Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

20 Speciale Italian EditionAnno IV n. 1 - Aprile 2011 “Non basta esser inquadrati come professionisti ma occorre esser riconosciuti e rispettati” Quest’anno si celebra il trentennale di fondazione dell’Aidi. Vuol ricordare le circostanze in cui nacque? Fu fondata neI 1981 ad opera di un piccolo gruppo di neo diploma- te, capitanate da Gianna Nardi, che avevano frequentato la Scuo- la diretta a fini speciali in Igiene dentale dell’Università di Bari, dov’era stato istituito il primo cor- so di formazione universitario. Si deve certo a quelle “ragazzine”, e soprattutto a Gianna, il merito di aver iniziato e portato avanti con costanza, quasi con accanimento, la lotta per il riconoscimento isti- tuzionale della nostra figura pro- fessionale. Allora c’era bisogno di affer- mare la propria esistenza attraverso un’Associazione. Oggi l’Aidi che cosa afferma? È un sindacato di categoria, che si preoccupa di portare avanti le istanze della professione. Non basta, infatti, essere inquadrati come professionisti “per legge”. Importante essere riconosciuti e rispettati dagli odontoiatri, isti- tuzioni, utenti… A tal proposito, bisogna lavorare ancora molto. Quali sono le battaglie in cui l’Aidi si è distinta? Quali sta tuttora combattendo? Dal nulla ha ottenuto il riconosci- mento come professione sanitaria dell’area tecnica e che la forma- zione avvenisse a livello universi- tario, prima con l’istituzione del diploma, poi della laurea trien- nale e di quella specialistica. Ha ottenuto, inoltre, la possibilità di lavorare come liberi professio- nisti e la sostituzione, nel profilo professionale, delle parole “alle dipendenze degli odontoiatri…” con la dicitura: “su indicazione degli odontoiatri…”( e sottolineo “indicazione” e non “prescrizio- ne”!). Insomma,tutto quello che È nata a Milano 63 anni fa, ma la famiglia si è trasferita a Torto- na, dove ha frequentato le scuole sino alla maturità classica. Si è laureata in Scienze biologiche a Pavia, insegnando poi per 30 anni Scienze e Chimica al Liceo scientifico in Svizzera e ad Aosta. Circondata da medici odontoiatri (marito, sorella, cognati, amici), a un certo punto si sentiva esclu- sa e, quando è stata istituita an- che all’Università di Genova, la scuola per igienisti dentali, si è iscritta e di lì ha avuto inizio la sua avventura. All’Aidi è en- trata subito – la sua tessera è la numero 15! – convinta che l’asso- ciazionismo sia il solo modo per ottenere il riconoscimento della professione, ma non si è impe- gnata attivamente sin quando la figlia Federica è divenuta abba- stanza grande. Si è quindi lau- reata in Igiene dentale all’Uni- versità dell’Insubria, dove ha cominciato ad insegnare come professore a contratto. Eletta nel 2003 nel Consiglio Direttivo Aidi nel 2003, è stata vicepresi- dente, con Annamaria Genovesi, come presidente. Nel 2006, infi- ne, l’elezione a presidente. XXI CONGRESSO NAZIONALE AIDI SAVE THE DATE Associazione Igienisti Dentali Italiani Milano, 22-24 settembre 2011 XXI CONGRESSO NAZIONALE AIDI www.aiditalia.it AIDI 11 crtln:Layout 1 7-03-2011 11:01 Pagina 1 L’avventura di Marialice Boldi coincide con la storia dell’Aidi Individuato un nuovo batterio causa delle carie infantili I ricercatori del Forsyth Institute di Cambridge (Mariland, Usa) hanno fatto un’importante scoperta sulla natura delle carie precoci infantili, che interessano i bambini entro i primi 6 anni di vita. Guidati da Anne Tanner, gli studiosi hanno infatti scoperto che a causare le carie nella prima infanzia, quando anco- ra lo Streptococcus mutans (principale responsabile delle carie dentali) risulta assente dalle cavità orali dei bambini, è un altro batterio, noto col nome di Scar- dovia wiggsiae. Nonostante i progressi dell’odontoia- tria, le carie nella prima infanzia resta- no un problema molto diffuso. Nei casi più gravi, possono distruggere i denti da latte, causare ascessi dolorosi e spingere i genitori a correre in ospedale. Un articolo pubblicato da Il Messag- gero.it riferisce che la ricerca, che sarà pubblicata ad aprile sul Journal of Clini- cal Microbiology, fornisce dunque nuovi indizi sui nemici del sorriso dei bimbi. La carie dentale, ricordano i ricercatori, è causata da una interazione tra batteri, suscettibilità dell’ospite e dieta (a base di carboidrati con grandi quantità di zuc- chero). Lo Streptococcus mutans, dice l’articolo, è ampiamente riconosciuto come prin- cipale agente patogeno nelle carie del- la prima infanzia. Ma è presente anche nelle persone senza lesioni e non viene rilevato in tutti i casi di carie infantile. Questo