Dental Tribune Italy, Settembre 2010, Vol. 6, No. 9

20 Speciale Italian EditionAnno II n. 2 - Settembre 2010 ODONTOIATRI GENERICI - SPECIALISTI IN ORTODONZIA E IMPLANTOLOGIA. È richiesta l’iscrizione all’Albo degli Odontoiatri ed un’esperienza minima di 4 anni. Inviare CV dettagliato, indicando la propria specializzazione a: hr@vitaldent.com Ricerca rivolta ad ambosessi (l.903/77). Allegare consenso al trattamento dei dati personali (D.lgs 196/2003) Cerchiamo medici odontoiatri che condividano il nostro progetto. Collaborazioni settimanali flessibili Possibilità di mantenere il proprio lavoro Tecnologia all’avanguardia www.vitaldent.com VITALDENT è il più importante network europeo di franchising odontoiatrico, in Italia abbiamo già più di 50 cliniche: venite a lavorare con noi. OK_VITALDENT NEW 102x124 29-07-2010 15:50 Pagina 1 Per ulteriori approfondimenti, consultare Laser Welding, volume di cui Carlo Fornaini è co-autore nel sito www-scyio.com. LT pagina 19 Numerosi test sono stati ese- guiti su placche di CrCoMo combinando tra loro i differen- ti parametri utilizzabili dalla nostra apparecchiatura(13) . I cam- pioni sono quindi stati processati attraverso un tecnica ottica di non-contatto complessa, chiama- ta “interferometria”, che consente di effettuare un’accurata analisi tridimensionale della superficie riguardante le modificazioni di volume, dimensioni, profondità e rugosità. Al fine di ottenere un processo di saldatura il più ottimale possi- bile con le minime deformazioni e distorsioni, abbiamo deciso di utilizzare, alla luce dei risultati ottenuti, i seguenti parametri: Potenza: 9.90 W Frequenza: 1 Hz Energia: 9.90 J Durata dell’impulso: 15 msec Spot: 0.6 mm Fluence: 3300 J/cm2 Distanza focale: 30 mm Abbiamopoieseguitodeitestsu placche in CrCoMo e su fili orto- dontici in acciaio per paragonare la saldatura ottenuta con il nostro laser odontoiatrico (Fotona, SLO) a quella effettuata con uno nor- male da saldatura per laboratorio odontotecnico (Rofin, GER)(14) . I test sono stati effettuati sia con aggiunta di materiale da riempi- mento (filler) che senza, e i risul- tati analizzati mediante tecniche di microscopia ottica, elettronica (SEM), Radiospettroscopia Ener- gidispersiva (EDS) e test mecca- nici di resistenza (DMA). Lenostreanalisihannorilevato processi di saldatura molto simi- li per aspetti microstrutturali, distribuzione degli elementi nella lega, resistenza alla sollecitazione meccanica dei giunti e manteni- mento del modulo elastico dei fili, caratteristica, quest’ultima, che potrebbe rendere la tecnica mol- to efficace quando applicata alle apparecchiature ortodontiche. Le sole differenze hanno riguardato le dimensioni del cordone di saldatura, molto più piccolo nei campioni saldati con Fidelis, a causa delle minori dimensioni dello spot e la pre- senza di un maggior numero di fissurazioni nei campioni saldati senza filler con Fidelis. Il secon- do fenomeno potrebbe dipendere dal fatto che il laser Rofin, come tutti quelli da laboratorio, ope- ra sotto un’atmosfera di Argon comunque indispensabile allor- ché si lavora con il titanio, oltre a limitare l’ossidazione del metal- lo. Abbiamo pertanto deciso di apportare al nostro laser una modifica, aggiungendo una bom- bola di Argon collegata a un tubo che diffondesse il gas esattamen- te al punto di impatto del raggio, con una valvola comandata da un pedale supplementare. I test effettuati con questo dispositivo su placche di titanio hanno dimo- strato l’assenza completa di ossi- dazione. Questa tecnica potrebbe essere utilizzata pertanto anche in implantologia, dove viene uti- lizzato prevalentemente il titanio. Prima di passare alla fase di sperimentazione in vivo, l’ulti- ma serie di test, ha riguardato la valutazione dell’elevazione termi- ca nei tessuti biologici vicini al punto di saldatura(15,16) . Per rea- lizzarli abbiamo usato mandibole bovine, sui cui molari sono state applicate coppie di placche a U saldate tra di loro. La tempera- tura durante