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Dental Tribune Italian Edition, Dicembre 2010, Anno VI n. 12

4 Italian EditionAnno VI n. 12 - Dicembre 2010 L’inchiesta DT pagina 1 essendo associato o seguendone comunque i programmi scien- tifici. Considerando che lo studio ha rilevato che i due terzi degli stu- di dentistici italiani praticano implantologia – per un totale intorno alle 24.000 strutture – si può assumere che circa 3000 sono o sono stati iscritti alla Sio e almeno altrettanti ne seguo- no – o hanno seguito – alcuni dei suoi programmi scientifici, anche se solo occasionalmente. In totale la notorietà assume proporzioni rilevanti, che cer- tificano il ruolo centrale che la Società ha assunto negli ultimi anni quale punto di riferimen- to scientifico per chi in Italia si occupa di trattamenti implanto- protesici. Il livello di notorietà non cam- bia per le diverse aree geografi- che del Paese, anche se risulta essere il Nord Ovest la zona dove la partecipazione è più attiva. Qualche distinguo occorre farlo se si osserva il fenomeno attraverso alcune segmentazioni demografiche degli odontoiatri e strutturali degli studi dentisti- ci. Sono infatti gli implantologi “over 50” a sostenere in modo consistente la notorietà, che arriva per loro al 97%, con un livello di partecipazione attiva che supera il 40%. È quindi sui dentisti più giovani che potreb- be maggiormente concentrarsi lo sforzo di coinvolgimento nei prossimi anni. Il livello di partecipazione aumenta anche negli studi den- tistici più grandi e quando que- sti si dichiarano specializzati in implantologia o se gli intervista- ti sono consulenti freelance che collaborano presso studi terzi. Si tenga conto che nel com- plesso solo il 24% degli implan- tologi intervistati è iscritto a una o più società scientifiche del settore ma di questi circa la metà citano proprio Sio come casa di riferimento, con uno share del 47%. Questo valore, proiettato nel panorama complessivo nazio- nale, consente di assumere che l’11% degli implantologi sono iscritti a Sio (come già eviden- ziato nel grafico precedente). A questo proposito si tenga conto che per la seconda società scientifica citata si evidenzia un valore di circa un terzo, poiché è citata dal 15% di coloro che sono iscritti ad enti scientifici di riferimento, quindi il 4% degli implantologi complessivi. Tornando al 24% di dentisti iscritti a varie società scienti- fiche, si evidenzia che all’au- mentare delle dimensioni dello studio, aumenta anche la per- centuale di iscritti, in particola- re quando il numero di pazienti trattati è superiore alla media italiana. Da sempre Sio è impegna- ta nell’ambito della Qualità in Implantologia, che riguarda essenzialmente due principa- li driver: la formazione degli implantologi e la qualità dei prodotti implantari. Il tema del percorso formativo degli odontoiatri italiani che si occupano di implanto-protesi e dello stato dell’arte nell’uso di tecniche diagnostiche e chirur- giche verrà trattato in un pros- simo articolo, mentre in questo scritto si vuole evidenziare una forte esigenza emersa, che riguarda una maggior chiarezza in merito alle evidenza scien- tifiche che debbono garantire professionisti e pazienti per ciò che riguarda le linee implantari utilizzate. In particolare, considerando la presenza sul mercato di impian- ti molto eterogenei per ciò che concerne tipologie, caratteri- stiche, prezzi e studi scientifici di supporto, è stato chiesto al campione la propria opinione in merito all'ipotesi che un auto- revole ente scientifico valuti in Fig. 2 Fig. 3 modo oggettivo e inconfutabi- le la qualità e affidabilità delle evidenze scientifiche delle case di implantologia, creando una sorta di “marchio di qualità” da utilizzare anche nella comuni- cazione verso il pubblico. In modo abbastanza sorpren- dente per i ricercatori, circa il 91% degli implantologi intervi- stati avverte la necessità di un ente scientifico indipendente che certifichi la qualità degli impianti – intesa come giudizio oggettivo sulle evidenze scienti- fiche – e oltre la metà lo ritiene addirittura indispensabile. Possibile segno di una certa preoccupazione degli operatori, a fronte di un eccesso di offer- ta che può generare confusione nella scelta. Scelta che potrebbe essere favorita nel caso in cui un soggetto scientifico autore- vole valuti in modo oggettivo e inconfutabile il livello delle evi- denze scientifiche che supporta- no le varie linee implantari. La necessità è trasversale per Per maggiori informazioni: ufficiostampa@key-stone.it www.key-stone.it ciò che concerne le aree geogra- fiche del Paese e per altre seg- mentazionidemografiche,anche se gli studi specializzati avverto- no tale necessità in misura infe- riore. Probabilmente in quanto maggiormente consci della qua- lità dei prodotti utilizzati o per- ché confidano maggiormente nella propria esperienza a pre- scindere dal tipo di prodotto. Lostudiodimercatoevidenzia comunque come coloro che sono giunti alla pratica dell’implan- tologia attraverso corsi e master specifici e indipendenti sentano