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DT Italian Edition, Novembre 2010, Anno VI n. 11

15 Anno IV n. 2 - Novembre 2010Italian Edition ET pagina 14 UtilizzandoillaserEr,Cr:YSGG, con punte da 200 e 320 microns a 2W 20Hz, su canali curvi e dritti, conclusero che l’irradiazione laser era in grado di preparare canali dritti e con curvatura inferiore a 10°, mentre in canali più curvi si manifestavano effetti collatera- li, quali perforazioni, bruciatu- re e sovra strumentazione(21-23) . Uno studio di Inamoto e colla- boratori (2009) ha investigato la capacità di taglio e gli effetti morfologici dell’irradiazione di un laser Er:YAG, in vitro, uti- lizzando 30mJ a 10Hz e 25Hz, con una velocità di estrazione della fibra di 1mm/sec e 2mm/ sec, con risultati ancora positi- vi(30) . Anche un recente studio di Minas et al. (2010) ha riportato positivi risultati nell’utilizzo del laser Er,Cr:YSGG a 1,5, 1,75 e 2,0W, 20Hz, con spray d’acqua(31) . Le superfici preparate con il laser Erbium risultano ben deterse e prive di smear layer, ma spesso molto scalinate (ledging), ruvide, con rischio di bruciature dentina- li, di perforazione o trasposizione apicale. Effettivamente, la sago- matura canalare eseguita con i laser erbium risulta essere oggi, una procedura alquanto compli- cata, realizzabile solo in canali larghi e dritti e senza apportare particolari vantaggi. Decontaminazione del sistema endodontico Gli studi sulla decontamina- zione canalare, fanno riferimento all’azione degli irriganti chimici usualmente utilizzati in endodon- zia (ipoclorito di sodio ed acqua ossigenata), in combinazione con soluzioni chelanti per una miglio- re detersione dei tubuli dentina- li (acido citrico ed EDTA). Uno degli studi di riferimento è quello di Berutti et al. (1997), che ripor- ta come l’ipoclorito di sodio abbia potere decontaminante fino a cir- ca 130 microns di profondità nella parete radicolare(32) . Le conoscen- ze sulla colonizzazione delle dif- ferenti specie batteriche nelle pareti dentinali riferiscono della presenzadicoloniebatterichesino a 1,1mm di profondità(33) . I laser sono stati inizialmente introdotti in endodonzia proprio nel tentati- vo di aumentare la decontamina- zione del sistema endodontico(2-7) . Tutte le lunghezze d’onda hanno presentato un elevato potere bat- tericida per il loro effetto termico, che a diverse potenze e con diver- sa capacita di penetrare le pare- ti dentinali, genera importanti modificazioni strutturali delle cellule batteriche; il danno ini- ziale avviene a carico della parete cellulare, con alterazione del gra- diente osmotico, rigonfiamento e morte cellulare(16,34) . Decontaminazione con Near Infrared laser La decontaminazione canalare laser assistita, eseguita con laser nearinfrared,richiedecheicana- li vengano preparati in maniera tradizionale (preparazione apica- le con strumenti ISO 25/30), non avendo questa lunghezza d’onda nessuna affinità e quindi capaci- tà ablativa sui tessuti duri. L’ir- radiazione viene eseguita quindi al termine di una preparazione endodontica tradizionalmente eseguita, come passaggio fina- le per decontaminare il sistema endodontico prima dell’ ottura- zione,portandounafibraotticadi 200 micron di diametro a 1 mm dall’apice e retraendola con movi- mento elicoidale (in 5-10 secondi a seconda dei differenti proto- colli proposti); oggi è consigliato eseguire questa procedura in un canale ripieno di irrigante endo- dontico (meglio l’EDTA o l’acido citrico) per ridurre gli indesidera- ti effetti morfologici(9,35-38) . Schoop et al. (2004) hanno dimostrato su modello speri- mentale come i laser diffondano la propria energia in profondità nella parete dentinale, dimo- standosi fisicamente più efficaci dei tradizionali sistemi irrigan- ti chimici nel decontaminare le pareti dentinali in profondità(8) . Il laser Nd:YAG (1064nm) laser ha mostrato riduzione batterica dell’85%a1mm,mentreillasera diodi810nmdel63%a750micron e inferiore per il diodo 980nm. Questaspiccataedifferentepene- trazione è dovuta alla scarsa e differente affinità di queste lun- ghezze d’onda per i tessuti duri e per la tipica capacità di diffusione non uniforme, che permette alla luce di raggiungere e distrug- gere per effetto termico i batte- ri anche in profondità (Fig. 5). ET pagina 16 Fig. 5 - Localizzazione a 1mm dall’apice delle fibre dei laser near infrared, e diversa penetrazione nella parete dentinale dei laser Nd:YAG e a diodi 810nm (a destra). Clinica & Ricerca