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DT Italian Edition, Novembre 2010, Anno VI n. 11

4 Italian EditionAnno VI n. 11 - Novembre 2010 News e Commenti La fidelizzazione del paziente con lo sbiancamento dentale professionale Smiling System Tecnica e armonia fanno la bellezza di un sorriso bianco La GIDIEMMESMILE sarà il Vostro partner nella comunicazione e nella ricerca di nuovi pazienti Via Parini, 1/8 - 40033 Casalecchio di Reno (BO) - Italy Tel. (+39) 051 6167418 - Fax. (+39) 051 6187757 www.gdmsmile.com - info@gdmsmile.com Ese_DTrib_novembre.indd 1 19-10-2010 11:55:48 La formazione come vantaggio competitivo Durante il II congresso nazionale dell’ICD, uno degli interventi che ha riscosso la maggior curiosità, anche in virtù dell’argomento trattato, è stato quello del Dottor Sergio Borra, amministratore delegato della Dale Carnegie Italia. Il dottor Borra si è reso disponibile a dedicarci qualche minuto per rispondere ad alcune nostre domande. Dottor Borra, vuole innanzi- tutto spiegare meglio ai nostri lettori che cosa è la Dale Car- negie e cosa rappresenta nel campo della formazione? La Dale Carnegie nasce da un’idea del suo fondatore nel 1912, con l’obiettivo di aiutare le persone a comunicare meglio al fine di ottenere migliori risulta- ti nella loro vita professionale e personale. Dopo 98 anni siamo arrivati ad avere più di 7.000.000 di parte- cipanti nel mondo,una presenza in 83 paesi con training eroga- ti in 28 lingue e ad avere come clienti 425 tra le 500 più grandi società mondiali. Ne consegue, evidentemente, che è per me un grande orgoglio essere portavoce di una realtà così importante e strutturata, con una storia così significativa attorno a sé. Fare aula per la Dale Carne- gie significa portare il proprio contributo in modo personale nel contesto di un percorso già ben definito e tracciato a livel- lo mondiale, con binari precisi da seguire e nello stesso tempo adattabili e personalizzabili secondo la cultura di ogni paese. Questa sua descrizione mi porta a chiederle: ma chi è un formatore, e qual è il suo compito? La domanda è sicuramente mol- to interessante. Mentre esistono professioni dai contorni ben definiti (un medico è un laure- ato in Medicina, un ingegne- re è un laureato in Ingegneria ecc.) , purtroppo la professione del formatore si presta a diverse connotazioni, non sempre chiare e corrette. Molto spesso alcune persone si qualificano tali solo per aver let- to qualche libro o aver ascoltato qualche conferenza, con l’inevi- tabile risultato di non ottenere alcun successo formativo ed anzi ingenerare nell’uditorio l’im- pressione di aver sprecato tempo e soldi senza alcun ritorno. In realtà, società serie richiedo- no ai propri formatori, prima di essere certificati come tali, un lungo e complesso percorso di formazione, in cui devono esse- re affrontati differenti livelli di apprendimento e per ognuno dei quali deve essere dimostrato l’opportuno superamento. Solo tramite una preparazione e una formazione continua e rigorosa si può puntare ad ave- re una adeguata preparazione e competenza e quindi trasmettere realmente un valore aggiunto. Gli ambiti di applicazione sono molteplici: dai corsi per potenziare alcuni pilastri com- portamentali (relazioni inter- personali, autostima, leadership, capacità di comunicare efficace- mente ecc.), ai corsi per parlare in pubblico, ai corsi di memoriz- zazione e lettura veloce… L’obiettivo comune è quello di insegnare, o meglio trasmettere, quei principi base che con rigo- re scientifico e attendibilità con- solidata sono il fondamento di qualunque relazione interperso- nale. Ritengo che fiducia, stima, reputazione non siano solo fatti emotivi e istintuali, ma su di essi si possa lavorare in modo serio e scientifico, non privandoli della loro componente emozionale, ma integrandoli per i corretti bisogni lavorativi. Dottor Borra, chi ritiene pos- sa essere il destinatario di questo tipo di formazione? Un errore comune e diffuso è quello di pensare che queste attività siano esclusivamente appannaggio di grandi azien- de o istituzioni con centinaia o migliaia di dipendenti. Mol- to spesso mi sento dire “la mia è una piccola struttura, cosa vuole che faccia corsi di forma- zione!”