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Dental Tribune Italian Edition

4 Italian EditionAnno VII n. 2 - Febbraio 2011 News e Commenti Il Duomo. Il Foro. www.geass.it Il Foro. Il ponte di Rialto. È tutta italiana la nuova via all’implantologia. Ergonomia chirurgica, libertà protesica ed estetica. Per gestire al meglio tempo e risorse, e far sorridere i pazienti. Scegli la filosofia implantare GEASS: 1 protocollo, 3 connessioni, tante soluzioni protesiche e la prima superficie biomimetica per una perfetta osteointegrazione, . Tutto questo è way MILANO connessione interna, way ROMA connessione transmucosa, way VENEZIA connessione esterna. L’idea vincente è “Non tutti i pazienti con quadri clinici complessi debbono essere allontanati o inviati ad altri” Con questo numero inizia la sua collaborazione Marco Mozzati, Responsabile del Servizio di Chirurgia Orale della Dental School di Torino, trattando del rinvio dallo Studio medico all’ospedale di pazienti problematici, un fenomeno piuttosto diffuso anche in Odontostomatologia. La Dental School è il nuovo Centro ospedaliero-universi- tario del S. Giovanni Battista di Torino, diretto da Stefano Carossa. Si tratta sicuramente di una delle strutture sanitarie in campo odontoiatrico miglio- ri in Europa, organizzata per garantire assistenza e ricerca di alto livello. Due le aree su due piani: una dedicata alla diagno- si e terapia di tutte le speciali- tà, una seconda prettamente universitaria in cui risiedono il corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria e in Igiene Dentale. Finalità primarie di tale struttura? Garantire ai pazienti le migliori cure possibili, fina- lizzandole e associandole alla didattica, per ottimizzare l’inse- gnamento ai futuri dentisti ed igienisti. Come struttura ospe- daliero-universitaria la Den- tal School deve occuparsi della ricerca scientifica orientata alla realizzazione e gestione di pro- tocolli terapeutici innovativi, rivolti in particolare alla fascia di popolazione che, per com- plessità della patologia sistemi- ca o locale, non può rivolgersi a strutture private o ad ambula- tori decentrati non sufficiente- mente attrezzati. Energie, risorse, tecnologia e personale altamente specializ- zato sono quindi principalmente indirizzati a questi trattamenti complessi, riducendo inevitabil- mente gli spazi per organizzare e garantire cure di eccellenza anche al resto dei pazienti che afferiscono direttamente o inviati dai colleghi. Una strut- tura come la nostra, anche se estremamente grande, non può, ma soprattutto non deve, dedicarsi alle cure odontoiatri- che routinarie, ma concentrare le proprie risorse di speciali- sti e tecnologiche per trattare i pazienti altamente “complessi”. Come definire questo termi- ne? La “complessità” di un caso può essere identificata attraver- so due importanti valutazioni: la presenza di una patologia sistemica che altera a tal pun- to la salute generale, andando a condizionare qualsiasi terapia invasiva conducibile nel cavo orale, o patologie che lo colpi- scono per la cui risoluzione sono necessari interventi altamente specialistici, supportati da tec- nologia avanzata. Entriamo nello specifico per meglio comprendere il signi- ficato di patologie sistemiche che condizionano le prestazio- ni odontoiatriche. Quelle di cui sono affetti i nostri pazienti sono estremamente numero- se, e la popolazione oggi può essere definita come in pro- gressivo invecchiamento con ulteriori inevitabili problemati- che di salute associate. La classi- ficazione da farsi per procedere ad una selezione corretta preve- de l’identificazione di un grado di rischio terapeutico odontoia- trico. La centralizzazione ad una struttura d’eccellenza deve quindi avvenire solo per quei pazienti identificati con “rischio grave” che, se curati senza pro- tocolli dedicati o la gestione congiunta con altri specialisti, possono incorrere in complican- ze serie. Nella realtà pratica, il loro numero è molto elevato: ad esempio, prendiamo quelli in attesa di trapianto d’organo e analizziamo le insufficienze epatiche, molto diffuse, trattate con il trapianto di fegato. In associazione