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4 Italian EditionAnno VI n. 4 - Aprile 2010 News e Commenti ESACROM SRL - Imola - Italy - Phone: 0039 0542643527 - E-mail: esacrom@esacrom.com - Website: www.esacrom.com i MARZIANI degli ULTRASUONI SURGYSONIC MOTO rappre- sentalasvoltanellachirurgiadei tessutiduri.Ultrasuoniemicromo- tore chirurgico brushless due tecnologie-undispositivounico. T-BLACK MINORE ABRASIONE E USURA MIGLIORE EFFICIENZA DI TAGLIO E MINOR RISCALDAMENTO DEI TESSUTI SUPERFICIE ANTIRIFLESSO MIGLIORE EFFICIENZA DI TAGLIO E MINOR RISCALDAMENTO DEI TESSUTI SUPERFICIE ANTIRIFLESSO DT pagina 1 Nel giugno 2008 su queste stesse pagine si dava ampia recensione al convegno bienna- le promosso dall’Andi nazionale nella meravigliosa Sala Regina di Villa D’Este. Le tematiche allora furono le minacce alla professione, le nuove opportuni- tà, quali tipi di organizzazione, il nomenclatore tutto “condi- to” dallo slogan bocconiano del “Liberare la crescita”. Il 20 marzo di quest’anno, alcuni importanti relatori, moderati da Livia Azzariti, han- no fatto il punto della situazione per verificare le prospettive deli- neate due anni prima, all’inter- no di una crisi che ha registrato nel 2009 riduzioni complessive di fatturato anche nel comparto dentale. I relatori del mattino, extrasettore, sono partiti dalla contestualizzazione della profes- sione odontoiatrica nella società e nell’attuale momento stori- co. Nel pomeriggio, i professo- ri Piperno, Tosco e Monticelli hanno fornito dati riguardanti il comparto, le paure da sfatare confrontate con i dati rileva- ti dall’Istat (Piperno), l’effica- cia dell’applicazione dei criteri di gestione manageriale nello studio odontoiatrico, considera- ta comunque a tutti gli effetti una piccola impresa (Tosco) e, per concludere, l’applicazione dei comuni criteri contrattuali per i dipendenti dello studio, le relative possibili negoziazioni, contratti collettivi e ammortiz- zatori sociali applicabili (Mon- ticelli). In questa recensione non ci soffermeremo sulla cro- naca dell’interessante evento. Rimandiamo, per maggior com- prensione al portale dell’Andi, in cui sono presenti le registra- zioni integrali degli interventi, soffermandoci sugli aspetti di Professione odontoiatrica e società nell’attuale momento storico maggior rilievo, sugli elemen- ti propositivi per un futuro appagante e, in termini moder- ni, sostenibile e predicibile. Longo ha allungato lo sguar- do a un futuro di 10-15 anni, che troppi oggi non vogliono vedere o governare, senza pen- sare alle prossime generazioni, conseguenza unica delle scelte attuali. L’esempio è calzante: in Italia si sono fatti entrare 5 milioni di stranieri privile- giando la manovalanza rispet- to ad altre nazioni che hanno favorito laureati e intellettuali stranieri. E tutto ciò non sarà indolore. Rispetto al processo di industrializzazione, le categorie professionali tendono a opporsi, anche se è una realtà in tutte le attività artigianali. Questo processo non garantisce di per sé miglioramento né è sintomo di peggioramento. I capitalisti che investono in studi dentali in Italia sono comunque per ora marginali, come gli studi asso- ciati (566 su oltre 40.000 studi). Il reddito massimo prodotto dai più grandi studi non è assoluta- mente confrontabile con realtà quali quelle americane. Però è vero che produciamo il doppio di dentisti di quelli necessari al mercato e sempre più don- ne. Ora questi giovani in cerca di occupazione e le donne sono più disponibili alle consulenze rispetto a una attività impren- ditoriale. Alcuni dati non coin- cidono con quelli successivi di Piperno, ma la sostanza è comu- ne: i fondi integrativi per ora sono irrilevanti nell’area odon- toiatrica e tantomeno le assicu- razioni. Il problema vero è che solo il 30% della popolazione è curata regolarmente dal denti- sta: come fare per avere acces- so a un mercato potenziale più ampio? L’Andi rappresenta la metà dei dentisti e pertanto ha il diritto/dovere di intervenire per governare queste scelte. Dalla teoria, però, intrave- do tre risposte pratiche: due di carattere individuale e una col- lettivo, anche se giustamente – dice Di Vico – la soluzione del professionista è quella del Pae- se. Dopo un’attenta analisi dello sviluppo delle professioni fino agli anni ’90, dove il professio- nista decideva cosa doveva fare il cliente, era riconosciuto dalla società attraverso l’iscrizione a Ordini professionali e con una precisa etica; il sociologo Prand- straller guarda al nuovo pro- fessionista in preda a conflitti, competizioneel’associazionismo, ma individua un elemento di ripresa e di salvezza: la creativi- tà e la ricerca di nuove funzioni. Dopo molteplici esempi (architetti, psicologi, consulenti del lavoro), esorta il dentista a farsi carico di questa creazione di nuove funzioni, senza rasse- gnazione, ma anzi con giusta aggressività ricordando che la vendita e il marketing oggi sono il futuro di successo in qualsiasi produzione. Creare appetibilità e desiderabilità non può essere difficile per il dentista, là dove il viso e la bocca sono i simbo- li dell’amore, della sessualità, dell’attrazione e del piacere. Collegherei questo intervento, dunque, a quello del pomerig- gio di Tosco, che vede come ele- mento salva-studio, ma anche di crescita e progettazione, il controllo della propria impre- sa/studio dentale, con l’applica- zione dei criteri di contabilità, marketing, controllo gestione, coordinazione del personale. Non tutti gli studi hanno perso! Quel che conta oggi è quanto si è prodotto, non necessariamen- te un fatturato mal o non incas- sato. Prevedere, quantificare, gestire possono essere fattori di successo ma sicuramente aiuta- no a scegliere. Infine qualcosa di veramente speciale per tutti. Ma il professionista di che ceto fa parte? E quale ceto oggi sostienei il nostro Paese? Il ceto medio delle professioni – dice Di Vico – perché come sottoli- nea il sociologo bolognese dopo il postcapitalismo oggi ci si trova dinanzi a un capitalismo conoscitivo dove chi detiene la conoscenza produce valore e ric- chezza. Ma chi lo rappresenta tale ceto a livello istituzionale? Le vecchie divisioni sinistra- destra fanno riferimento a modelli di grandi industria e di ceto operaio, superati. Ma chi è il portatore di valori e di reddito italiano, da chi è rappresentato? Risposta scontata, ma le profes- sioni e la piccola impresa, ormai professionalizzata hanno biso- gno di una rappresentanza, che può pilotare finalmente anche le leggi. E laddove sono già tali, almeno incidere sui decreti attuativi (vedi ad es. fondi inte- grativi). Conclusione per tutti: il professionista (e quindi il den- tista) può e deve creare valore per sé, ma questo comporta un risultato sistemico. Quindi crea valore per tutti. Patrizia Gatto Alcuni momenti dell’evento a Villa D’Este. Dental Tribune alla Cena di Gala.

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