. Nulla di più sbaglia- to. Noi teniamo corsi non solo alle grandi aziende, ma anche a liberi professionisti e piccoli gruppi. In realtà, ogni profes- sione comporta contatti e rela- zioni interpersonali; quanto maggiore e migliore è la capa- cità di gestire queste relazioni tanto maggiore sarà la propria serenità, il proprio successo e la propria soddisfazione personale e professionale. E la riduzione dello stress. Totalmente a prescindere dalla professione esercitata. Il nostro giornale si rivolge a un pubblico di dentisti, ai quali in passato e con alterne vicende sono stati proposti ed erogati corsi o attività forma- tive con risultati non sempre entusiasmanti. Lei ritiene che anche i nostri lettori, i dentisti appunto, possano beneficiare di questo tipo di formazione? Non sono ovviamente in grado di esprimere opinioni o pareri sull’attività e su eventuali risul- tatiottenutidaaltri.Comehogià detto, non è sufficiente avere un buon eloquio o capacità istrioni- che per essere un facilitatore. La nostra funzione dovrebbe essere appunto quella di facilitare, cioè ottenere l’emersione da parte degli astanti di quei principi, valori, interessi ed obiettivi che sono già presenti ma latenti in ognuno di loro, di noi. Tutto questo si ottiene con un criterio, un metodo, un lavoro serio ed importante. Anche e soprattutto per questo credo che i dentisti possano esse- re degli ottimi “allievi”. In quanto operatori in ambito sanitario, siano essi medici spe- cialisti od odontoiatri, hanno insito nella loro professione e formazione culturale il bisogno di un agire su base scientifica, validata e basata su prove. Così come nessun dentista utilizze- rebbe una tecnica o un materiale se non preventivamente verifica- ta nella sua efficacia, in analoga maniera nessuno di loro dovreb- be “ formarsi” presso chi non ha le necessarie e verificabili quali- fiche professionali. E, a quel punto, i vantaggi che ne deriveranno saranno sicura- mente molteplici. Dalla possibilità di ottenere maggior soddisfazione e risul- tati da un lavoro affascinante ma logorante se non ben gesti- to (non dimentichiamo che è la categoria professionale che vede, specie in alcune nazioni, il più alto tasso di suicidi, e uno dei nostri punti di forza è quello di insegnare a vincere lo stress o ad usarlo come elemento vin- cente), all’ottimizzare i propri rapporti e le proprie relazioni con tutte le persone che costitu- iscono il proprio campo d’azio- ne: odontotecnici, collaboratori (colleghi o personale dipenden- te) e pazienti. Nella mia presentazione di Novi Ligure ho posto l’accen- to sul significato e sul valore della fiducia declinata nei suoi molteplici aspetti. Solo un rap- porto adeguatamente basato sulla fiducia porterà ad avere collaboratori motivati che lavo- rano davvero per noi e non solo con noi; solo una corretta rela- zione basata sulla fiducia por- terà all’acquisizione di nuovi pazienti e al mantenimento di quelli esistenti. Quindi, occorre migliorare la nostra autostima, la nostra capa- cità di esercitare leadership, la nostra attitudine nel comuni- care e soprattutto nell’ascoltare. Migliorare la capacità di ascol- to con le adeguate modalità comporterà miglior empatia e condivisione con il paziente, le cui esigenze informative dimi- nuiranno progressivamente passando ad una relazione più basata sulla fiducia reciproca e condivisa. Tutto questo, come ci ha spiegato l’avvocato Melca nella sua relazione al congresso dell’ICD di Novi, ridurrà anche molto la possibile litigiosità e il conseguente contenzioso medi- co-legale. Occorre non dimenticare mai che tutti noi siamo pagati non per quello che sappiamo, ma per ciò che facciamo con quello che sappiamo. E i dentisti, abituati a leggere, documentarsi, fre- quentare congressi, sono sicura- mente d’accordo con un vecchio aneddoto: a chi si lamentava per il costo di un corso, venne rispo- sto: “Se pensi che la conoscenza e l’istruzione siano costosi, vedrai tra qualche anno quanto ti sarà costata la tua ignoranza!” Ringraziamo il dottor Bor- ra per aver condiviso con noi alcuni aspetti della sua inte- ressante professione ed averci fatto capire che a volte vivere meglio, con più serenità e meno stress, e avere risultati miglio- ri nel lavoro e nelle relazioni interpersonali, non è frutto del caso ma un obiettivo otte- nibile lavorando in modo ade- guato su di noi e sulle nostre emozioni. Perché alla fine, uno degli obiettivi più importanti per ognuno di noi è imparare a sorridere e avere entusiasmo in tutto ciò che facciamo. Come dice Sergio Borra, perdere l’entusiasmo provoca rughe nell’anima, e per queste rughe non esistono botulino o rivitalizzanti! Mauro Labanca Dal 1912 la Dale Car- negie è un punto di rife- rimento mondiale per il business training, la consulenza e la forma- zione a supporto di azien- de e persone. Lo slogan “Sviluppiamo il fattore competitivo della vostra organizzazione - Le per- sone”, racchiude tutto l’impegno che la Dale Carnegie dedica ai pro- pri Clienti. Grazie a 98 anni di risultati concre- ti fatti ottenere ai propri clienti, la Dale Carnegie è in grado di offrire, oltre a numerosi Corsi e Semi- nari, soluzioni azien- dali personalizzate e su misura per ciascuna organizzazione, al fine di supportarne lo sviluppo e accompagnarla verso il raggiungimento di obiet- tivi specifici e il successo. www.dalecarnegie.it