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Dental Tribune Italian Edition

15 Italian Edition Anno VII n. 3 - Marzo 2011 L’Intervista L’opinione di un Consorzio di odontotecnici sulle politiche per l’Odontoiatria in Italia Intervista a Daniele Benatti, Presidente della Società Consortile Q.E.T., in risposta agli articoli di pagina 2 di Dental Tribune 12/2010 Presidente Benatti può spie- gare ai nostri lettori di cosa si occupa e come è organizzato il vostro consorzio? Il Q.E.T. nasce nel 2005 dall’idea di un gruppo di otto Aziende odontotecniche, sul mercato den- tale da parecchi anni, che condi- videvano molteplici aspetti legati al concetto d’impresa. Criterio questo che nell’area odontotecnica non ha mai trovato una vera e propria praticabilità, risultando talvolta uno dei limiti maggiori della categoria. L’acronimo Q.E.T. (Qualità - Etica - Tecnologia) si posiziona su parole impegnative che oggi, più di allora, trovano importanti riscontri nella pratica quotidia- na per chi intende fare seriamen- te impresa in un sistema, quello dentale, che sta trasformando visibilmente i propri modelli ope- rativi. Senza qualità di prodotto, di pro- cesso e di gestione, non si gover- na lo sviluppo di un’attività, per altro così specifica come la nostra, e neppure senza la capacità di creare valore e crescere per fare investimenti sia in ricerca che sviluppo. Senza etica, per quanto l’etimo- logia della parola possa aprire ampie strade di dibattito, non si costruisce un futuro migliore e adeguato alle generazioni che dovranno continuare la nostra attività imprenditoriale. Senza tecnologia, e soprattutto quella orientata all’innovazione, ogni attività rimane orfana di quel complemento necessario che ha esaltato, anche in Odontotec- nica, il modello più generale del “Made in Italy”. Il Q.E.T. si sviluppa prevalente- mente dal 2008 in poi per consen- tire alle aziende consorziate di restare nel mercato dentale, mer- cato che in questi ultimi anni si sta trasformando profondamen- te e richiede che tutti coloro che operano in questo contesto abbia- no una elevata predisposizione al cambiamento: dentisti, odon- totecnici, fornitori-distributori, produttori. Abbiamo cominciato a dire pub- blicamente che bisognava rein- ventare la filiera dentale, che questa andava rimodellata, che gli attori presenti al suo interno si sarebbero dovuti impegnare a lavorare insieme, che gli odonto- iatri non potevano non superare la logica della “professione libe- rale” e gli odontotecnici quella della “qualifica di mestiere”; si tratta di categorie superate dalla realtà economica. Nel frattempo abbiamo portato i soci alla certificazione ISO, stia- mo svolgendo per gli stessi un corso paragonabile ad un Master universitario sulla gestione aziendale e sul marketing, e sia- mo intenzionati a metterlo sul mercato, a disposizione di chi sa di dovere crescere, odontoiatri e odontotecnici. Stiamo anche aprendo trattative con primarie aziende produttri- ci, per concludere seri accordi di partnership commerciale e insie- me a questi costruire un modello nuovo di welfare odontoiatrico che coinvolga ovviamente anche i nostri clienti medici e odontoia- tri. Stiamo pensando ed agendo come un moderno consorzio di aziende. Come siamo organizzati? In pri- mo luogo i componenti del CDA hanno ciascuno una responsabi- lità operativa, e poi abbiamo due coordinatori del lavoro che colla- borano direttamente con il CDA e una sede autonoma; siamo pronti a crescere e per semplicità sottolineo che una visita al nostro sito (www.qetgroup.it) può fare comprendere meglio tanti aspetti troppo dispendiosi in termini di spazio da spiegare in una inter- vista. Quali sono i plus dei vostri laboratori? Il plus vero, quello che ha un peso, è che le oltre 20 aziende che sono consorziate possono, insie- me, soddisfare qualunque richie- sta di dispositivi e servizi dentali, in tutta l’Italia, sia per qualità sia per quantità, e con standard certi e certificati, oltre che con tutte le possibili variabili in ter- mini di economia del prezzo. Poter garantire una produzio- ne standard, con lo stesso livello per tutte le commesse, è al giorno d’oggi fondamentale. Disponiamo delle stesse tecno- logie, ci aggiorniamo insieme, sappiamo insieme dove cerchia- mo di andare; siamo in grado di affrontare appalti di fornitura pubblici o privati, possiamo trat- tare con le primarie aziende del settore dentale. Questo è sicura- mente il plus. Ne aggiungo un altro che più che un plus lo definisco un’opportuni- tà che va incontro alle sollecita- zioni costanti che il mondo della produzione esprime. Aggregare, capitalizzare e strutturare mag- giormente le nostre aziende per essere competitivi, sia in casa nostra sia nel mondo globale. Il nuovo frutto del Q.E.T. potreb- be più facilmente portare a ciò ed essere, più di oggi, in grado di strutturare progetti più concreti di filiera, dove questa si rivolge con più qualità anche economica al cittadino Italiano che fa parte di quel 60% che non va dal den- tista. Poi un serio e attento pro- getto oltre confine con una filiera organizzata, non vedo perché non lo si possa attuare. In una lettera inviata alla redazione, commentando l’articolo comparso sul n. 12/2010 di Dental Tribune dal titolo “Quali politiche per l’odontoiatria in Italia alla luce delle evidenze disponi- bili”, trovavate molto impor- tante intervenire in qualità di ampia rappresentanza della categoria degli odontotecnici e dei laboratori. Può esternar- ci meglio la vostra opinione? Questa è per me la domanda centrale e sottolineo che non rap- presentiamo la categoria, ma la nostra Società consortile e le sue idee. Vede, i consueti attori del settore dentale italiano possono rapidamente essere espropria- ti del loro ruolo storico, e, a mio avviso, non ci vogliono molto anni perché questo succeda. Tutti conoscono alcuni nomi di Aziende low-cost, che mirano principalmente alla quantità e che sono entrati nel mercato con alle spalle grandi investitori; DT pagina 16