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IT Italian Edition, Novembre 2010, Anno IV n. 4

Italian EditionAnno IV n. 4 - Novembre 2010 ClassUm (Portogallo) promuove il I Simposio internazionale 2010 sulla rigenerazione ossea La comunità scientifica nell’ambito dell’osteorigenerazione si è riunita a Lisbona. Più di 330 profes- sionisti, 80 dei quali provenienti dall’estero, hanno presenziato al I Simposio internazionale sull’incre- mento osseo e sull’osteorigenerazione organizzato da ClassUm e Tecnoss Dental. Il principale obiettivo è stato raggiunto: riunire i rappresentanti più significativi della comunità di chirurghi orali portoghesi. Gli opinion leader più importanti e riconosciuti in tutta la comunità scien- tifica del Portogallo del Nord e del Sud, i principali docenti universitari di paro- dontologia, implantologia, chirurgia ora- le e protesi, nonché molti altri odontoiatri hanno partecipato al primo evento dedi- cato all’osteorigenerazione, agli innesti ossei e ai biomateriali che si è tenuto a Lisbona nello scorso mese di maggio. Viste le dimensioni contenute del merca- to portoghese, il II Simposio si terrà nel 2012 e ospiterà sicuramente relatori por- toghesi, come specificato da Jorge Neves, amministratore delegato di ClassUm. Biologia della guarigione ossea, con o senza biomateriali Lo svedese Ulf Nannmark, DDS, PhD è stato il primo relatore del giorno e ha cercato di dimostrare in modo partico- lare l’importanza dell’aspetto biologico degli studi clinici presentati. Sulla base dal lavoro sviluppato personalmente a fianco del professor Brånemark, Nann- mark ha affermato che bisogna ascoltare Madre Natura, spiegando: “Mi sono sem- pre interessato di biologia e lavorando con lui (il professor Brånemark) ho imparato a guardare sempre i tessuti e ascoltare Madre Natura. Io credo che dovremmo rispettare la biologia. Ovviamente, nella pratica clinica quotidiana, quando abbia- mo 10 o 20 minuti per ciascun paziente e siamo sempre di corsa, probabilmen- te non è facile tenere in considerazio- ne la biologia. Ma quando eseguiamo, per esempio, un intervento chirurgico, allora dobbiamo fermarci a pensare a non esporre troppo il tessuto o troppo a lungo, a irrigare per mantenere il tut- to alla temperatura corretta ecc. Tutte queste cose sono veramente importanti e se permettiamo a noi stessi di tenerle in considerazione, allora avremo molto successo”. Secondo lui, l’attuale punto di vista biomeccanico dell’odontoiatra – la definizione di come le superfici e i denti dovrebbero essere – non risolve il proble- ma biologico che abbiamo nella realtà. La sua raccomandazione è questa: “Noi abbiamo a che fare con tessuti viventi, che dovrebbero essere trattati con mol- ta attenzione e, se lo facciamo, i nostri Jorge Neves di ClassUm con Ulf Nannmark, DDS, PhD. approcci avranno successo, indipenden- temente dall’uso di un biomateriale o di un altro, di un impianto o di un altro”. Il trattamento di difetti intraossei Proveniente da Manchester, Marco Esposito, DDS, PhD ha ricevuto i com- plimenti per il carattere scientifico della sua relazione sul tema della perdita di tessuto parodontale negli anni a cau- sa della malattia parodontale, median- te l’uso di studi comparativi. I difetti parodontali infraossei sono un problema comunemente riscontrabile e che il den- tista vorrebbe certamente evitare. Grazie alle tecniche di rigenerazione, come l’uso di derivati della matrice di smalto, soprattutto proteine, i ricercatori sono fiduciosi nelle possibilità di aiutare i propri pazienti. Marco Esposito ha con- tinuato ricordando che “quando si riu- niscono tutti i dati provenienti da studi clinici randomizzati in una meta-anali- si, si osserva un miglioramento di circa 1.1 mm rispetto alla non applicazione di queste proteine. Comunque, quando si valutano solo gli studi correttamente impostati, cioè a basso rischio di bias, il guadagno si riduce a 0,6 mm. Non sono state rilevate differenze nel confronto tra derivati della matrice di smalto e rige- nerazione guidata dei tessuti (GTR), seb- bene statisticamente siano avvenute più complicanze nel caso della GTR. Que- sti risultati fanno sorgere alcuni dubbi sull’utilità clinica di queste