l’irradiazione laser è stata rilevata, superficialmen- te mediante camera termica, in profondità, con l’installazione di 4 termocoppie (camera pulpare, sulcus, apice radicolare e osso). In tutti i casi l’aumento di tempera- tura è stato inferiore ai 1.5 gradi. Analogo test è stato effettua- to, su mandibole suine, monito- rando la temperatura durante la saldatura di barre di titanio su impianti endossei precedente- mente inseriti. Anche in questo caso i valori riscontrati sono risul- tati assolutamente al di sotto dei valori di rischio biologico. Casi Clinici Paziente AM, maschio di 59 anni, in trattamento combinato implan- to-protesico all’arcata superiore. Al fine di procedere alla riabili- tazione dell’arcata superiore, sono stati inseriti 5 impianti endossei e preparate 2 corone (Fig. 1). Per la prova della struttura metallica, d’accordo con il laboratorio odon- totecnico, si è deciso di confezio- nare il manufatto in due sezioni distinte, in modo da verificare al massimo la presenza di un buon adattamento alle strutture bio- logiche. Effettuato il controllo, si è deciso di bloccare la posizione delle due parti attraverso un pro- cesso di saldatura laser intraorale (ILW). Per proteggere i tessuti molli circostanti dalle eventuali scheg- ge metalliche prodotte dal proces- so di saldatura, si è applicata una mascherina costruita con silicone normalmente usato per rilevare le impronte in protesi fissa, con un foro nel punto da irradiare. Si è quindi proceduto a effettua- re la saldatura, coi parametri già descritti l’ausilio di un filler (Fig. 2). L’intera procedura è durata 7 minuti, mentre il tempo effettivo di irraggiamento laser è stato di 150 secondi. Dopo la rimozione dalla bocca, la struttura è stata inviata al labo- ratorio odontotecnico per com- pletarne la realizzazione (Fig. 3). Nella fase della saldatura intra- orale e nel periodo successivo, il paziente non ha riferito sensazio- ne relativa a dolore, discomfort o problematiche di altro tipo. A quattro settimane dall’ope- razione, la protesi completata è stata applicata definitivamente al paziente (Fig. 4). Paziente VS, femmina di anni 14, in trattamento ortodontico mediante distalizzatore palatale tipo “Veltri” modificato per inseri- re in arcata 14 e 24. Durante il controllo dell’appa- recchiatura si notò che un braccio che collega la vite centrale ad una delle bande si era dissaldato (Fig. 5). Giudicando molto rischioso rimuovere l’apparecchio in que- sta fase di attivazione, ma avendo nel medesimo tempo l’esigenza di riportare la situazione alla norma, si è deciso di ricorrere alla tecnica di saldatura intraorale. Per isola- re i tessuti molli vicini alla zona di saldatura, è stato utilizzato un foglio di silicone reperibile in commercio, normalmente usato per isolare i cibi durante la cottu- ra (Fig. 6). La procedura di saldatura, effettuata con i parametri in precedenza descritti e senza l’ap- porto di filler, è durata 2 minuti con un tempo effettivo di irradia- zione laser di 20 secondi (Fig. 7). Durante il processo la paziente non ha riferito alcuna sensazio- ne sgradevole. Dopo l’interven- to, l’attivazione dell’apparecchio si è potuta riprendere attraverso l’apertura della vite (Fig. 8). Conclusioni La possibilità di saldare diret- tamente in bocca metalli e leghe di qualsiasi tipo, sfruttando i vantaggi offerti dalla tecnolo- gia laser, rappresenta un grande punto di arrivo per la moderna odontoiatria tecnologica. Infat- ti, oltre che nella riparazione intraorale di protesi fratturate, si può impiegare con successo per fissare la posizione delle parti protesiche durante le fasi di fab- bricazione. Ma rappresenta anche un gran punto di partenza da cui ci si augura nascano nuove idee, applicazioni e stimoli attraverso cui caratterizzaree e implemen- tare sempre più una nuova bran- ca dell’odontoiatria: la Saldatura Laser Intraorale (ILW). La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8

Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download