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12 Italian EditionAnno IV n. 3 - Settembre 2010 Case Report IT pagina 11 Bisogna ricordare che gli im- pianti, a differenza dei denti, non si muovono e quindi, se vi è disallineamento nella denti- zione, è fondamentale un tratta- mento ortodontico prima della terapia implantare, nel caso il paziente si sottoponga alla chi- rurgia implantare in una fase successiva. Se il piano di tratta- mento non segue questa sequen- za, l’impianto potrebbe diventa- re un ostacolo per il trattamento ortodontico successivo. Al paziente è stata prescrit- ta una terapia con Amoxicillin 500 mg (una compressa ogni sei ore, iniziando due giorni prima dell’appuntamento successivo) e sciacqui con Clorexidina (tre volte al giorno, sempre inizian- do due giorni prima dell’ap- puntamento successivo). È stato anche raccomandato un denti- fricio antitartaro per evitare la decolorazione dei denti. Il gior- no della chirurgia, la pressio- ne sanguigna del paziente era 119/73, con un battito cardiaco di 76. In regime di anestesia lo- cale (Lidocaina 2% HCl con epi- nefrina 1/50,000 x 2 cpl) e usan- do la diga di gomma, occhialini ingrandenti e un’illuminazione supplementare, il dente è stato sezionato in tre pezzi. Rimos- sa poi la diga, mediante pinze PDLEvator (Salvin), sono state estratte tutte e tre le radici sen- za alcuna complicazione. L’alveolo è stato curettato me- diante cucchiai al fine di pulire tutto il tessuto di granulazione e ingaggiare l’osso spongioso. Il dr. Jose M. Hoyo si è lau- reato presso la University of Puerto Rico School of Dentistry nel 1984. Ha conseguito il Cer- tificate of Advanced Graduate Studies in Endodonzia presso la Boston University’s Henry M. Goldman School of Graduate Dentistry nel 1994. Si occupa di endodonzia e implantologia nel suo studio nel Southern Massa- chusetts e può essere contattato all’indirizzo: drjhoyo@aol.com. Autore Questo passaggio cruciale provoca del sanguinamento e quindi promuove l’angiogenesi. La cresta dell’osso intraradico- lare è stata ingaggiata con la parte arrotondata di un osteo- tomo XiVE (DENTSPLY Fria- dent) ed è stato eseguito un rial- zo di seno secondo la tecnica di Summer. Sulla base del test di Valsalva, non vi erano segni di perforazione del seno. Gli alveoli e l’area del rialzo di seno sono stati innestati con una miscela di DBX e MCP usan- do la tecnica “marshmallow”. Questo tipo di innesto aiuta il sito a produrre il proprio osso in termini di minerali e collagene dalla DBX, e assicura un mi- glior effetto scaffold dall’MCP. L’area è stata coperta con una membrana PTFE, leggermente fissata sotto al periostio (non più di 2 mm). Le suture sono state eseguite con filo di acido poligli- colico mediante tecnica a punti incrociati (Fig. 3). Rimozione delle suture Le suture sono state rimosse due settimane dopo. Due set- timane dopo la rimozione del- le suture, al paziente è stata rimossa anche la membrana, prelevandola delicatamente con delle pinzette ed esercitando una lieve trazione (spesso non vi è neppure bisogni di anestesia). Il vantaggio dell’utilizzo di que- sta combinazione di alloinnesti è che il periodo di attesa per la rigenerazione è di circa sei mesi, contro i nove mesi necessari in caso di xenoinnesto. La quantità e qualità dell’osso appariva deci- samente migliore grazie all’uso di questo tipo di alloinnesto. Almomentodellasecondafase chirurgica, la pressione sangui- gna del paziente era 113/69 con un battito cardiaco di 64 (Figg. 4, 5). In regime di anestesia lo- cale (Lidocaina 2 per cento HCl con epinefrina 1/50,000 x 2 cpl), è stato eseguito un foro d’acces- so con un mucotomo 3.8 XiVE (DENTSPLY Friadent). È stata quindi usata la fresa pilota del sistema implantare ANKYLOS (DENTSPLY Friadent) per ese- guire una fresatura da 6 mm, appena prima del pavimento del seno (Fig. 6). È stata utilizzata una serie di osteotomi XiVE, dalla dimen- sione 2.0 fino a 3.4, per eseguire un rialzo di seno mediante tec- nica di Summer. L’osteotomia è stata preparata a una profon- dità di 11 mm (Fig. 7). È stato eseguito il test di Valsalva per verificare che non fosse stato perforato il seno. È stato quin- di posizionato un impianto ANKYLOS A11 (3.5 mm x 11 mm), ottenendo una stabilità primaria. La densità ossea per- cepita come D-3 durante la fase di fresatura, è mutata in D-2 con l’uso degli osteotomi. Sono stati quindi rimossi il mount transfer e la vite di copertura premontati sull’impianto, in- serendo al loro posto un sulcus former da 1,5 mm (abutment di guarigione) (Figg. 8, 9). Questo caso dimostra chiara- mente uno dei motivi per cui gli endodontisti vengono sem- pre più coinvolti nei casi di im- plantologia. Loro sono infatti in grado di fornire una valutazione globale del dente in questione e sono in grado di presentare al paziente le opzioni di tratta- mento migliori in base alla va- lutazione clinica. Fig. 1 - Radiografia pre-operatoria prima dell’estrazione. Fig. 4 - Radiografia periapicale che mostra la guarigione del materiale innestato dopo 4 mesi. Fig. 5 - Radiografia pre-operatoria del giorno della chirurgia. Fig. 6 - Perno guida nell’osteotomia dopo l’uso della fresa pilota da 2 mm. Fig. 7 - Radiografia che mostra l’osteotomo XiVE in situ durante l’osteotomia. Fig. 8 - Radiografia dell’impianto con il sulcus former (abutment di guarigione); la parte apicale dell’impianto è sotto alla membrana di Schneider. Fig. 9 - Radiografia bitewing che mostra il posizionamento sub-crestale dell’impianto con il sulcus former in posizione. Fig. 2 - Radiografia bitewing dopo la rimozione della carie. Fig. 3 - Alveolo innestato dopo l’estrazione.

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