procedure rigenerative e suggerisce la necessità di trovare interventi più efficaci e predici- bili”, ha concluso. Cercando di focalizzare l’attenzione di ogni odontoiatra presente in sala sui dati già pubblicati in merito, Marco Esposito ha dichiarato alla rivista Dentistry – edi- zione portoghese la sua opinione riguar- do al futuro del trattamento dei difetti infraossei sulla base di trattamenti più semplici e affidabili. “In particolare, vedo un crescente uti- lizzo di sostituti ossei che agiscono come riempitivi ossei almeno per minimizza- re esteticamente le spiacevoli sequele di recessione gengivale dopo la chirurgia parodontale. Vedo anche un utilizzo certo di tecniche più convenzionali sulla base di una semplice bonifica a lembo aperto e recontouring dell’osso”. Considerazioni biologiche, cliniche ed estetiche Patrick Palacci, DDS ha incentrato la sua relazione sugli aspetti estetici ine- renti l’implantologia, presentando le tecniche di gestione dei tessuti molli, l’innesto e la manipolazione ossea, illu- strando casi particolarmente difficili in questo ambito odontoiatrico. L’odontoia- tra francese ha ricordato alla platea che i pazienti sono sempre più esigenti dal punto di vista estetico e che i professio- nisti devono sapere come offrire loro il meglio. “Quando gli svedesi svilupparo- no le tecniche implantari, essi parlavano solo di funzione. Ma oggi, i pazienti vogliono che tut- to venga fatto rapidamente ed esigono l’estetica. Sono stato uno dei primi ad affermare ciò già quindici anni fa, e ora tutto in odontoiatria è legato all’estetica e agli impianti”, ha ricordato Palacci. Tecnica per la preservazione della cresta “Una tecnica di incremento osseo per permettere al paziente di ricevere con una tempistica differita un impianto in condizioni adeguate per ciò che concerne i tessuti molli e duri”. Così è come Anto- nio Barone, DDS, PhD, Msc ha riassun- to il tema della sua relazione, sulla base dell’uso regolare di materiali cortico- spongiosi di origine suina opportuna- mente trattati, sicuri e biocompatibili “che permettono al dentista di migliora- re la quantità e qualità dell’osso cresta- le al fine di consentire l’inserimento di impianti, garantendo la sostituzione dei denti persi”. Il Dr. Barone ha confermato la sua preferenza nei confronti degli xenoin- nesti, “perché hanno una struttura e un’architettura molto simile a quelle dell’osso umano. Il trattamento di que- sti materiali fornisce un biomateriale sicuro e che non trasmette alcun tipo di malattia o infezione da uomo a uomo” , inoltre il ricercatore italiano sostiene che la letteratura scientifica mostra che gli xenoinnesti danno risultati molto buoni e predicibili. Il ricercatore, che ha pubblicato diver- si studi negli ultimi dieci anni, non ha alcun dubbio IT pagina 29 Vi sono molti studi pubblicati e alcuni in corso nell’ambito della rigenerazione ossea, sia con l’utilizzo di xenoinnesti sia di materiali sintetici. Che si preferisca un tipo o l’altro, le aspetta- tive puntano allo sviluppo di nuovi biomateriali. Secondo Jorge Neves di ClassUm, “ciò che gli studi oggi indicano è che, finora, non era stato possibile ottenere risultati così buoni come quelli ottenuti con l’uso di innesti ossei di origine biologica e soprattutto di innesti che contengono collagene nella matrice ossea stessa, mante- nendo la componente organica sotto forma di collagene. Questa è l’innovazione principale riguardo a questi biomateriali, perché non è sufficiente ave- re solo idrossiapatite, ma bisogna avere anche collagene che stimola la rigenerazione. Al mo- mento, la mia opinione, supportata dagli studi presentati, è che gli xenoinnesti con collagene sono la nuova frontiera”. Visto il successo ottenuto nel mercato portoghese, Jorge Neves afferma che “questo tipo di materiali sono sempre più accettati e hanno avuto una crescita molto superiore a quella re- gistrata nel mercato odontoiatrico in generale e nel mercato implantare, grazie al loro essere così innovativi”. Sebbene siano stati eseguiti studi con cellule staminali e fattori di crescita, “l’uso commerciale è ancora da prevedersi diversi anni avanti”. Collagene: il futuro della rigenerazione ossea! 28 specIale regeneratIon