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IT Italian Edition, Novembre 2010, Anno IV n. 4

14 Italian EditionAnno IV n. 4 - Novembre 2010 IT pagina 1 I vantaggi sono tuttavia evi- denti: tali sistemi forniscono innanzitutto un valido ausilio nella definizione del piano di trattamento, mettendo a dispo- sizione del clinico informazio- ni dettagliate sull’anatomia dei mascellari e rappresentando un prezioso strumento di comu- nicazione sia con il paziente che con l’odontotecnico per la definizione della migliore soluzione riabilitativa in ogni specifico caso. Se appropriata- mente utilizzati, essi offrono elevati standard di sicurezza e predicibilità nell’inserimento implantare,riducendoilrischio di complicanze intraoperato- rie, quali il danneggiamento di strutture anatomiche nobi- li, o la creazione di deiscenze/ fenestrazioni perimplantari e velocizzano sensibilmente le procedure chirurgiche consen- tendo l’inserimento in tempi rapidi di un numero anche ele- vato di fixture implantari. Tali sistemi inoltre sempli- ficano una collocazione pro- tesicamente guidata degli impianti, in cui cioè l’asse implantare coincide con l’asse della corona protesica, garan- tendo potenzialmente un miglior risultato funzionale ed estetico della futura riabilita- zione implanto-protesica. La programmazione implan- tare computer-assistita age- vola, infine, in casi opportu- namente selezionati, l’impiego di tecniche innovative quali la chirurgia flapless e il cari- co immediato, poiché consen- te da un lato di prevedere la posizione implantare all’in- terno della compagine ossea in senso mesio-distale, vesti- bolo-palatale e apico-coronale, consentendo di poter evitare il sollevamento di un lembo e, dall’altro, di realizzare pre- operatoriamente una prote- si implanto-supportata, sulla base della progettazione vir- tuale realizzata. Un punto nodale per l’uti- lizzo dei sistemi implantari computer-assistiti, analizzato da numerosi studi clinici e di laboratorio, risiede nella pre- cisione di trasferimento del progetto virtuale alla realtà chirurgica (Widmann e Bale 2006, Vercruyssen et al. 2008; Schneider et al. 2009). IT pagina 15 Figg. 1a-j - Paziente (sesso maschile, età 55 anni) affetto da edentulia totale dell’arcata superiore (a). Si procede, sulla base di una ceratura diagnostica (wax-up) e di una simulazione in resina (mock-up) (b), alla realizzazione di una dima radiologica (scan-prosthesis) a base di Solfato di Bario, che il paziente indossa durante l’esame TC (c). Mediante software dedicato (FacilitateTM, Astra-tech AB, Mölndal, Svezia) si pianifica il posizionamento delle fixture implantari e delle viti di fissazione (d) affinché i dati possano essere inviati per via telematica alla casa produttrice per la realizzazione della dima chirurgica a supporto mucoso. La dima chirurgica viene utilizzata per lo sviluppo di un modello contenente analoghi da laboratorio posizionati secondo quanto programmato virtualmente (e). Sulla base del modello così ottenuto è possibile posizionare degli abutment provvisori (f) e realizzare, prima dell’intervento chirurgico, una protesi provvisoria full-arch (g). Si esegue l’intervento chirurgico con tecnica flapless, posizionando e mantenendo in sede la dima mediante tre viti di fissazione (h). Gli abutment temporanei vengono avvitati agli impianti appena posizionati (i) e la protesi provvisoria viene solidarizzata a questi nel corso della medesima seduta operatoria (j). Chirurgia implantare computer-assistita: case report Marco Annunziata, Antonio Salierno, Christian Nunziata, Agostino Guida, Roberta Coletta, Alessandro Lanza Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Medicina e Chirurgia - Dipartimento di Discipline Odontostomatologiche, Ortodontiche e Chirurgiche; Direttore: Prof. Luigi Guida Clinica & Pratica Fig. 1a Fig. 1b Fig. 1c Fig. 1d Fig. 1e Fig. 1f Fig. 1g Fig. 1h Fig. 1i Fig. 1j