all’insufficien- za epatica, questi pazienti hanno alterazioni che compromettono non solo la guarigione dei tes- suti, ma anche l’efficienza della coagulazione, con alto rischio emorragico anche dopo sempli- ci interventi conservativi come la detartrasi. Lo stesso vale per quelli con patologie del midollo e del sangue a cui, oltre al san- guinamento, aumenta esponen- zialmente il rischio di infezioni. Altre condizioni da prendere come esempio sono le disabili- tà psicofisiche che, soprattutto nei casi di scarsa collaborazione, possono essere trattate esclu- sivamente in centri ospedalie- ri. Al contrario, ci sono diverse condizioni patologiche impro- priamente considerate ad alto rischio e dirottate a centri d’ec- cellenza anche quando non lo sono.Adesempio,ilpazientedia- betico, patologia estremamen- te diffusa, da non considerarsi assolutamente come a rischio terapeutico odontoiatrico nella sua totalità. Fondamentale discriminare, quindi, il grado di gravità di questa sindrome e capire che il diabetico possa essere curato senza rischio da tutti gli ambu- latori odontoiatrici. Quando può subentrare un rischio? Sicura- mente quando il quadro della malattia si aggrava, andando ad intaccare altri organi come il rene, alterando quindi il quadro sistemico. È difficile semplificare in poche righe la complessità della valutazione dei nostri pazienti. II messaggio che vorrei portare con questo articolo è che ogni paziente può presentare quadri clinici locali e sistemici com- plessi, avere patologie, ma ciò non significa che debba essere sempre allontanato o meglio inviato ad altri. Fondamenta- le è imparare ad identificare la reale presenza di un rischio con procedure semplici che passano attraverso una corretta anam- nesi ed alcune volte a consu- lenze specialistiche che meglio possono inquadrare la patologia. Ma il tutto deve essere finaliz- zato a comprendere se il nostro paziente può o non essere curato lontano da un ospedale. Marco Mozzati Responsabile del Servizio di Chirurgia Orale Dental School di Torino Scienziati dell’Università di Kyoto (Giappone) comuni- cano di aver sviluppato una nuova lega simile al palladio, metallo raro utilizzato nei restauri dentali. “L’elemento è stato prodotto da una miscela di molecole di argento e rodio, due elementi chimicamente vicini al palladio, e potrebbe essere un primo passo nel- la produzione di alternative sintetiche per altri elementi rari”, hanno detto i ricercatori al giornale Yomiuri Shimbun di Tokyo. Il palladio si trova in natura solo in alcune par- ti della Russia, Sud Africa, Canada e Stati Uniti. Oltreché in Odontoiatria, è usato per produrre catalizzatori, gioielli e, tra le altre cose, i compo- nenti essenziali per i prodotti dell’elettronica di consumo. Una relazione del 2010 di una società chimica statunitense, la Johnson Matthey, stima che il 5-6% della domanda annua- le proviene dai dentisti per la produzione di corone e ponti. Con una domanda annuale di 8,5 tonnellate, il Giappone con- tinua a utilizzare la più grande quantità di palladio nel setto- re dentale, nonostante ci siano altre opzioni di trattamento, come le corone in ceramica integrale, secondo quanto rife- rito dal rapporto stesso. I ricer- catori hanno avviato progetti di ricerca congiunti con l’in- dustria giapponese, anche se dicono che la nuova lega sarà difficile da produrre a scopi commerciali. Alcuni esper- ti chimici, però, sono scettici: “Sembra proprio che siano riu- sciti a creare ‘nanoparticelle’ – parola spesso abusata – di rodio e argento, che normal- mente sarebbero prodotte con tecniche di fusione tradizio- nale”, dichiara Peter Duncan, il Direttore generale della Johnson Matthey al giornale sudafricano Mining Weekly. “È un fatto comune che gli accademici giapponesi brevet- tino qualcosa di vagamente nuovo, a prescindere dalle sue potenzialità commerciali”. Gli esperti giapponesi dicono che i sostituti sintetici dei metal- li rari potrebbero rendere il Giappone più indipendente da Paesi come la Cina, che attual- mente produce oltre il 90% di metalli rari nel mondo. Yvonne Bachmann, DTI Sviluppo in Giappone di un sostituto del metallo dentale