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Dental Tribune Italian Edition

22 Speciale Italian EditionAnno IV n. 1 - Aprile 2011 HT pagina 19 I mezzi meccanici e chimici per il controllo del biofilm bat- terico sono strumenti indispen- sabili per evitare la malattia, ma il controllo dell’efficacia deve partire da alcune importanti considerazioni. Il tempo medio impiegato per spazzolare il cavo orale è di 46 secondi (IADR-2000)(Beals D. et al., Am J Dent. 2000; solo il 2-10% dei pazienti usa il filo interdentale regolarmente e in manieraefficaceBaderH.,Dent. Today 1998) ed è stato dimostra- to che a distanza di un anno c’è perdita di compliance anche di un paziente ben motivato al suo utilizzo. I sussidi meccanici per la placca, quali spazzolino, filo e scovolino, pur rappresentando la routine standard per l’igiene orale, hanno dei limiti a causa di inaccessibilità di zone difficili da raggiungere, perdita di moti- vazione da parte del paziente, perdita di compliance, ma spes- so anche per tecnica di utilizzo “inadeguata”. La cultura della salute e dell’igiene orale ha subito una continua evoluzione, determi- nata dallo scambio dialettico tra offerta del mercato, esigenze del paziente e ricerca scientifica, attraversando 4 stadi. Il primo stadio degli Anni ’60- ’70 del Personal Care: lo stadio di partenza di igiene orale con scarso livello di informazione, con valori e bisogni di igiene orale di superficie e scarsa con- sapevolezza degli aspetti corre- lati alla salute. Lavare i denti assumeva un valore spiccato di status symbol. Il 2° stadio del “Dovere Salu- tistico”, Anni ’70-’80 ha come parole d’ordine carie, placca e tartaro; nasce il Mese della Prevenzione e la prima scuola di igienisti dentali, le informa- zioni sono standardizzate e le pratiche di igiene orale, almeno 2 volte al giorno, cominciano a diventare comportamento scon- tato e condiviso. Nel 3° stadio, definito del “Benessere” negli Anni ’80-’90, l’igiene orale si trasforma da obbligo a dovere sociale; diven- tando un progetto personale di benessere e gratificazione, il paziente diventa più evoluto e responsabile della propria igie- ne orale, si appropria del concet- to di benessere e inizia la fase di autovalutazione. Compaiono nuovi strumenti di igiene orale, vengono modificati gli spazzo- lini nel colore, nella forma dei manici e nella disposizione delle setole, ma il concetto di preven- zione, o meglio rimozione della placca, viene percepito con mag- giore attenzione alla frequenza che non alla diligenza, quindi tempo dedicato all’operatività e soprattutto controllo del risulta- to. Spazzolare i denti 3 volte al giorno dopo i pasti principali ed evitare i dolci è l’informazione standard che i pazienti hanno acquisito, ma l’informazione è ancora scarsa. Nel 4° stadio, Anni 2000, detto della “Concezione Oli- stica”, si rafforza il concetto di interdisciplinarietà tra il team odontoiatrico e la medicina spe- cialistica non solo odontoiatrica; la prevenzione viene considera- ta un elemento specifico della professionalità e si dà un signi- ficato importante al migliora- mento delle informazioni per migliorare il livello di salute dei pazienti. Se nel 1970 lo spazzoli- no veniva definito lo strumento principe dell’igiene orale, nel 2011 il controllo “efficace” del biofilm betterico è il vero prota- gonista dell’igiene orale. Effica- cia e sicurezza degli strumenti e delle tecniche per disorganizza- re il biofilm batterico ed allon- tanare i nutritivi, obiettivi dello spazzolamento, devono essere trasmessi al paziente in manie- ra professionale. Da una revisione sistemati- ca del database della Cochrane Collaboration del 2006, la rimo- zione della placca costituisce il fattore di impatto epidemiologi- co più importante sulla preva- lenza della carie, e rimuovere la placca tramite lo spazzolamen- to aiuta a prevenire le infiam- mazioni gengivali. Obbligo del team odontoiatrico è dare un significato medico allo spaz- zolamento, poiché rappresenta il fattore di successo a lungo termine della terapia dei tessu- ti parodontali e dei denti. Ma quali tecniche di spazzolamento vengono suggerite al paziente? Tecniche di spazzolamento del passato - Tecnica di Bass: spazzola- mento sulculare - 1948 - Tecnica di Bass modificata - Tecnica di Stilman - 1932 - Tecnica di Charters - 1928 - Tecnica di Fones - 1934 - Tecnica di Leonard - 1949 - Tecnica orizzontale - Tecnica a rullo o rullata Nel 1986, Frandsen svolge una ricerca sulle evidenze pro- dotte sull’argomento “Efficacia di spazzolamento: metanalisi”. Gli autori delle evidenze prese in esame erano Mc Clure 1966, Rodda 1968, Frandsen 1970, Hansen & Giermo1971, Sagnes 1974, Arai & Kinoshita 1977, Gilbson & Wade 1977, Bergen- holtz 1984, Bastiaan 1984. Dai risultati di questa meta- nalisi, elaborò che “i ricercatori hanno realizzato che il miglio- ramento nell’igiene orale non è dipeso dallo sviluppo di meto- diche migliori di spazzolamen- to, ma dal miglioramento delle performance delle persone”. La forma degli spazzolini era “obbligata”, poiché non esiste- vano macchinari adatti ad arro- tondare le setole, se non messe tutte su un piano. Quindi, i ricercatori dell’epo- ca trovarono tecniche ideali su quei modelli di spazzolini. Oggi la tecnologia permette l’arrotondamento delle setole multilivello con un migliora- mento della conformità all’ana- tomia dell’arcata dentale. Studi comparativi sui nuovi design degli spazzolini manua- li rilevano chiari vantaggi nella modifica delle lunghezze e della posizione delle setole, la dimensione e il taglio del- la punta, e la lunghezza del manico (Quintessence Interna- tional, Nr. 9-97). DaunarevisioneCochranedel 2005 con 149 studi clinici pub- blicati, vengono inoltre indicati gli spazzolini con movimento di rotazione e oscillazione come più efficaci degli spazzolini manua- li, risultando essere sicuri quan- to quelli manuali. Non ci sono evidenze ad indi- care che spazzolini elettrici o manualidifferiscanoneglieffet- ti causati sui tessuti molli e duri, e i benefici dello spazzolamento sono decisamente superiori ai rischi in un uso improprio (M. Addy, Europerio 2003). HT pagina 23 Paradigmi da sconfessare nel controllo del biofilm batterico Gianna Maria Nardi, prof. aggr. RUC Ricercatore Confermato Università di Roma “Sapienza” Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo Facciali Direttore: prof.ssa A. Polimeni Figg. 1, 2 - Biofilm batterico con rivelatore. Figg. 3-5 - Biofilm evidenziato dal rivelatore di placca.