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DT Italian Edition, Novembre 2010, Anno VI n. 11

8 Italian EditionAnno VI n. 11 - Novembre 2010 Trends DT pagina 7 Questa struttura ha pratica- mente la funzione di “canino posteriore”, oltre a svolgere un importante ruolo di stop anti- retrusivo insieme al versante palatale della cuspide linguale del primo premolare superiore. Non a caso i primi contatti che si evidenziano manipolando la mandibola in posizione di rela- zione centrica sono su questi versanti cuspidali! Verso la fine del ciclo si deve avere un contatto sul canino del lato opposto che favorisca l’azione di schiacciamento degli alimenti da parte dei muscoli elevatori del lato masticante creando una leva di 2° tipo. In questa situazione la “funzione canina” acquisisce tutto il suo significato. In ortodontia ben si conosce il rapporto che unisce la posizio- ne del primo molare superiore con quella del canino controla- terale (linea di Brodie ripresa da Ricketts). Questi due denti possono essere definiti come i “direttori” della cinematica masticatoria. In particolare, il primo mola- re superiore, la cui direzione di eruzione è dettata in primis dalla base cranica e secondaria- mente dalle forze funzionali, costituisce il “centro stoma- tognatico” attorno al quale si realizza lo sviluppo del piano occlusale e conseguentemente del rapporto bimascellare(12) . La registrazione dei contat- ti occlusali molari quando si chiede di serrare i denti su car- ta d’articolazione simulando un movimento centripeto di masti- cazione è molto esplicativa. Le guide esistono tanto sui lati “lavoranti” che su quelli “non lavoranti”. Diventa essenziale conoscere i tragitti delle guide funziona- li perché il fatto di scambiar- le per interferenze, e quindi molarle, porterebbe ad alterare l’informazione propriocettiva e di conseguenza l’efficienza masticatoria. Riassumendo: - lo studio dei cicli mastica- tori porta a rivedere teorie e tecniche terapeutiche “gnatologiche” general- mente applicate nella ria- bilitazione occlusale; - la scelta dell’occlusione da ricostruire deve tener con- to dell’insieme funzionale individuale che inoltre si modifica fisiologicamente con l’età; - un iter procedurale stereo- tipato ha poche probabilità di essere compatibile con il sistema artromuscolare del paziente anche se lo stesso è in grado di mettere in atto qualche adattamento; - il bilanciamento e/o il restauro delle strutture occlusali che si trovino in situazione di squilibrio o che siano andate distrut- te per varie cause, devono far evolvere il concetto di molaggio selettivo, in cui è prevista solo la riduzione di sostanza dentale, verso un approccio più completo e coerente di riabilitazione occlusale funzionale che si basi su metodiche di sottra- zione e di addizione e/o di ortodonzia(13) . Il T-Scan® III nella diagnosi occlusale L’analisi occlusale compu- terizzata si effettua tramite un dispositivo (T-Scan® III) che rileva e analizza i contatti occlusali utilizzando dei sen- sori particolarmente sottili (60 micron) contenenti, tra due fogli di poliestere giustappo- sti, uno speciale inchiostro che risponde alla pressione dimi- nuendo la resistenza elettrica tra fili conduttori di argento incorporati nel sensore. Tale sensore, applicato sull’apposita forcella del cavo di collegamento, invia i dati ricavati all’unità centrale che li elabora mediante il proprio software. Esso permette di: - registrare i contatti occlu- sali; - visualizzare i contatti e associarli a denti specifici; - analizzare i dati, con rela- le(18-22) (Fig. 2). L’indiscutibile vantaggio della registrazione dei contat- ti occlusali attraverso questa apparecchiatura, rispetto al tradizionale rilevamento otte- nibile con l’utilizzo di carte o cere di articolazione, è che permette di valutare l’intensità dei contatti e soprattutto la loro sequenza temporale in statica (MIC o RC) e in dinamica (late- ralità e protrusiva). Ciò risulta essere estremamente impor- tante nel caso di dover esegui- re un riequilibrio occlusale per sottrazione o addizione. Kerstein R.B., l’autore che più ha studiato e pubblicato l’utilizzo del T-Scan® , ha messo a punto un’interessante proce- dura di equilibratura occlusale denominata ICAGD (Imme- diate Complete Anterior Gui- dance Development), basata sulla riduzione al di sotto di 0,5 secondi del tempo di disclusione protrusiva e laterale. Attraver- so numerose ricerche(23-26) , uti- lizzando T-Scan® associato ad EMG, egli ha dimostrato una diretta correlazione tra il perio- do di tempo in cui i denti poste- riori sono in contatto durante una disclusione e il livello di contrazione dei muscoli masse- tere e temporale. Specificatamente si è rile- vato che quanto più lungo è il tempo di disclusione, tanto più elevata è la contrazione musco- lare e che, riducendo lo stesso attraverso molaggio selettivo dei denti posteriori, si riporta il livello muscolare ai valori basali. L’importante dato clinico associato è che pressoché tutti i pazienti trattati con questa procedura, a distanza di tempo variabile, hanno mostrato la riduzione o la scomparsa della sintomatologia algico-disfun- zionale. DT pagina 9 Fig. 2a - Fase di inizio del ciclo guidata dal canino. Fig. 2b - Comparsa di versanti guida sui premolari, ma in particolare si evidenzia un contatto sul canino dal lato bilanciante troppo precoce in quanto siamo nella fase di inizio ciclo. Tale contatto assume funzione di pivot solo nella fase finale di triturazione. Fig. 2c - Estensione posteriore dei contatti guida lavoranti evidenziata anche dal movimento del COF. Fig. 2d - Avanzamento della fase di rientro in occlusione (movimento del COF) con contatti pivotanti in regione canina-premolare dal lato bilanciante. Fig. 2e - Fase finale del ciclo. Fig. 2f - Rientro in massima intercuspidazione. zione di forza e tempo dei contatti occlusali visua- lizzata come immagini con contorni colorati che mostrano: . massima intercuspidazio- ne (MIC) istantanea; . centro di forze; . traiettoria del centro di forze. Le emissioni dei sensori sono registrati del programma e rap- presentati sotto forma di trac- ciati di aspetto diversificato, in forma bidimensionale (contor- ni) e tridimensionale (picchi o colonne) ove le differenze di colore indicano l’intensità dei contatti, dal più debole (blu) al più forte (rosso). Il Centro di Forza (COF) indi- ca la posizione della somma dei momenti di forza antero-poste- riore e medio-laterale dei con- tatti occlusali. Esso è mostrato in relazio- ne a un doppio bersaglio ellit- tico il quale rappresenta la posizione ideale del COF per qualsiasi chiusura in massi- ma intercuspidazione (MIC). L’ellisse interna mostra l’area entro la quale si trova il COF del 68% della popolazione nor- male e l’ellisse esterna mostra l’area dentro la quale si trova il COF del 95% della popolazione normale. Il centro del bersaglio si trova a circa 31 mm dal piano incisa-