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25 Italian Edition Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 News Internazionali Quasi un mistero: il cervello non sa ben localizzare il mal di denti Erlangen /Lipsia (Germa- nia). I ricercatori hanno scoper- to che il cervello non è in grado di discriminare tra il dolore a un dente superiore e quello inferiore. Il risultato di questa ricerca, che sarà pubblicata sul- la rivista Pain, potrebbe aiuta- re a sviluppare trattamenti più efficaci per il dolore acuto dei denti, tipo carie o infezioni, e per dolori più persistenti tipo il “dolore fantasma”(1) di un dente dopo la sua rimozione. Guidati dal prof. Clemens Forsterdell’UniversitàdiErlan- gen-Norimberga (Germania), i ricercatori hanno analizzato l’attività cerebrale di volontari sani che hanno sperimentato il mal di denti. Trasmettendo brevi impulsi elettrici a un den- te canino superiore o inferiore a sinistra, si attiva una sensa- zione di dolore simile a quella che si prova nell’addentare un cubetto di ghiaccio. Per capire come il cervello risponda al dolore provenien- te da denti diversi, i ricerca- tori hanno usato la risonanza magnetica funzionale (FMRI) permonitorareicambiamentidi attività quando veniva stimola- to il dente superiore o inferiore. “All’inizio ci aspettavamo una notevole differenza, ma così non è stato”, ha dichiarato Forster. Molte regioni del cervello hanno risposto allo stesso modo al dolore trasmesso alla parte superiore e inferiore dei denti dai segnali provenienti da due distinti rami del nervo trige- mino. Il ramo mascellare (V2) trasporta i segnali del dolore dalla mascella superiore quello mandibolare (V3) li trasporta dalla mascella inferiore. I ricercatori hanno scoperto che le regioni della corteccia cerebrale, tra cui la somato-sen- soriale, l’insulare e la corteccia cingolata, si comportavano tut- te allo stesso modo per entram- bi i dolori ai denti. Si sa che tali regioni svolgono un ruolo importante nel meccanismo di proiezione del dolore, ma non sono emerse differenze di rilie- vo tra i due tipi di mal di denti. “La reazione era più o meno la stessa”, ha detto Forster, anche se, ha aggiunto, gli esperimen- ti compiuti potrebbero non aver preso in considerazione sottili differenze che potrebbero spie- gare il perché si possono localiz- zare alcuni mali ai denti. Poiché le regioni erano entrambe coin- volte in tutti e due le reazioni dolorose, sia il cervello sia il sog- getto sofferente non sono stati in grado di capire da dove pro- venisse il dolore. “I dentisti devono sapere che i pazienti non sono sempre in grado di indicare il luogo esatto da cui proviene il dolore – dice Forster – e ci sono ragio- ni fisiologiche e anatomiche a giustificare questa loro ‘non conoscenza’”. Claudia Salwiczek, DTI 1. Il dolore fantasma (phantom pain) si prova nell’arto amputato e varia da una serie di violente scosse elettriche a un dolore leggero. Anche la sua durata è variabile: da pochi secondi a molte ore. Lo avvertono molte persone che hanno subito amputazioni o estrazioni dentarie. In alcuni casi scompare col tempo, ma talvolta può ritornare, specie se si è stanchi o stressati o si sta poco bene.

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