Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

DT Italian Edition, Ottobre 2010, Anno VI n. 10

3 Anno IV n. 2 - Ottobre 2010Italian Edition Clinica & Ricerca OT pagina 1 L’analisi cefalometrica tradi- zionale presenta quindi dei limi- ti. Questi sono: - errori di proiezione radiogra- fica, come ingrandimenti e distorsioni; - errori insiti nel sistema di misurazione, dovuti all’inter- vento umano; - errori nell’identificazione dei punti di repere, dovuti alla sovrapposizione di struttu- re anatomiche e alla bassa nitidezza oltre che alla scarsa riproducibilità; - limite della bidimensionalità cefalometrica, in quanto si utilizzano esclusivamente 2 dimensioni per volta, igno- rando la terza(1) . L’introduzione recente in cam- po odontoiatrico della TC a basso dosaggio, chiamata Cone Beam in quanto – a differenza della tradizionale TC che ha un fascio a ventaglio (Fan Beam) – utilizza un fascio conico di raggi X, insie- me alla sempre più elevata velo- cità di calcolo del computer, ha permesso la diffusione di questo dispositivo in molti campi odon- toiatrici, compresa l’ortodonzia(2) (Fig. 1). L’utilizzo della TC Cone Beam nella diagnosi ortognato- dontica è giustificato dal fatto che la dose efficace di un esame effettuato con CBCT è correlabile a uno studio cefalometrico com- pleto tradizionale, ed è 20 volte inferiore ad un esame effettuato con TC Multislice(3) (Tab. 1). Nel Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Dia- gnostiche dell’Università degli Studi di Milano si utilizza, per l’analisi cefalometrica, un nuovo metodo tridimensionale sempli- ce, ripetibile e in grado di ridurre notevolmente gli errori operato- re-dipendente(4) . Questo metodo, ideato dalla Scuola di Ortognato- donzia di Milano, usa 18 punti, di cui 10 mediani e 8 laterali omolo- ghi,identificatisuunasezioneTC dei tessuti duri e successivamente verificati sulle due rimanenti, un ulteriore controllo è stato effet- tuato sul rendering del volume generato dal software SimPlant OMS (Materialise). Da questi 18 punti scaturiscono 36 misurazioni, che forniscono informazioni sagittali, verticali e trasversali (Fig. 2). Presso la Scuola di Specializ- zazione di Ortognatodonzia di Milano è in corso la selezione del- le prime classi scheletriche nor- movertibite da un campione di circa 500 TC Cone Beam, secon- do la cefalometria tradizionale di Giannì. Fino ad ora sono stati selezionati 44 casi. Il campione è stato successivamente analizzato con la cefalometria tridimensio- nale. I risultati ottenuti ci hanno permesso di individuare i range di valori per ogni misurazione TC Cone Beam e scanner in ortognatodonzia: dalla diagnosi al manufatto Francesca Bellincioni, Margherita Colombo, Daniela Falzone, Giampietro Farronato, Salvatore Lombardo, Gaia Passaler, Gianfranco Santamaria Fondazione IRCCS Cà Granda - Ospedale Maggiore Policlinico Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostiche, Milano - Direttore Prof. F. Santoro Università degli Studi di Milano, Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia - Direttore: Prof. G. Farronato Fig. 1 - Apparecchio TC Cone Beam ICat Classic. Tab. 1 - Dose Efficace (back ground radiation 8 μSievert/day). Fig. 2 - Rendering 3D e punti cefalometrici. Tab. 2 - Range di valori normali. Parte II: Programmazione ortodontico- chirurgica digitale di G. Santamaria, D. Falzone, G. Farronato L’introduzione delle tecnologie d’imaging 3D sta rivoluzionando la fase di pianificazione del trat- tamento ortodontico-chirurgico. L’ausilio del computer, inte- grato con software dedicati, ren- de la procedura precisa, veloce e soprattutto ripetibile. La programmazione 3D vir- tuale si articola nelle seguenti fasi: - TC Cone Beam; - Impronta di Precisione; - Cera con i Reperi o Referen- ce Aligner; - Scansione dDei Modelli; - Interfaccia CBCT- Modello Digitale. È così possibile realizzare il VTO chirurgico virtuale e il set up ortodontico virtuale. Le impronte di precisione sono rilevate utilizzando i polivinilsi- lossani (PVS), materiali che con- sentono un’elevata precisione dei dettagli e che permettono una doppia colatura del modello in gesso. La doppia colatura dei modelli è necessaria poiché, ai fini di una corretta scansione, sono necessa- ri un modello integro e i singoli elementi dentari ricavati da un secondo modello. La scansione dei singoli elementi consente una corretta analisi dei punti di contatto. La scansione ottica dei modelli viene effettuata median- te l’utilizzo di uno scanner a luce strutturata , il quale genera un’immagine digitale 3D cattu- rata da una telecamera. Si genera una nuvola di pun- ti, elaborata dal programma di gestione dello scanner, che effet- tua i calcoli delle coordinate dei punti acquisiti e crea l’immagi- ne 3D(5) (Fig. 3). OT pagina 4 bidimensionale, tramite: - una rappresentazione effet- tiva della realtà, senza distorsioni, annullando il problema della prospettiva; - un limitato errore dovuto all’interventoumano,inquan- to è il computer a effettuare le misurazioni necessarie; - semplicità e ripetibilità nell’identificazione dei pun- ti di repere, in quanto si lavora utilizzando le strut- ture anatomiche come nella realtà, senza sovrapposizio- ni, o problemi di costruzio- ne geometrica; - possibilità di effettuare analisi cefalometriche uti- lizzando le 3 dimensioni; - potendo valutare le altera- zioni dento-scheletriche in ogni direzione dello spazio e attuare quindi una corretta terapia. attribuibili a pazienti normali (Tab. 2). La tecnica tridimensio- nale supera i limiti dell’analisi Fig. 3 - Modello digitale.