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IT pagina 22 È dunque l’odontoiatra a utiliz- zare il dispositivo per scopi “tra- sfusionali”, con le conseguenze del caso. Altro aspetto: se si adotta la procedura nell’interesse della salute del paziente, la parola d’or- dine deve essere “qualità e sicu- rezza, a prescindere dal costo del materiale”. Sotto questo profilo, ad esempio, è bene sempre veri- ficare che le provette usate siano validate per l’uso clinico sull’uo- mo e non a semplici fini diagno- stici (certificate IVD - In Vitro Diagnostic, come desumibile dall’etichetta). Meno costose delle altre, ma inutilizzabili a fini te- rapeutici, tali provette espongono l’odontoiatra che le usa in ambito clinico a pesanti responsabilità. Stefano Fiorentino Anno IV n. 2 - Maggio 2010Italian Edition 23Speciale RegeneRation

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