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Dental Tribune Italian Edition, Dicembre 2010, Anno VI n. 12

6 Anno VI n. 12 - Dicembre 2010 Sicurezza sul Lavoro La scelta della qualità ©08/2008·BRA/0·404251V0 KOMET ITALIA S.r.l. · Via Fabio Filzi 2 · 20124 Milano · Telefono (02) 670766 54 · Fax (02) 674793 18 · kometitalia@komet.it · www.komet.it Punte Sonosurgery® per osteotomia e rizotomia sec. Dr. Ivo Agabiti, Pesaro Una marcia in più in chirurgia orale SFS102 SFS101 SFS100 404251V0_AZ_KI_Sonosurgery_A4.indd 1 12.02.2009 8:26:01 Uhr Lo stress “lavoro correlato” nello Studio del dentista Un’attenta disamina alla soglia della prossima scadenza (31/12/2010) del termine per la valutazione del rischio stress per le attività lavorative. La sicurezza sul lavoro è ormai un tema centrale sui quotidiani, grazie anche alla massiccia campagna governati- va per sensibilizzare l’opinione pubblica. I controlli si stanno intensificando, aziende e lavo- ratori prestano più attenzione e il Legislatore ha emesso un nuovo e più completo Decreto (il n. 81/2008, in sostituzione della legge 626). L’argomento è vasto, ma vista la prossima scadenza (il 31/12/2010) del termine per la valutazione rischio stress per le attività lavorative, soffer- miamoci sull’art. 28 del D.Lgs 81/2008 e sulla valutazione “stress lavoro correlato”. Cosa significa questo termi- ne? Il NIOSH (National Istitu- te of Occupational Safety and Heath), nel documento Stress at work del 1999, recita: “Lo stress dovuto al lavoro si può definire come reazioni fisiche ed emoti- ve dannose che si manifestano quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigen- ze del lavoratore”. L’Accordo Europeo sullo Stress sul Lavo- ro dell’8/10/2004 specifica, inoltre, che “è uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologi- che o sociali e consegue dal fatto che le persone non si sen- tono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti”. A questa definizione si rifà anche il D.Lgs. 81/2008, art. 28, comma 1. Per valutare la presenza di uno o più fattori di rischio stress, è necessario analizzare: - la natura del lavoro. Alcune professioni (medici, chirur- ghi, infermieri, militari, vigili del fuoco ecc.) hanno in sé fattori stressanti non evitabili, quindi è possibi- le solo offrire ai lavorato- ri supporti per la gestione dello stress; - l’organizzazione del lavo- ro. Gli orari (straordina- ri, lavoro su turni, turno di notte ecc.) e la mole di lavoro (troppo o troppo poco) sono indici per valu- tare se essi possano essere esposti a fattori stressanti; - il clima aziendale. Forte turn-over, fre- quenti provvedimenti disciplinari, malcontento, assenteismo, danno un’im- magine del clima a rischio stress dell’azienda. Per la natura dell’attività, e a prescindere dal singolo caso, gli Studi odontoiatrici sotto- pongono i lavoratori (in primis il dentista), ad alcuni fattori di stress: il rapporto tra il medico e l’utente non è sempre facile; indispensabile, quindi, possede- re forte capacità di flessibilità. Su terzi hanno forti riper- cussioni la qualità del lavo- ro dell’odontoiatra e dei collaboratori; il livello d’atten- zione durante la prestazione deve essere mantenuto sempre ai massimi livelli. Infine, data la presenza di possibili fonti di infezione, la sterilizzazione e i dispositivi di protezione individuale richie- dono costante impegno. Come si valuta il rischio stress? Come da linee guida ISPESL (“La valutazione dello stress lavoro correlato - proposta metodologica”, marzo 2010), la valutazione si divide in due parti: valutazione dei fattori oggettivi e di quelli soggettivi. La prima fase richiede la raccolta di dati relativi all’or- ganizzazione tramite check list per identificare il livello di rischio in un’azienda: basso - medio - alto. DT pagina 7