare inferiore, la cui estra- zione chirurgica di prima istanza potrebbe portare a gravi lesioni dello stesso nervo. Si procede all’estrazione solo quando le radici, allontanate ortodonticamente dal nervo, possono essere rimosse in relativa sicurezza. Sono 92 i casi documentati nel reparto, con 2 insuccessi per anchilosi e 10 interrotti per volontà del paziente, quattro le parestesie momentanee. La durata media del trattamento varia dai quattro mesi per gli ottavi in posi- zione verticale, ai 12/18 mesi per gli elementi in posizione orizzontale. Ora l’estrazio- ne ortodontica è sostenuta e facilitata anche da viti implantari. Vi sono quattro pubblicazioni internazionali e altrettante nazionali a so- stegno della tecnica.

Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download