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Dental Tribune Italian Edition

Italian Edition Attualità 3 Anno VII n. 1 - Marzo 2011 La domanda che spesso i genitori fanno a se stessi è: “Conviene trattare ortodonticamente mio figlio quando è molto piccolo, nella fase adolescenziale o nell’età adulta?” La risposta a questa domanda non è sempli- ce anche perché il tempo in cui è preferibile trattare un paziente in crescita può variare da persona a persona a seconda dei problemi da risolvere. Inoltre, non esiste un unico apparec- chio dentale per risolvere tutte le problemati- che di allineamento dentale e per tutti i piccoli pazienti alla stessa età. Dunque, il comportamento più idoneo che può assumere un genitore, quando è colto da questo dubbio, è quello di affidarsi al proprio dentista che lo indirizzerà presso un ortodonti- sta, oppure rivolgersi direttamente ad un orto- dontista ricercandolo nel portale della Società Italiana di Ortodonzia (www.sido.it). L’ortodontista, dopo aver visitato il bambino, farà una diagnosi in seguito alla quale deciderà quale sarà l’età migliore per iniziare la terapia e quale sarà la terapia più adatta a risolvere quel problema specifico. In alcuni casi è di gran lunga preferibile attuare una terapia in età evolutiva. Infatti, le malocclusioni hanno spesso un percorso evolu- tivo ingravescente, dunque è molto importante risolvere determinati problemi in età precoce in modo da evitare che questi possano peggio- rare nel tempo o anche dare il via ad altre pro- blematiche dentali. Il corretto accrescimento delle basi ossee è determinante per far ottenere al giovane paziente una corretta respirazione, una corret- ta masticazione e una corretta deglutizione e fonazione. Infatti le più importanti funzioni alle qua- li assolve l’apparato stomatognatico possono essere alterate da un allineamento dentale non corretto. In altri casi, se il bambino è troppo piccolo per rispondere in maniera adeguata alla terapia, sarà l’ortodontista a decidere il momen- to più adatto per iniziare. In tal modo, affidandosi al giudizio di un ortodontista, il genitore sarà certo che suo figlio comincerà la terapia più adatta nel momento più adatto, evitando quella risposta che tutti temono di ricevere per il proprio figlio: “Caro genitore, suo figlio è ormai grande per poter svolgere una terapia ortodontica poco invasiva per la risoluzione della sua malocclusione”. In ultima battuta sarebbe opportuno far effettuare la prima visita di controllo ortodon- tico intorno ai 6 anni di età, in modo da met- tere l’ortodontista nelle condizioni ideali per decidere nei casi di necessità di cominciare la terapia precocemente. Iniziative come il Mese della Salute Orale Colgate - S.I.D.O. consentono di attirare l’attenzione degli adulti, in qualità di genitori e di diretti interessati, sul problema della malocclusione come principale responsa- bile di importanti funzioni come la masticazio- ne, la respirazione, la fonazione, eccetera. L’applicazione di apparecchi correttivi sia in età infantile sia in età adulta implica tra i portatori una maggiore sensibilità e attenzione verso l’igiene orale per contenere l’inevitabile accumulo della placca a detrimento della salute di denti e gengive. Una consulenza ad hoc A colloquio con Claudio Chimenti, Presidente S.I.D.O. La placca dentaria, biofilm, considerata oggi la principale causa locale responsabile della carie, è un’aggregazione micro- bica che si attacca alla superficie dello smalto mediante una pel- licola di origine salivare che si forma in base a: - diminuzione pH locale; - diminuzione della concen- trazione di ioni Calcio; - modificazione dei compo- nenti salivari ad opera dei batteri. La composizione della placca batterica (che comprende bat- teri aerobi e anaerobi legati a una matrice intermicrobica) è molto variabile e comprende numerose famiglie di germi: se ne distinguono oltre 300 specie, soprattutto streptococchi, spiril- li, lactobacilli, actinomiceti. Si può considerare come un deposito costituito da: - microrganismi; - cellule; - acqua (80%); - matrice intermicrobica. Quando sul dente si è formata la pellicola inizia la colonizza- zione batterica attraverso due meccanismi: - crescita e moltiplicazione dei batteri che hanno aderi- to alla pellicola; - aggregazione continua di microrganismi della saliva, soprattutto streptococchi. Questi meccanismi vengono favoriti sia da fattori endogeni, provenienti dallo stesso paziente (per esempio scarsa salivazione), sia da fattori esogeni o ambien- tali (per esempio l’alimenta- zione). Il saccarosio (il comune zucchero da cucina) è un disac- caride e rappresenta la fonte di nutrimento preferita dai bat- teri della placca dentaria, che tuttavia metabolizzano anche monosaccaridi (come il glucosio, il galattosio e il fruttosio) e poli- saccaridi (glicogeno e amido). Grazie a questi zuccheri di cui si nutrono, i batteri proliferano, continuano ad aderire tenace- mente alla superficie dentaria, a produrre le sostanze in grado di disgregare lo smalto dei denti. La saliva, tra i