maggiormente questa esigenza, che è meno percepita da chi affi- da la propria formazione soprat- tutto ai programmi organizzati dalle case produttrici. Roberto Rosso Presidente Key-Stone Il commento del Presidente della Sio In riferimento all’indagine qui sopra pubblicata della Key-Stone, riportiamo il commento del Presidente della Sio, Giuseppe Luongo. La Società Italiana di Implan- tologia Osteointegrata (Sio) sta vivendo negli ultimi anni una continua crescita di consensi, frutto di un processo iniziato annifa,nelqualesonoconfluitele migliori risorse dell’Università e della libera professione. Fa molto piacere vedere che i dati oggettivi dell’inchiesta effettuata su nostro incarico da Key-Stone, testimo- niano una grande e positiva dif- fusione dell’immagine societaria. L’impegno Sio si è concretizzato nell’allestimento di programmi scientifici di livello e in una poli- tica con l’attenzione alla qualità in primo piano, espressa essen- zialmente nel livello di formazio- ne degli implantologi durante e dopo il corso di studi universitari e in quella dei prodotti e tecniche implantari. In questo percorso, gli eventi più significativi sono stati il Forum sulla Qualità in Implantologia e il Congresso Internazionale di Roma, nel feb- braio di quest’anno. La qualità comincia con l’istru- zione. La pratica dell’implanto- logia in Italia riguarda, come è noto, oltre i due terzi della popo- lazione odontoiatrica. Nell’ottica di approfondire il percorso formativo seguito da coloro che praticano l’implan- tologia in Italia, la Sio ha com- missionato un’indagine per comprendere come si orienta il professionista che si accosta alla disciplina nella vasta offerta oggi esistente. I primi dati della ricer- ca dicono che esiste una forte esi- genza degli operatori di dotarsi di strumenti idonei a discernere tra le disponibilità formative e, attra- verso una corretta formazione, a orientarsi nelle scelte di prodotti e tecniche. Appare molto sentita la necessi- tà di una Società Scientifica forte e indipendente che possa lavora- re, a tutela della correttezza del messaggio formativo, in sintonia con le sedi istituzionali (necessa- riamente, corsi di laurea e post laurea universitari). Accanto a questo aspetto di assoluta impor- tanza abbiamo ritenuto interes- sante avere dati oggettivi sulla percezione degli operatori circa la necessità di evidenza scienti- fica delle tecniche e materiali utilizzati in implantologia vista l’ampia offerta merceologica del mercato italiano. I primi dati che emergono dall’inchiesta Key Stone ci con- fortanocheanchequestaesigenza è molto sentita. Anche in questo senso, il ruolo di Società Scienti- fiche come la Sio può essere mol- to importante. In questo percorso abbiamo intenzione di acquisire nuovi dati oggettivi per un’in- formazione più fedele sullo stato attuale dell’arte nell’implanto- logica italiana. Per questo chie- deremo presto la collaborazione di tutte le aziende implantari operanti in Italia, per permette- re agli implantologi di conoscere meglio le evidenze scientifiche a supporto dei vari prodotti. DT pagina 3 consolidare la posizione di leadership di Sio nel panora- ma scientifico implantologico italiano; aumentare il coinvol- gimento dei Soci nelle attività societarie incrementandone il “senso di appartenenza”; costi- tuire sinergie con Società affini italiane e straniere, nell’ottica di unire potenzialità attual- mente frammentate. Credo di poter dire che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti. Quello che penso abbia maggiormente caratterizzato la mia presiden- za è stato l’eccellente rappor- to che si è progressivamente costruito con tutti i soci. Oggi il contatto è continuo, le nostre assemblee sono assai frequen- tate, e il clima di coinvolgi- mento e di reciproca stima tra tutti noi è il risultato del lavoro di questi anni al quale sono più legato. Lascio il testimone in assoluta serenità nelle mani del prof. Romeo, uomo di grande esperienza societaria e di asso- luto equilibrio. Sono certo che saprà ben operare sulla strada che abbiamo sempre condiviso dall’origine di questo nuovo corso. Ricordo ancora la grande emozione al suo insedia- mento e poi un crescen- do nei successi europei e internazionali, dove ormai i numeri della Sio hanno indubbiamente un peso. Questa esperienza cosa sta regalando al professioni- sta e all’uomo Giuseppe Luongo? È vero, è stata una straordina- ria esperienza. Due anni tutti d’un fiato che hanno richiesto un’incredibile impegno e una totale dedizione. Ho avuto la fortuna di essere costantemente coadiuvato da un validissimo gruppo di esperti professionisti quali sono stati gli uomini che hanno costituito il mio Board. Il lavoro delle Commissioni e il contributo costante di tut- ti i soci attivi e ordinari, che in questo biennio mi hanno continuamente manifestato la propria stima, mi lasciano un’esperienza umana e pro- fessionale irripetibile che mi ripaga ampiamente delle ener- gie riposte. Grazie per l’intervista. p.g. Ruolo e notorietà della Sio nell’Odontoiatria italiana Ricerca realizzata dalla Key-Stone