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Dental Tribune Italian Edition

20 Speciale Italian EditionAnno III n. 1 - Febbraio 2011 LT pagina 18 Discussione e Conclusioni I risultati di questo studio mostrano che i trattamenti con laser a Diodi ad una potenza di 2 W per 20 secondi per 2 cicli in seguito ad applicazione topi- ca di gel di fluoro (NaF) e con laser ad Erbio ad una densità di energia di 60 mJ/cm2 e una frequenza di 2 Hz, aumentano l’assorbimento di fluoro nello smalto dentale. La quantità di fluoro riscon- trata sullo smalto dei den- ti trattati con laser a Diodi è di 4.71 g/l di media, mentre quella trovata nei denti tratta- ti con laser ad Erbio è di 3.76 g/l di media. Questi valori sono oggetti- vamente più grandi di quelli riscontrati sui denti trattati con semplice applicazione di fluoro (2 g/l di media) e deci- samente maggiori se rapporta- ti ai denti di controllo (0.31 g/l di media), e suggeriscono che, in relazione alla superficie dei denti trattati, i laser aumen- tano l’assorbimento di fluoro quando irradiati attraverso lo strato di gel di fluoro sulla superficie (Figg. 10, 11). Risultati simili sono sta- ti riscontrati anche in studi precedenti: Villalba-Moreno e coll. hanno analizzato le diver- se interazioni dello smalto dentale, quando irradiato con laser a Diodi, e i risultati sono stati eccellenti. Nel loro studio sono stati analizzati diversi parametri di applicazione del laser in modo da cercare quel- lo che fosse ottimale. In seguito ad applicazione di gel di NaF, i denti sono stati irradiati a 5 W, 7 W e 10 W con frequenza di 16 Hz. Le quanti- tà di fluoro riscontrate vanno da 37.7 mg/l a 58 mg/l, men- tre con solo fluoro (25 mg/l). Queste quantità sono deci- samente maggiori rispetto a quelle trovate nel nostro stu- dio, e questo è dovuto al fatto che sono stati usati parametri d’uso del laser notevolmente maggiori: fino a 10 W e 16 Hz rispetto a 2 W e 2 Hz. Risulta- ti comunque confortanti per- ché, se paragonati al gruppo di controllo, i valori maggio- ri trovati da Villalba-Moreno aumentano del 290% rispet- to ai controlli; invece i valori maggiori rilevati nelle nostre analisi aumentano rispetto ai controlli del 470%. Le percen- tuali, usate solo a scopo illu- strativo, sono enormemente chiarificatrici riguardo alla diversità dei valori trovati nei vari studi. Questa diversità può essere dovuta alle diverse metodi- che di analisi della quantità di fluoro e alle diverse carat- teristiche cristalline di base dei denti trattati, oltre che ai diversi parametri utilizzati e alla diversa quantità di fluoro che è stata applicata sui den- ti, variabile che può generare grandi diversità e che non è mai stata specificata in nes- suno degli studi che sono stati analizzati. Altra caratteristica di note- vole importanza è che i cam- pioni utilizzati negli studi precedenti non sono stati con- servati in soluzione di timolo per più di una settimana, men- tre i campioni utilizzati nelle nostre analisi sono rimasti in soluzione di acqua e timolo anche fino a 60 giorni. Questo è un dato che non può non essere preso in consi- derazione per spiegare i diver- si valori riscontrati, dato che i denti conservati così a lungo possono essere andati incon- tro ad alterazioni della loro ultra-struttura, determinando così una maggiore difficoltà ad assorbire il fluoro appli- cato. Per questo motivo sono risultati fondamentali i denti di controllo, in modo tale da valutare quale fosse il “punto di partenza” di ogni dente. Un altro studio molto inte- ressante analizzato è di Bevi- làcqua e coll. in cui è stata valutata la resistenza alla demineralizzazione e