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Dental Tribune Italian Edition

40 Italian EditionAnno VII n. 4 - Aprile 2011 L’Intervista DT pagina 39 e l’esecuzione dell’in- tervento. In sostanza, si deve poter affermare che il paziente avrebbe rifiutato l’intervento ove fosse stato com- piutamente informato, giacché altrimenti la condotta omessa dal medico non avrebbe comunque evitato il danno; 5) l’onere probatorio gra- va sul paziente, ed è quest’ultimo che deve fornire la prova; deve cioè poter dimostrare che non si sarebbe sot- toposto all’interven- to se adeguatamente informato. Quindi, se prima della sentenza in oggetto era pos- sibile affermare che sussisteva comunque una responsabilità del medico per la man- cata informazione, anche se l’intervento professionale era stato eseguito con successo, ora tale affermazione deve essere più cau- ta, perché il paziente dovrà provare che non si sarebbe sottoposto all’intervento se fosse stato adeguatamente informato. Nel dispositivo si riba- disce, inoltre, un con- cetto che è presupposto indispensabile a nostro avviso per una miglior gestione dello spinoso pro- blema: che il momento del consenso sia inteso come strumento/occasione per realizzare quella auspi- cata alleanza terapeutica tra paziente e medico, che consente al primo di accet- tare più facilmente anche le possibili conseguenze negative di un atto medico e al secondo di lavorare con maggiore serenità. Mario Aversa Libero professionista in Salerno www.odontolex.it “Io, dentista con Studio proprio e avviato, collaboratore di una catena di cliniche” Come è entrato in contatto con Vitaldent ? Il direttore della Biomax di Vicenza mi ha contattato per valutare una collaborazione pres- so Vitaldent. A Torino, infatti, erano in apertura alcuni centri, e sapeva che stava cercando dottori referenziati. Non avevo nessun tipo di informazione su VD. Ave- vo il mio Studio con una buona attività, e non pensavo di intra- prendere collaborazioni. Sono quindi andato al primo incontro senzaalcunaaspettativa,hocono- sciuto prima un referente HR e successivamente il proprietario di una delle cliniche VD di Torino. Ho tratto una buona impressione dai miei interlocutori, mi sono sembrate persone capaci e quin- di mi sono detto “proviamo”. Nel febbraio 2009 ho iniziato… Qual era la sua idea iniziale di Vitaldent, come percepiva questa realtà dall’esterno? E cosa è ora per lei? Come detto prima, non avevo nessun tipo di idea, ma normali perplessità come quando si valuta una collaborazione in qualsiasi realtà: si riesce a lavorare bene? Si forma gruppo? Si ha sempre la disponibilità di un assistente? L’Odontoiatria lo è dappertut- to: nel mio Studio o nella clinica VD, io devo dare preminenza al paziente, siamo io e lui a confron- to con la sua salute. Ho avuto la massima disponibilità da parte della clinica e professionalità, in primis, nella cura. Cosa l’ha portata ad iniziare questa esperienza? Un profes- sionista affermato, saturo di impegni, ha valutato Vital- dent come un’opportunità? Ci spieghi… VD cercava uno specialista in implantologia. Essendo io inte- ressato in particolare a questa branca ho accolto volentieri l’op- portunità. Nel mio Studio seguo il paziente a 360°, qui mi è per- messo di trattare unicamente la chirurgia avanzata. Mi si pro- spettava di occuparmi di ciò che più mi appassiona, lavorando su un gran numero di pazienti con problematiche differenti. Di avere, quindi, un’ampia casistica. L’attività gestionale e burocratica non è sulle spalle del professioni- sta, come nel proprio Studio, ma di chi ne ha le competenze. Si chiede al medico di fare unica- mente il clinico. Inizialmente occorre un periodo di assestamento per entrare nelle dinamiche operative di clinica. Quali le complessità riscontrate? Come sono state superate? Non c’è stato alcun tipo di asse- stamento, perché come già detto, l’Odontoiatria è uguale dapper- tutto. Sono abituato ad uno staff numeroso com’è in VD; il proto- collo della prima visita rispecchia l’approccio adottato nel mio Stu- dio. Qualche collega può trovare difficoltoso il fatto di essere inse- rito in un contesto multiprofessio- nale, ma ciò semplifica di molto l’attività. Soprattutto avere a sup- porto figure di staff non medico aiuta a concentrarsi unicamente sulla parte clinica. Lavorando sia nel proprio Studio che nelle cliniche Vitaldent, è la persona giusta per dire in che cosa, secondo Lei, queste ultime si distin- guono dallo Studio classico. Io ho lo Studio molto vicino ad una delle cliniche, ma non ho mai vissuto questo come un conflit- to d’interessi: ritengo infatti che la pazientela VD non sarà mai quella del mio Studio e vicever- sa. C’è una differenza di target, ma non ne faccio un discorso di tipo socio-economico. Pazienti, di qualsiasi posizione sociale, ricer- cano proprio strutture come quel- le di VD. È differente Il target di ricezione: i pazienti vengono nel mio Studio attraverso il pas- saparola. Qui l’afflusso è per lo più determinato dalla pubblicità: l’approccio al marketing è molto forte. La differenza di immagine può essere resa con un’analogia che mette a confronto il negozio al dettaglio con la grande catena di supermercati. Chi si rivolge all’uno non si rivolge all’altro. La differenzaditargetnonècostitui- ta da un fattore socio-economico. Ha iniziato a collaborare con una clinica e poi ha ampliato la sua presenza in una secon- da clinica. Ci racconti… Ho iniziato nel febbraio 2009 nel- la prima clinica aperta a Torino. Successivamente, il proprietario della struttura mi ha chiesto di ricoprire la direzione sanitaria di questa e di un’altra neonata con relativa collaborazione. Sui preconcetti che comu- nemente possono esserci su Vitaldent, cosa si sente di dire? Secondo Lei da dove nascono? Nascono da chi teme VD, ed erroneamente vengono divulga- ti e alimentati. Fa paura, non so perché. Già sapere che apre un nuovo Studio vicino dà fastidio, figuriamoci una realtà con un potenziale enorme. Ora VD ha gli strumenti per combattere que- sti preconcetti; data la sua dimen- sione e la presenza sul territorio, deve rendersi più visibile agli addetti ai lavori: pubblicando, ad esempio, su riviste scientifiche le statistiche documentate dei casi. I numeri VD sono importanti e devono essere utilizzati per testi- moniare la qualità del lavoro. Immagini di parlare con un collega dell’opportunità di collaborazione in Vitaldent, cosa direbbe? Che rappresenta un’opportunità, in primis perché significa entra- re in un team e poter portare la propria professionalità amalga- mandosi con le altre. Momenti di confronto anche formativo non mancano, attraverso la par- tecipazione a meeting e corsi di formazione presieduti da profes- sionalità di spicco. Inoltre, in VD i miei colleghi hanno l’opportuni- tà di curare molti pazienti, e di conseguenza realizzare casi che difficilmente nei propri Studi si possono trovare. Quale sarà il futuro che si prospetta in Vitaldent? Continuare le mie collabora- zioni nelle cliniche e, perché no, assumere un ruolo di tuto- ring per sviluppare le iniziative formative rivolte ai dottori. È molto importante che VD inve- sta nell’aggiornamento e nella crescita professionale dei propri collaboratori attraverso il mutuo confronto. