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4 Italian EditionAnno IV n. 2 - Maggio 2010 L’Intervista I bifosfonati possono aumentare il numero di fallimenti implantari La cura della parodontite e delle perimplantiti comporta l’eliminazione degli agenti patogeni parodontali. Studi microbiologici hanno dimostrato che una microflora comples- sa, tra cui gli agenti patogeni parodontali, si stabilisce subgengivalmente intorno agli impianti entro una settimana dal posizionamento dell’abutment e continua a persistere per lungo tempo. Dental Tribune Online ha parlato di tale processo con il dottor Sebastian G. Ciancio (Usa) durante IDEM Singapore e di ciò che i dentisti possono fare per ridurre i rischi di mucosite perimplantare. Il fallimento dell’impianto è, nella maggioranza dei casi, legato alla perdita di tessu- to duro (osso) che circonda l’impianto. Perché i medici dovrebbero esaminare anche quelli molli? Le ragioni per cui gli impianti falliscono sono molte. Secondo le ultime ricerche, entrano in gio- co la qualità dell’osso, lo scarso controllo della placca, il fumo, le condizioni d’insieme, i traumi chirurgici, farmaci, sovraccarico o parodontiti. Anche la genetica è stata considerata responsabile in alcuni casi, del mancato successo degli impianti. In considerazione di ciò, quando si verifica un caso di perimplantite, si deve prende- re in considerazione quanto si è appena detto. La placca in eccesso può comunque causare mucosite perimplantare, la quale, se non viene trattata, ha il potere di dif- fondersi apicalmente e infettare l’osso sottostante con conseguente perimplantite. Dal momento che gli impianti non hanno legamen- ti parodontali che li circondano, i meccanismi di difesa antibatte- rica non sono presenti. Pertanto si accresce la possibilità di diffu- sione dell’infezione apicale dal tessuto molle. Come contribuiscono gli agenti patogeni, associati a parodon- tite, al fallimento implantare? Gli stessi agenti patogeni che sono associati a parodontite lo sono anche alla perimplantite. Tra questi: P. gingivalis, A. Ac- tinobacillus, T. forsynthesis e, in misura minore, P. intermedius e T. Denticola. Inoltre, gli stessi meccanismi connessi all’avvio e al progredire della parodontite sono collegati all’inizio e al pro- gredire della parodontite. Le moderne superfici implan- tari influenzano forse i micro- bi collegati alla mucosite pe- rimplantare? Il tipo di superficie non sembra incidere sui microbi presenti in- torno agli impianti visto che la pellicola della saliva attacca tutti le superfici. Il biofilm batterico si sviluppa quindi sulla superficie di tale pellicola. Quali tipologie di trattamento sono disponibili al momento per la mucosite perimplantare e qual è la loro percentuale di successo? I concetti principali per il tratta- mento di gengiviti sono applicabi- li al trattamento di mucosite pe- rimplantare - controllo placca con ausili meccanici e agenti chemio- terapici e la rimozione periodica dei depositi attorno agli impianti. È noto che alcuni farmaci pos- sono contribuire a far sorgere la mucosite perimplantare. Quali gruppi sono stati identificati fi- nora? Ci sono alternative? I calcioantagonisti possono cau- sare l’allargamento gengivale intorno agli impianti con conse- guente formazione di pseudota- sche. Per controllare la pressione sanguigna e la funzione cardia- ca, sono a disposizione farmaci alternativi. I bifosfonati posso- no aumentare i fallimenti degli impianti, in particolare quando somministratati per via endo- venosa ai pazienti. Ci può essere anche un rischio di fallimento maggiore nei pazienti che assu- mono bifosfonati per via orale. Le alternative ai bifosfonati non sono così buone, ma comprendono un maggiore apporto di calcio e vitamina D. I pazienti che assu- mono farmaci che causano xero- stomia,possonoessereamaggiore rischio di fallimento implantare, dato che accumulano più plac- ca rispetto a quelli con normale flusso salivare e, in molti casi, agenti patogeni più virulenti. I pazienti che assumono sedativi e/o tranquillanti hanno bisogno di frequenti solleciti riguardo al controllo della placca, in quan- to creano un “atteggiamento di noncuranza”. Per loro devono essere previsti, pertanto, richiami a controlli più frequenti. Infine, i pazienti affetti da asma che fan- no uso di steroidi inalatori sono a maggior rischio di candidiasi orale, che si può presentare con sintomi simili a quelli della mu- cosite perimplantare.

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