suoi compi- ti, ha anche quello di dilavare (rimuovere) la placca batterica contribuendo a mantenere una corretta igiene orale. Questa sua funzione può però essere osta- colata da circostanze come la scarsa salivazione o dalla respi- razione orale che comporta una minore quantità di saliva circo- lante in bocca. La stessa saliva, però, può essere veicolo di meta- boliti (sostanze prodotte duran- te un processo metabolico) che vanno ad aumentare e alimen- tare la placca batterica: soprat- tutto i metaboliti da carboidrati, grassi e proteine. Un aspetto, questo, che non ha avuto in pas- sato grande attenzione ma che oggi merita di essere ben valu- tato e studiato. Per mantenere una condizione di salute orale soddisfacente è quindi sempre consigliabile una visita odonto- iatrica generale che tenga conto dei diversi fattori e valuti le spe- cifiche esigenze della persona. Senza dimenticare il ruolo fon- damentale che l’alimentazione svolge nell’eziogenesi (forma- zione) della placca: gli zuccheri assunti con la dieta condiziona- no infatti il suo sviluppo e la sua velocità di progressione. In ogni caso, tranne situazio- ni particolari, è sempre utile una seduta di igiene professio- nale, dal dentista, ogni 6 mesi. Ci sono infatti zone della bocca in cui è difficile arrivare con lo spazzolino o col filo interdentale per assicurare, a casa, una cor- retta igiene orale. Oltre una pulizia più com- pleta e corretta, il dentista può individuare una eventuale mal posizione dentaria che va esa- minata dall’ortognatodonzista, lo specialista che si occupa di tutte le anomalie di posizione, conformazione e sviluppo dei denti e delle ossa mascellari. È ovvio che, come una malpo- sizione dentaria, anche un trat- tamento ortodontico di tipo fisso rende più difficoltosa la pulizia dentale. Quando però il tratta- mento ortodontico termina e i denti sono in posizione corretta, l’igiene domiciliare sarà faci- litata e l’adesione della placca ridotta. Focus sulla placca È evidenza scientifica, entra- ta ormai nella consapevolezza comune, che una corretta igie- ne orale è indispensabile per conservare la salute della boc- ca, evitare l’accumulo di placca sui denti. La placca batterica va rimossa regolarmente dopo ogni pasto attraverso l’uso di spazzo- lino e filo interdentale. Pochi minuti per un impegno costan- te che serve al benessere di tut- to il corpo. Già pochi minuti dopo aver spazzolato i denti per la normale pulizia, infatti, i batteri ricominciano ad aggre- Igiene orale e Ortodonzia Abstract a cura di Giampietro Farronato, Presidente Corso di Laurea di Igiene Dentale e Direttore Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia - Università degli Studi di Milano, Facoltà di Medicina e Chirurgia garsi ed attaccarsi tenacemente ai denti appena puliti. Succede proprio in seguito alla formazio- ne della pellicola (la base su cui si attaccano i germi) costituita da mucoproteine, sostanze con- tenute nella saliva. Trascurare l’igiene orale significa aprire la porta allo sviluppo di patologie quali la carie e la parodontite, l’infiammazione del parodon- to, l’insieme cioè dei tessuti di sostegno del dente: il cemento, il legamento periodontale, l’os- so alveolare, i tessuti gengivali. Oltre 15 italiani adulti su 100 soffrono di parodontite, causa principale di perdita dei denti (piorrea) e sempre più spesso richiamata dagli studi scienti- fici come concausa di malattie sistemiche. Se le gengive san- guinano mentre ci si lava i denti è un primo segnale di infiam- mazione da non trascurare. Dettagli sulla Ricerca multicentrica Ruolo dello zucchero esogeno ed endogeno nella proliferazione dei batteri della placca dentaria Glucosio nel sangue e glucosio nella saliva: un percorso e un rapporto che possono dire mol- to sullo sviluppo della carie e sull’insorgenza di altre malattie del cavo orale, come quella paro- dontale. Non solo in chi ha pro- blemi di iperglicemia o mangia molti carboidrati, ma soprattut- to in chi sta bene, osserva una dieta alimentare equilibrata, pratica normalmente una cor- retta igiene orale e ha una boc- ca sostanzialmente sana. Anche in questi casi, come risulta dalle ultime acquisizioni scientifiche, c’è comunque glucosio nella saliva. Più ce n’è, maggiore è la concentrazione, più c’è il rischio di carie e di parodontite. Ecco dunque un nuovo impor- tante campo di ricerca: moni- torare attraverso un protocollo standardizzato il normale flus- so del glucosio dal sangue alla saliva nell’arco delle 24 ore e indagarne l’andamento, per individuarne poi gli effetti a carico dei denti e della bocca. Saranno selezionati sogget- ti fra i 16 e i 45 anni, in buona salute generale, con almeno 24 denti sulle due arcate e che non abbiano problemi parodontali (nessun sito con PD* o CAL** ≥ 4mm) o abbiano ricevuto tratta- menti parodontali. L’ampiezza del campione sarà tale da garan- tire una adeguata significatività statistica (sample size). *PD: profondità di sondaggio. **CAL: livello clinico di attacco, distanza tra la giun- zione smalto-cemento e il margine libero gengivale.