suggerisce che altre specie entri- no in gioco. “Comprendere le cause di gravi carie nei bambini piccoli – conclude la ricer- catrice, che ha analizzato i microrgani- smi nella bocca di 42 bimbi con carie e di altrettanti piccoli senza problemi ai denti – è il primo passo per individuare una cura efficace”. Fonte: Il Messaggero.it oggi l’igienista dentale è, è sta- to ottenuto unicamente grazie all’Aidi. Al momento stiamo cercando di ottenere la possibi- lità di eseguire, su prescrizione dell’odontoiatra, l’anestesia loca- le per infiltrazione. Assieme alle altre professioni sanitarie, siamo poi da anni in attesa dell’istitu- zione degli Ordini e Albi profes- sionali. La professione di igienista dentale è cambiata in questi 30 anni? Come e perché? Certamente. Da ausiliaria, cioè “dipendente”, è diventata auto- noma, acquisendo maggior dignità e consapevolezza del pro- prio ruolo, maggior capacità e possibilità di operare nei diversi settori del sistema sanitario. Ciò è avvenuto per il notevole livello di formazione raggiunto e per il miglioramento degli strumenti tecnologici a disposizione. Ma anche in risposta alla maggior richiesta di prevenzione e con- sapevolezza dell’importanza dell’igiene orale per il manteni- mento della salute globale. Perché la parola igienista si declina quasi sempre al femminile? Solo questione di tradizione? Sì, ormai parlare di igienista al femminile è solo un retaggio del passato, quando appunto c’erano le “signorine” che si occupava- no dell’igiene orale. Il corso di laurea in Igiene dentale è ormai frequentato per il 25/30% da maschi. L’Aidi è riuscita in questi anni ad attenuare il complesso di inferiorità di cui soffre l’igie- nista dalla nascita? Scusi, chi le dice che l’igienista dentale soffre di un complesso di inferiorità? Forse ad alcuni odontoiatri fa piacere creder- lo. O meglio vorrebbero che così fosse. Come presidente Aidi e docente cerco di trasmettere a soci e allievi l’orgoglio di essere igienisti, e le posso garantire che i laureati degli ultimi anni sono ben consci della loro professiona- lità, delle possibilità lavorative e del ruolo importante che rivesto- no in ambito sanitario. Nessuna frustrazione, in genere, per non essere “dentisti”. La dignità pro- fessionale si acquisisce svolgen- do con coscienza e competenza il proprio lavoro! Come si pone l’Italia a con- fronto con altri Paesi nella considerazione di questa figu- ra professionale? A parte i Paesi del Nord Euro- pa e degli Usa, dove la cultura dell’igiene orale ha radici ben salde e datate (circa 100 anni), direi che, almeno sulla carta, non ci possiamo lamentare. La nostra formazione culturale è certamen- temoltobuona,conlivellidieccel- lenza in molte Università (non le dico quali, tanto è cosa nota). La cosa che ancora manca è l’in- serimento sistematico negli orga- nici delle strutture ospedaliere e nelle Asl. Cosa vede nel futuro dell’igie- nista? La diffusione della cultura dell’igiene orale, per l’appunto: l’igienista negli ospedali, nelle Asl, nelle scuole, per far opera di vera prevenzione con un rappor- to costi/benefici che, oltre tutto, sarebbe assolutamente vantag- gioso per il SSN. Quali iniziative ha in mente (se ce l’ha) l’Aidi per festeg- giare il suo trentesimo anni- versario? Con il Consiglio Direttivo (e col- go qui l’occasione per ringraziare vivamente tutte “le ragazze” per il lavoro svolto e per la competen- za con cui operano) stiamo orga- nizzando il Congresso Nazionale che si svolgerà a Milano dal 22 al 24 settembre. Nei due giorni pre- cedenti ci sarà anche il meeting europeo. Ci stiamo impegnando affinché sia un congresso “memo- rabile”, come evento scientifico e come momento di aggregazione. Il tutto culminerà, il venerdì sera, in una grande festa. Lei è presidente Aidi da 5 anni. Di che cosa si vanta di più e di che cosa si duole di non avere (ancora) realizzato? Lascio agli altri il giudizio sul mio operato. Posso solo dire che in questi anni l’associazione è molto cresciuta ed ha ottenuto attesta- zioni di stima e considerazione a vari livelli. Mi dolgo principal- mente di essere quasi impotente nella lotta all’abusivismo (gli odontoiatri irriducibili che con- tinuano a far eseguire l’igiene orale dalle assistenti, sono anco- ra molti, incuranti della legge e della stigmatizzazione dei ver- tici Andi e Aio). Mi piacerebbe, inoltre, vedere l’istituzione degli Ordini e degli Albi professionali prima della fine del mio mandato; purtroppo, però, non dipende solo dall’impegno mio e dei presidenti delle altre professioni. Mi auguro che il Ministro e il Governo man- tengano l’impegno preso in cam- pagna elettorale.