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Cosmetic Dentistry Italy

dentistry 4_2010 cosmetic18 _Materiali e metodi Venti molari umani estratti sono stati sezio- nati a circa 2 mm dalle loro formazioni per rica- varne corone cliniche adatte a questo studio. Le immagini delle superfici buccali e linguali sono state registrate con una camera digitale (Canon EOS-D30, Canon), utilizzando impostazioni stan- dardizzate per tutto l’esperimento. Ciascun dente è stato analizzato con uno spettrofotometro dentale (VITA Easyshade, VITA) su sfondo grigio neutro. Dopo le registrazioni in baseline, le camere pulpari sono state morden- zate per 60 secondi con acido fosforico al 37% e quindi sciacquate accuratamente con acqua distillata. Sono state preparate soluzioni sature di Clortetraciclina, Doxuciclina e Minociclina, mi- scelando da 100 a 250 mg dei rispettivi cinque medicamenti in 5 ml di acqua distillata. Per l’uso, è stato recuperato solo il superna- tante. Cinque camere pulpari sono state riempite con 0,5 ml di ciascuna delle soluzioni. Nelle ri- manenti cinque camere pulpari, è stata utilizzata acqua distillata come controllo. Per sigillare le camere di tutti i denti, sono stati utilizzati dischi in composito. I denti sono quindi stati posizionati nel verso della corona in un dispositivo di cen- trifuga e sottoposti a ciclo di centrifuga a 2800 giri/min. per 20 minuti. Dopo la centrifuga, i denti sono stati conservati in acqua distillata per una settimana prima di essere esposti a una fonte luminosa continua con due lampade Xenon da 60 W per sette settimane. Sono state acquisite immagini digitali del cambiamento di colore sia delle superfici buccali (B) sia di quelle linguali (L) su sfondo neutro grigio. I valori di croma (C*), lu- minosità (L*) e tonalità (H*) sono stati registrati mediante uno spettrofotometro e dai dati sono state calcolate le differenze di colore (ΔE) tra i va- lori di baseline e a sette settimane. Le differenze di colore sono state calcolate mediante CIE ΔE*, usando la seguente formula: ΔE* = [(ΔL*) 2 + (ΔC*) 2 + (ΔH*) 2]1/2 _Procedura di sbiancamento in Studio Completata la fase di pigmentazione, tre campioni di ciascun gruppo selezionati in modo random sono stati sottoposti a sbiancamento con sistema professionale Zomm 2. Il sistema Zoom 2 utilizza uno sbiancante a base di peros- sido di idrogeno preconfezionato in due singoli componenti: un gel al 25% di perossido di idro- geno e uno specifico attivatore. Questi due componenti vengono miscela- ti a temperatura ambiente per ottenere un gel operativo con una concentrazione di perossido di idrogeno pari al 20% e un pH compreso tra 7,5 e 8,5 (Figg. 1a e b). Prima dell’applicazione del gel sui denti, sui campioni è stata applicata la soluzione fornita dal produttore sotto forma di tamponi pre-trattamento. Le sessioni di trattamento sono state suddi- vise in tre applicazioni da 15 minuti del gel al 20% di perossido di idrogeno. Tra un’applicazio- ne e l’altra, il gel è stato rimosso con aspirazione ad alto volume e i campioni sono stati puliti con una garza di cotone saturata in acqua distillata. Quindi, l’esposizione totale dei denti all’agente sbiancante è stata limitata a 45 minuti per sessione. Le sessioni sono state eseguite una volta alla settimana per sette settimane. L’applicazione del gel è stata attivata me- diante l’uso della lampada Zoom 2 agli alogenuri metallici che, secondo il produttore, emetta luce violetta con lunghezza d’onda nella gamma di 350-400 nm. Una volta in posizione, la lampada è in grado di illuminare tutti i denti contempo- raneamente (Fig. 2). L’uso di questa fonte lumi- nosa implica che una specifica lunghezza d’onda luminosa attivi lo sbiancante e migliori l’effetto dello sbiancamento. Un filtro a infrarossi aiuta a minimizzare la quantità di calore generato sulla superficie dei denti durante il trattamento. Immediatamente dopo il completamento di ciascuna sessione da 45 minuti, sono state ac- quisite le immagini digitali delle superfici buccali Figg. 3a-d_I denti pigmentati e quelli del gruppo controllo che dimostrano il progredire da baseline alle settimane 1, 3, 5 e 7. Fig. 3a Fig. 3b speciale sbiancamento_ricerca