l’assor- bimento di fluoro nello smalto dentale. La sorgente utilizzata è il laser ad Erbio, a diverse densità di energia: da 31.84 J/cm2 a 0.9 J/cm2 ad una fre- quenza di 7 Hz. La più alta incorporazione di fluoro nei tessuti è stata notata nei cam- pioni trattati con la densità di energia minore (1.8 J/cm2 e 0.9 J/cm2 ). I campioni trattati con i parametri più alti (25.47 J/cm2 e 19.10 J/cm2 ), invece, hanno mostrato un’incorporazione di fluoro simile ai controlli. La densità di energia sopra la soglia di ablazione non com- porta un aumento dell’assorbi- mento di fluoro nello smalto, che fa pensare che i micro-spa- zi creati dall’irradiazione non siano consoni a trattenere gli ioni fluoro. Altra considerazione da fare è che si è trattato di denti bovi- ni; conservati in soluzione per una settimana. Il metodo di raccolta degli ioni fluoro (oltre che calcio e fosforo) è diverso, proprio per poter analizzare diversi tipi di ioni, ma i risultati sono chiari: ad una bassa densità di ener- gia, simile al nostro studio (60 mJ/cm2 ), si riscontrano le più alte concentrazioni di fluoro assorbite nei denti (31.1 J/cm2 e 38.7 J/cm2 ) rispetto ai con- trolli. In questo studio, il gruppo irradiato con laser a Diodi pre- senta la maggiore ritenzione di fluoro. Rispetto al gruppo irradiato con l’Erbio, il Dio- do presenta circa il 125% di assorbimento di fluoro in più. In letteratura non ci sono studi che mettano in comparazione i due diversi tipi di laser nello stesso esperimento e con para- metri d’azione simili tra loro. Diversi lavori sono stati com- piuti per valutare quale fosse il parametro d’uso ottimale per aumentare l’assorbimento del fluoro nello smalto. Grazie a questi lavori sono stati scelti i parametri che sono sembrati migliori nell’aumentare l’as- sorbimento di fluoro, senza danneggiare i tessuti duri né la polpa dentale. L’osservazione dei campio- ni al microscopio a scansione elettronica mostra chiaramen- te che il laser a Diodi ha avuto effetti innocui sulla superficie dello smalto trattata, e confer- ma quanto già ampiamente dimostrato in precedenza, e cioè che il laser a Diodi è sicu- ramente utile nella fluorazio- ne dello smalto. I risultati non mostrano alterazioni della morfologia dello smalto nemmeno per i campioni trattati con laser ad Erbio, a conferma del fatto che la densità di energia utilizzata è ben al di sotto della soglia di ablazione dello smalto. Per l’uso di queste lunghezze d’onda, nella prevenzione della carie e nella desensibilizzazio- ne dei denti, è importantissi- mo mantenere le condizioni sub-ablative, per promuovere gli effetti foto-chimici senza danneggiare morfologicamen- te la superficie di smalto dei denti. I laser a causa dell’alto assor- bimento che hanno dovu- to all’acqua contenuta nello smalto possono causare micro- esplosioni sulla superficie di quest’ultimo, che determinano il processo di ablazione. Questo processo genera una superficie smaltea irregolare che può favorire un aumento di accumulo di placca La soglia di ablazione dello smalto con l’uso di sorgenti laser è stata discussa da diversi Autori, senza che questi abbia- no trovato un comune accor- do. Secondo gli studi di Li e coll. la soglia di ablazione con laser ad Erbio si trova tra 7.2 J/cm2 come densità di energia e fre- quenza di 5 Hz e 18.6 J/cm2 con frequenza di 2 Hz. Fried e coll. hanno riportato una den- sità di energia di 7 J/cm2 come soglia di ablazione; mentre Apel e coll. una soglia tra i 9 J/ cm2 e gli 11 J/cm2 . Infine nel- lo studio di Bevilàcqua e coll. sono state testate le densità di energia di 0.9 J/cm2 , 1.8 J/cm2 e 2.08 J/cm2 e si è dimostrato che sono ampiamente sotto