CDIT0210

Noi abbiamo raccolto la sfida e oggi il nostro lavoro si muove sotto i dettami della divina pro- porzione. La routine pre-trattamento? Fotografa- re il paziente e trasferire la foto via Internet ai sistemi operativi on-line che provvederanno a sovrapporvi una specie di rete (una “maschera proporzionale” di bellezza) che mostrerà quanto i denti, le labbra, il naso, gli occhi si discostino dal rapporto aureo, in modo da poter valutare quali e quanti ritocchi sarà possibile eseguire per rendere più “bello” il sorriso e il volto. Tutto riconduce alla proporzione aurea, non dea né creatura della fan- tasia, bensì un numero (1,618) a cui i nostri denti, se perfetti, devono rispondere; il computer ci darà la possibilità, prima di ogni ricostruzione, di vede- re se è possibile avvicinarsi ai numeri magici e ri- spettare la conformazione della bocca del pazien- te. L’uomo, nel corso del tempo, ha acquisito un concetto di bellezza che si credeva fosse dovuto a un puro istinto, ma se andiamo a esaminare un volto che definiamo “bello” è facile scoprire come le distanze degli elementi che compongono il viso siano strettamente legati alla proporzione aurea. L’attualità di questo argomento ci viene con- fermata dalla frequente comparsa nelle copertine patinate delle più importanti riviste d’immagine del mondo, di volti e sorrisi che in maniera tra- volgente coinvolgono l’immaginario collettivo. Nel 2003, sulla copertina della rivista britan- nica Newsweek, è comparso il volto dell’attrice Elisabeth Harley come esempio di viso perfetto. Ma cosa aveva di così perfetto quel volto da giustificare la nomination? La risposta è “la sim- metria”, cioè il fatto di obbedire a una regolarità geometrica che rende l’osservato gradevole! fatti e opinioni_neuro-estetica

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