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DT Italian Edition, Novembre 2010, Anno VI n. 11

6 Italian EditionAnno IV n. 2 - Novembre 2010 Clinica & Pratica ET pagina 5 L’endodonzia chirurgica oggi può essere eseguita con una accuratezza e predicibilità di risultati che non era possibile raggiungere10o15annifa.L’in- grandimento e l’illuminazione, insieme ai nuovi strumenti e ai nuovi materiali, garantiscono una percentuale di successo più elevata di quanto non si sia mai avuto fino a ora. Utilizzando il microscopio, l’incisione è più accurata, il sol- levamento del lembo è meno traumatizzante per i tessuti molli, l’osteotomia e l’apicecto- mia sono più conservative. Utilizzando le punte da ultra- suoni, la preparazione della cavità retrograda è più preci- sa, perfettamente in asse con il canale radicolare, l’intera sua superficie è più detersa, l’ottu- razione retrograda è più accu- rata e l’esatto riposizionamento dei tessuti molli garantisce una guarigione perfetta senza alcu- na cicatrice. Per tutti questi motivi, l’in- tervento chirurgico garantisce oggi dei risultati più predicibili e una percentuale di successo più elevata. Su gentile concessione del blog in Odontoiatria www.zerodonto.com. Fig. 1 - Il microscopio operatorio è ormai da anni lo strumento indispensabile senza il quale non è possibile eseguire questo tipo di interventi che richiedono una precisione assoluta. Gary Carr di San Diego, colui che ha rivoluzionato l’endodonzia chirurgica alla fine degli anni ’80 con l’introduzione delle punte da ultrasuoni, colui che ha insegnato a mezzo mondo (compreso il sottoscritto) l’utilizzo del microscopio operatorio, affermava: “Il dentista che non ha capito la differenza che c’è tra più e meno mezzo millimetro, è bene che cambi mestiere!”. Fig. 2 - La breccia ossea deve essere sufficientemente ampia da consentire l’introduzione delle punte da ultrasuoni, ben diversa quindi dalle brecce ossee che si usavano anni fa, molto più ampie e mutilanti, per consentire l’introduzione del manipolo e della fresa. Fig. 3 - La resezione apicale viene eseguita con un taglio della radice quasi a 90°, ben diversa dal “bisello” a 45° che veniva usato una volta per poter avere il canale radicolare rivolto verso l’operatore che con la fresa e il manipolo diritto eseguiva la cavità per l’otturazione retrograda. Tale amputazione richiedeva tra l’altro una notevole asportazione di struttura radicolare vestibolare, nel caso fosse stato necessario raggiungere l’eventuale radice palatina. Fig. 4 - La punta da ultrasuoni va posizionata inattiva e deve essere attivata solo successivamente. Con essa si prepara una cavità di I classe, in asse con il canale radicolare, detersa su 360° e in particolare sulla superficie vestibolare, zona che era impossibile da detergere e preparare con l’utilizzo delle frese. Fig. 5 - La preparazione della cavità retrograda eseguita con l’utilizzo delle punte da ultrasuoni deve essere profonda almeno 3 millimetri ed essere in asse con il canale. Considerando il fatto che con l’“apicectomia” si asportano in genere i tre millimetri apicali della radice, quelli cioè che contengono il maggior numero di canali laterali e accessori, in pratica con l’intervento vengono trattati sei millimetri di endodonto. Fig. 6 - Il Micro Apical Placement (MAP) System è oggi considerato lo strumento di elezione per poter posizionare il materiale da otturazione retrograda nella cavità preparata. Fig. 7 - L’ago scelto del MAP System viene prima provato per controllare il suo adattamento alla cavità preparata. L’ago deve poter entrare leggermente al suo interno, e il pistone che deposita il materiale, essendo più lungo dell’ago, agisce anche da plugger, iniziando la compattazione del materiale stesso. Fig. 8 - L’ago del MAP System ha appena depositato l’MTA all’interno della cavità retrograda, senza che sia avvenuto il minimo spargimento di materiale nei tessuti circostanti. La tecnica può essere eseguita con il massimo di precisione, grazie all’ingrandimento garantito dal microscopio e alla micro-strumentazione che ad esso si accompagna. Fig. 14a, b - Radiografia pre- operatoria e controllo a due anni dei due premolari inferiori di destra. Si notino le dimensioni delle otturazioni retrograde, perfettamente in asse con il canale, profonde circa tre millimetri e rispettose delle dimensioni originali del canale. 12 13 Figg. 12, 13 - Radiografie pre-operatorie e controllo dopo due anni. Nel corso del ritrattamento ortogrado il molare aveva mostrato di avere i due canali della radice mesio-vestibolare completamente insondabili. Data la presenza della lesione e dei sintomi, è stato deciso l’intervento di endodonzia chirurgica. Il controllo a distanza di tempo mostra la completa guarigione. Fig. 9 - Con il microspecchietto si controlla l’otturazione appena eseguita. L’uso del microspecchietto rappresenta l’unico momento in cui, durante l’intervento di endodonzia chirurgica, si lavora in visione indiretta. Fig. 10 - La sutura consigliata oggi è in poliestere rivestito da teflon, materiale che non trattiene placca batterica. Il calibro più utilizzato è 6/0, ma talvolta può rendersi necessario anche la sutura di calibro 7/0, praticamente invisibile ad occhio nudo. In questa immagine si vede la sutura 6/0 appena eseguita. Fig. 11 - Questa foto, relativa al caso della figura precedente e scattata dopo 6 mesi dall’intervento, mostra la perfetta guarigione senza il benché minimo esito cicatriziale. L’incisione “paramarginale” era stata fatta in gengiva aderente incidendo i tessuti con il bisturi a 90° (senza fare cioè un’incisione bisellata come era raccomandato una volta) e la sutura era stata rimossa dopo 24 ore.