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Dental Tribune Italian Edition

18 Speciale Italian EditionAnno III n. 1 - Febbraio 2011 LT pagina 17 I parametri d’uso dei laser sono consigliati dalle case pro- duttrici dei laser stessi per il trattamento su pazienti dell’ipersensibilità dentinale (Figg.3, 5). Il gel di fluoro applicato sui denti è rimasto in situ per 24 ore dopo di che è stato sciacqua- to con acqua distillata per 60 secondi. La quantità di fluoro rimasta legata allo smalto dentale dopo l’applicazione del gel e del laser è stata misurata con un elet- trodo fluoro-selettivo (Thermo Scientific, Boston, Usa). Questo metodo molto accu- rato è stato scelto perché la concentrazione di fluoro attesa dopo il trattamento è relativa- mente bassa, e questo è l’unico modo per valutare differenze significative di concentrazione. I primi 16 campioni sono stati acidificati con 10 μl di una solu- zione di HCl 2M per 10 secondi in modo da sciogliere lo strato superficiale dello smalto den- tale e gli elementi contenuti in esso. I residui di smalto e di acido sono stati poi raccolti con pezzetti di 4 mm2 di carta assorbente e trasferiti in una soluzione di 5 ml di acqua e 0.5 ml di TISAB III (Total Ionic Strength Adjustement Buffer) per misurare la concentrazione di fluoro attraverso l’elettrodo. Le misurazioni del potenziale elettrico (mV) vengono mostrati sul display dell’elettrodo istan- taneamente. I risultati sono poi espressi in μg/l. I restanti 12 campioni sono stati invece sottoposti all’ana- lisi al microscopio elettronico a scansione (ESEM Quanta200 FEI). Il SEM permette l’analisi morfologica dei campioni, ma soprattutto quella qualitativa e quantitativa degli elemen- ti che li costituiscono. I denti non sono stati metallizzati per il trattamento e l’analisi è sta- ta fatta in basso vuoto e non in alto vuoto (per poter sfruttare la non metallizzazione altri- menti obbligatoria) e a 15 kV, e non a 25, per analizzare soprat- tutto la superficie del dente. La modalità basso vuoto consente l’analisi di materiale non disi- dratato e soprattutto non con- duttivo, quindi campioni allo stato naturale senza bisogno di metallizzazione che li renda conduttivi. Il sistema utilizzato per le microanalisi: X-EDS INCA-350 Oxford Instruments. Condizioni di lavoro - Pressione 1.0 torr (basso vuoto); - Tensione 15kV Filamento 2.48 A; - Corrente di emissione 94 μA spot 5 (alcune decine di Å). Le analisi statistiche sono state effettuate su tutti i cam- pioni analizzati chimicamente. Sono state calcolate la media e la deviazione standard; sono stati effettuati il test di Kur- skal-Wallis, il test di Dunnett, il test di Tukey e il test di Stu- dent-Neuwman-Keuls (SNK). Per l’intero esperimento è sta- ta effettuata l’analisi statistica non parametrica. Risultati Nei campioni di controllo è stata rilevata una quantità minima di fluoro, da 0.08 g/l a 0.48 g/l, che si può defini- re “basilare”, cioè presente su qualsiasi dente si voglia usare per fare delle analisi. Questo è dovuto al fatto che i denti vanno incontro a mag- giori o minori applicazioni di fluoro in seguito a trattamenti specifici ambulatoriali o domi- ciliari, oppure anche soltanto in seguito all’uso prolungato di dentifrici contenenti fluoro, o all’ingestione di acque fluorate o pastiglie di fluoro, soprattut- to in giovane età. I campioni trattati con solo fluoro presen- tano invece quantità maggiori di fluoro, da un minimo di 1.1 g/l ad un massimo di 2.7 g/l. È utile ricordare che i campioni sono stati sciacquati abbondan- temente con acqua tridistillata prima di effettuare le analisi all’elettrodo fluoro selettivo, e tutti per lo stesso periodo di 60 secondi, in modo tale da rendere il procedimento standardizzato. Questo procedimento è stato compiuto per essere sicuri di aver analizzato solamente la parte di fluoro che fosse stata assorbita dal dente in seguito all’applicazione in laboratorio, escludendo dalle analisi all’elet- trodo qualsiasi traccia di fluoro presente sulla superficie dello smalto e non assorbita all’inter- no della struttura del dente. Inoltre, i campioni utilizza- ti per il controllo e per la sola applicazione di fluoro sono stati i medesimi, e questo ha facili- tato le analisi poiché in questo modo si può partire dall’assun- to che la quantità “basilare” di fluoro sia la medesima, data la medesima conformazione minerale del dente. Lo stesso discorso vale anche per i campioni utilizzati per l’applicazione di fluoro seguita da trattamento laser: sono sta- ti scelti otto denti, e di questi sono state usate le due super- fici contrapposte, così da avere Fig. 5 - Schermata dell’apparecchio laser con programma utilizzato per il trattamento. I paramtri d’uso sono gli stessi usati