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29dentistry 2_2010 cosmetic trends_cosmetic dentistry tesi totale si sono trovati, nella maggior parte dei casi, a dover rimuovere dai nuovi denti protesici le caratterizzazioni che l’odontotecnico aveva, con perizia da artista, incorporato. Chi mette una dentiera si toglie finalmente il gusto di avere quei denti bianchi e dritti che desiderava da tut- ta la vita o che ricordava bene di aver avuto da giovane. E poi il sostegno delle labbra... se quella flangia in resina non avesse il sapore della plasti- ca sarebbe perfetta! Attualmente i notevoli progressi tecnologici e merceologici ci consentono di ottenere risul- tati più confortevoli per il paziente e di restituire al volto la sua armonia integrando i trattamenti estetici dei tessuti periorali alle riabilitazioni in- traorali. I trattamenti, chirurgici e non, che coin- volgono l’estetica del viso hanno inevitabilmente un grande impatto sociale del quale sempre più si deve tener conto. L’applicazione delle tecniche di medicina estetica in odontoiatria costituisce uno strumen- to necessario per rispondere a questi bisogni. In questi dieci anni, durante i quali mi sono dedicato a imparare le tecniche di medicina este- tica, mi sono spesso sentito chiedere da pazienti che avevano ultimato le cure odontoiatriche di “mettere una bella cornice al lavoro appena ter- minato”. La cornice è quella che i familiari e gli amici guarderanno per prima e che aggiungerà valore a un’ottima riabilitazione intraorale. In un recente studio pubblicato su Angle Or- thodontics nel 2010, gli autori hanno investigato cosa interviene nel determinare l’attrattività di un sorriso comparando i giudizi di odontoiatri e gente comune. Le nove caratteristiche analizzate sono state: la quantità di gengiva visibile, il co- lore dei denti, gli occhi, il colore o l’acconciatura dei capelli, le labbra, l’armonia complessiva del viso, la qualità della pelle, la forma dei denti e il loro allineamento. Dallo studio è emerso che le due caratteristi- che che maggiormente influenzano l’attrattività di un viso sono la sua armonia complessiva e l’al- lineamento dentale, mentre l’organo che meno influenza questa valutazione è la qualità della pelle insieme ai suoi annessi (capelli). Possiamo, quindi, ribadire il concetto che trattare un volto solo negli aspetti cutanei, senza un’attenta ana- lisi delle sue caratteristiche globali non consente di ottenere i risultati positivi che si ottengono invece trattando i denti e migliorando l’aspet- to complessivo di quel volto. Il raggiungimento dell’armonia facciale è possibile dopo un’attenta analisi facciale, corredata di rilievi fotografici e un piano di trattamento, spesso multidisciplinare che coinvolge l’odontoiatra, in tutte le sue specia- lità e anche il chirurgo plastico o maxillo-facciale. L’utilizzo delle tecniche di medicina estetica, che appunto riguardano la scienza medica, ri- chiede un training appropriato. Figg. 2a, b, c_Foto prima, subito dopo e dopo 4 mesi. Utilizzo di tecniche di medicina estetica (acido polilattico, filler e tossina botulinica) per migliorare l'estetica del viso. Proiezione frontale. Figg. 3a, b, c_Foto prima, subito dopo e a 4 mesi. Proiezione a 45°. Fig. 2a Fig. 3a Fig. 2b Fig. 3b Fig. 2c Fig. 3c

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