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dentistry 2_2010 cosmetic44 meeting_intervista Qual è stato per lei il momento più soddi- sfacente di questo evento? Devo ammettere che per me i momenti di maggior soddisfazione sono sempre quelli nei quali si entra in contatto diretto con i partecipanti, sia nei momenti di pausa congressuale che ancor di più durante le tavole rotonde, che sono la vera cartina di tornasole della riuscita di un meeting. Se il pubblico rimane in sala e pone domande, se sul palco la discussione si anima e i relatori e i mo- deratori espongono i loro rispettivi punti di vista, allora si riesce davvero ad arrivare all’essenza dei problemi proposti, e chi partecipa può avere una visione più completa degli argomenti trattati. È illusorio pensare, soprattutto nei congressi dove i temi tocchino argomenti “scottanti” come il nostro, di dare tutte le risposte ai molti quesiti che la professione ci pone, eppure spesso le tavole rotonde riescono a integrare le visioni dei diversi relatori aiutando gli astanti a orientarsi tra i di- versi approcci ascoltati. Questo è il motivo che ci spinge sempre di più a impostare eventi “a tema”, soprattutto in ambiti controversi come quelli dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie che stan- no cambiando dal profondo la professione odon- toiatrica e odontotecnica. Anche nel prossimo congresso di novembre, dove l’argomento è trai più spinosi: fallimenti e complicanze nelle diverse branche della protesi, nell’ottica della prevenzione e della risoluzione… verrà dato spazio alle tavole rotonde e alle discus- sioni, incoraggiando gli intereventi del pubblico nello sforzo di creare un clima dialettico e colla- borativo. In una precedente intervista la sua aspet- tativa era di fornire un’effettiva sintesi dello stato dell’arte in implantoprotesi. Ritiene che i partecipanti, devo dire molto attenti e “in- collati” sulle poltrone congressuali, abbiano percepito e ottenuto questa informazione- formazione? Il parterre dei relatori era tale da dare il meglio di quanto oggi si sappia sull’argomento, e credo che la visione d’assieme che chi ha seguito i lavori ne ha tratto sia effettivamente attinente alla real- tà attuale, anche nei contrasti. Sappiamo la verità assoluta non esiste in nessun campo, tanto meno quando si trattino argomenti complessi come l’implantoprotesi, che negli ultimi anni è sempre più permeata dalle novità galoppanti che la tec- nologia e l’industria dei materiali ci forniscono, ma credo che anche le divergenze tra i relatori, anzi forse proprio queste, siano risultate utili per i professionisti esperti e informati che ne potranno trarre spunti utili al trattamento dei casi. Alcuni relatori hanno introdotto la loro presentazione, inquadrando i temi estetici e funzionali di implantoprotesi a partire dallo studio complessivo del viso, tema molto caro a Cosmetic Dentistry, e con un approccio ancora molto raro in Italia. Cosa ne pensa? Ritiene che l’interdisciplinarietà portanta avanti da lei in odontoiatria possa o debba essere allargata ad altre specialità quali me- dicina estetica, chirurgia plastica e maxillo- facciale? La valutazione “globale” del paziente è un concetto fondamentale dal punto di vista medi- co, purtroppo spesso sottovalutato dagli stessi medici oltre che da una quota parte dei dentisti, e non credo sia più possibile ai fini del benessere del paziente prescindere dalla valutazione este- tica, senza contare che estetica e funzione sono parenti strette e spesso un inestetismo macrosco- pico è indice di una alterazione del sistema che si riverbera sulla sua funzionalità (pensiamo solo alle asimmetrie mandibolari o alle perdite di dimensio- ne verticale). È peculiare osservare come proprio in una specialità come la nostra che è così attenta alla “microestetica”, quasi maniacalmente perse- guita con i nuovi materiali ed i restauri metal-free, vi sia una riottosità che rasenta il “puritanesimo” nei confronti dell’estetica del viso, che è cornice portante dei nostri restauri e spesso testimone della correttezza del nostro operato. Non solo quindi credo che l’interscambio con i colleghi che si occupano dell’”extra-dentale” sia proficuo, ma penso che oggi sia necessario per poter realmente Si è svolto a Riccione nei giorni 16 e 17 aprile 2010 il secondo Meeting Mediterraneo, nato dalla fusione dei due tradizionali simposi dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica: il Simposio Tirreno di Firenze e quello Adriatico di Pesaro. Il Meeting Mediterraneo nasce dal desiderio del Direttivo Aiop di offrire un momento culturale di ampio respiro nell’ottica della multidisciplinarietà. Quest’anno, partner dell’evento la Sicoi e Antlo formazione con un argomento comune: le sinergie tra protesi, chirurgia e implantologia nell’era delle nuove tecnologie. Cosmetic Dentistry rivolge direttamente al Dott. Gaetano Calesini alcune domande. Al II Meeting Mediterraneo il paziente è protagonista

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