per la desensibilizzazione dei colletti esposti. a disposizione sedici superfici da trattare; ma soprattutto per poter comparare i due diversi metodi laser sullo stesso dente. I campioni trattati con fluoro e laser a diodi sono quelli che presentano la maggiore quanti- tà di fluoro, da 3.6 g/l a 6.4 g/l. Questa differenza è evidente già ad una prima analisi visiva dei dati, anche confrontando la media dei risultati, ma è messa ancora più in risalto dai risulta- ti delle analisi statistiche. I risultati delle analisi effet- tuate sui denti trattati con i due diversi laser sono differenti tra loro. I campioni trattati con laser ad erbio presentano quan- tità inferiori di fluoro assorbito dallo smalto, da 2 g/l a 4.8 g/l, con una media totale circa 1 g/l inferiore rispetto alla media dei campioni trattati con laser a diodi (Figg.10, 11). L'analisi statistica non para- metrica è altamente significa- tiva per l'intero esperimento (p<0.001). L'analisi dei confron- ti multipli evidenzia come i due metodi con fluoro e laser sia- no significativamente validi se confrontati con il controllo (test di Dunnett), mentre con il solo trattamento con fluo- ro lo è in percentuale minore. Questo risultato è confermato anche dal test di Tukey (il più conservativo, più prudenziale) che mette in evidenza come il trattamento con laser a Dio- di è significativamente valido contro il trattamento con solo fluoro, mentre non lo è contro il trattamento con laser ad Erbio. L’indagine al SEM conferma quanto dimostrato. L’immagi- ne ad alto ingrandimento della superficie laterale di un dente di controllo mostra una superfi- cie liscia, se si escludono alcune abrasioni superficiali, e omoge- nea. Lo spettro della microa- nalisi a raggi x della superficie della corrispondente immagi- ne mostra come siano presen- ti quantità irrisorie di Na e F sulla superficie dello smalto di controllo composto da idrossia- patite Ca5OH(PO4) (Fig. 12). La superficie di un dente trattato con gel NaF appare erosa; il gel ha rimosso tutto lo smalto superficiale intaccando soprattutto quello dei prismi, mentre la sua azione è minore verso le guaine dei prismi (Fig. 6). Alla microanalisi a raggi x si osservano evidenti picchi di Na e, soprattutto, F. L’immagi- ne ad alto ingrandimento della superficie laterale di un den- te trattato col gel NaF e laser a diodi mostra una superficie come spalmata di uno strato minerale. L’evaporazione pro- dotta dl laser ha evidentemente provocato una eliminazione/ fusione del minerale superficia- le che ha formato due materiali: uno omogeneo che si è spalma- to sulla superficie dei prismi e un secondo che ha formato tanti minutissimi detriti di dimen- sione inferiore ai 5 μm (Fig. 7). Analogamente la superficie di un dente trattato con gel NaF e laser ad erbio appare spalmata di un cospicuo strato minera- le. L’effetto osservato col laser a diodi appare qui più esaltato (Figg. 8, 9). In entrambi i casi sono ben evidenti i picchi di Na e F nel- lo spettro della microanalisi a raggi X. LT pagina 20 Fig. 6 - Immagine all’ ESEM ad alto ingrandimento (2000x – larghezza di campo dell’immagine 140 micrometri) della superficie di un dente trattato con gel NaF. Si osservi come la superficie appare erosa. Il gel ha rimosso tutto lo smalto superficiale intaccando soprattutto quello dei prismi, mentre la sua azione è minore verso le guaine dei prismi. Fig. 7 - Immagine all’ ESEM ad alto ingrandimento (2000x – larghezza di campo dell’immagine 140 micrometri) della superficie di un dente trattato con gel NaF e laser a Diodi. La superficie appare come spalmata di uno strato minerale. L’evaporazione prodotta dal laser ha evidentemente provocato una fusione del minerale superficiale che ha formato due materiali: uno omogeneo spalmato sulla superficie dei prismi dello smalto ed un secondo che ha formato tanti minutissimi detriti di dimensione inferiore ai 5 micrometri. Fig. 8 - Immagine all’ ESEM ad alto ingrandimento (2000x – larghezza di campo dell’immagine 140 micrometri) della superficie di un dente trattato con gel NaF e laser ad Erbio. La superficie appare come spalmata di un cospicuo strato minerale. L’effetto osservato col laser a Diodi appare qui più esaltato. Fig. 9 - Montaggio esemplificativo di 4 immagini all’ESEM a basso, medio ed alto ingrandimento (50x, 500x, 2000x) della superficie di un dente trattato con gel NaF e laser ad Erbio. Fig. 10 - Grafico della quantità di Fluoro rilevata su ogni campione. Blu: controllo. Rosso: solo gel NaF. Verde: gel NaF + laser a Diodi. Giallo: gel NaF + laser ad Erbio. Fig. 11 - Grafico della quantità media di Fluoro rilevato nei 4 gruppi. Blu: controllo. Rosso: solo gel NaF. Verde: gel NaF + laser a Diodi. Giallo: gel NaF + laser ad Erbio.