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6 Anno VI n. 7+8 – Luglio-Agosto 2010 Medicina Interdisciplinare Italian Edition �0 �5 �2�5 �7�5 �9�5 �1�0�0 �0 �5 �2�5 �7�5 �9�5 �1�0�0 �0 �5 �2�5 �7�5 �9�5 �1�0�0 �0 �5 �2�5 �7�5 �9�5 �1�0�0 �S�Q�U�A�D�R�A��L�A�S�E�R��2�0�1�0��2 �m�e�r�c�o�l�e�d� � ��1�6��g�i�u�g�n�o��2�0�1�0��1�9�.�1�6�.�5�7 Dall’ipnosi un valido ausilio personale anche per il dentista In queste poche righe non desidero parlare dell’ipnosi come strumento di terapia per gli “altri” bensì come valido ausi- lio personale per il dentista. Nel mondoattualelerichiestechegli arrivano sono sempre più ampie in termini di capacità, tempo, attenzione, impegno, conducen- dolo pian piano in una spirale perversa. Pensiamo al “burned- out”, alla “sindrome da poltrona vuota” o, all’opposto, al trop- po lavoro (che in periodi come questi conviene assolutamente accettare, perché “del doman non v’è certezza”). Si aggiun- ga la necessità e obbligo degli aggiornamenti professionali, le incombenze di legge sempre più frequenti con relativa buro- cratizzazione del lavoro, gestio- ne del personale più complessa, pazienti sempre più pressanti. In un primo tempo si cerca di ottemperare al nuovo impegno, aumentando il tempo di lavoro, cominciando magari a sacrifica- re il riposo. Poi, non riuscendo a star dietro a tutto, si sacrifi- cano anche le relazioni sociali e infine, talvolta, la famiglia. Di qui un senso di angoscia per non riuscire a gestire gli eventi, che sfocia in stress cro- nico con possibilità di episodi acuti. Ciò che ne deriva influisce sempre più sulle capacità reatti- ve e professionali conducendo a errori di valutazione e dimen- ticanze che fanno precipitare il soggetto in un loop negativo che si autoalimenta. La paura di non riuscire, la conseguente mancanza di fidu- cia nelle proprie possibilità rap- presentano un fattore di stress molto importante. Quello stress che, secondo Seyle, “è una rispo- sta non specifica dell’organismo ad ogni agente ambientale per- turbante”. Il corpo si difende dai fatti e dagli agenti vissuti come stres- santi, attraverso la “sindrome di adattamento”, la cui funzione è proteggerlo da situazioni per- cepite come pericolose e impli- ca un lavoro di tipo nervoso ed endocrino che prepara l’organi- smo a una reazione di attacco o di difesa. La sindrome si attua in tre fasi: - allarme (stimolo surrenale conproduzionedicorticoidi); - resistenza (l’organismo si prepara e organizza per resi- stere); - esaurimento. Importante la qualità del- l’agente stressante, ma lo è altrettanto come la persona lo vive, dipendente dalla sua strut- tura di personalità. Lo stesso agente stressante può provocare reazioni diverse a seconda della persona che lo subisce: lo stato d’animo, la fiducia in se stessi, il grado di salute ed efficienza del corpo possono condizionare e mediare l’effetto stressante sull’individuo. Quando viene superata la soglia limite, diversa da persona a persona, allora si comincia, spesso, col somatizza- re. Tenendo presente che si regi- strano manifestazioni ansiose differenti per ogni individuo, con una gamma vastissima di sintomi, chi somatizza potrebbe presentare, tra gli altri: - un aumento della tensione muscolare con difficoltà nei movimenti, poca coordina- zione, fino a crampi; - aumento o diminuzione accentuata della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna con palpitazio- ni, tachicardia, extrasistoli, pallore o rossore fino allo svenimento; - sudorazione eccessiva; - disturbi gastrointestinali con nausea, conati e/o vomi- to, diarrea, stipsi; - respirazione affannosa; - insonnia; - tremori; - difficoltà di linguaggio, bal- buzie; - fame eccessiva o inappetenza. Accanto a sintomi così vistosi questo stato comporta una serie di sensazioni sgradevoli, di pen- sieri, fantasie, agitazioni la cui percezione nel dentista accresce l’apprensione e quindi il disagio. DT pagina 7

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