la soglia di ablazione, così da evitare danni meccanici allo smalto. Per scegliere delle condizioni di irradiazione appropriate per l’applicazione clinica bisogna prendere in considerazione le diverse energie che non produ- cano danni termici alla polpa e ai tessuti parodontali. È sta- to dimostrato da Zach e Cohen che incrementi di 5.6°C sono tollerati dalla polpa dentale; sopra questa soglia, l’aumento delle temperature è potenzial- mente nociva e può determina- re una pulpite o anche necrosi pulpare. Per quanto riguarda il laser ad Erbio vi sono aumenti di temperatura della camera pul- pare di 3°C quando irradiata con una densità di energia da 0.5 J/cm2 a 0.85 J/cm2 con la frequenza di 10 Hz. Nel nostro studio, invece, la densità di energia utilizzata è ben infe- riore a queste soglie (0.6 J/cm2 ) e quindi si può considerare una quantità di energia sicura per quanto riguarda la vitalità pulpare. È stato dimostrato come la presenza di acqua sia un importante fattore per l’azione dei laser, soprattutto il laser ad Erbio, in grado di aumentare l’interazione dell’irradiazio- ne laser con i tessuti duri del Fig. 12 - Spettro della microanalisi a raggi X della superficie di un dente di controllo. Sono presenti quantità irrisorie di Na e F sulla superficie dello smalto. L’analisi semiquantitativa evidenzia la presenza di circa 0,5% di F, 19% di P, 35% di Ca. il rapporto Ca/P è 1,84 invece di 2,15 (w/w) per una sovrastima degli elementi a più basso numero atomico. Fig. 13 - Schermata dell’apparecchio laser ad Erbio con de selezione dell’opzione irrigazione ad acqua. Tutti i trattamenti sono stati eseguiti senza irrigazione con acqua ma solo con aria. Contatti: Dott. Giovanni Macconi Via XX settembre 18/B 24122, Bergamo giovanni.macconi@gmail.com Tel.: +39.348.3537378 dente e, conseguentemente, aumentando il processo ablati- vo (Hossain e coll.). Ma è stato anche dimostrato che l’utilizzo del laser ad Erbio senza spruz- zo d’acqua ha maggiore effi- cacia nella prevenzione della carie rispetto all’utilizzo del laser con getto d’acqua (Apel e coll.). Per questi motivi e per raggiungere una temperatura sulla superficie dello smalto tale da produrre sufficienti alterazioni cristallografiche, tutte le irradiazioni dei cam- pioni sono state effettuate sen- za l’utilizzo del getto d’acqua (Fig. 13). L’aumento significativo nell’assorbimento di fluoro, insieme all’assenza quasi com- pleta di cambiamenti strut- turali dello smalto, rendono l’applicazione topica di fluoro in combinazione con il laser a Diodi o con il laser ad Erbio un procedimento non invasivo e di considerevole utilità. Gli effetti del trattamen- to nei confronti della camera pulpare non sono stati valutati, ma appare ragionevole, secon- do quanto studiato e dimostra- to in precedenza, che l’uso di sorgenti laser a questi para- metri energetici non provochi nessuna alterazione a livello della polpa dei denti. Gli incoraggianti risulta- ti ottenuti nel presente lavo- ro portano a indicare come il trattamento dell’ipersensibili- tà dentinale con gel al fluoro e sorgenti laser, utilizzate secon- do i protocolli indicati, rappre- senti oggi il miglior standard clinico disponibile per tale indicazione. L’interpretazione dei risul- tati ottenuti porta ad ipotiz- zare il trattamento con gel di fluoro e laser a Diodi come di elezione per il trattamento dell’ipersensibilità dentinale ai colletti per il maggior assor- bimento di fluoro ottenuto. Il trattamento con gel di fluoro e laser ad Erbio comunque non è trascurabile, e lascia spazio per ulteriori analisi a diversi parametri d’applicazione. La bibliografia è disponibile presso l’Editore.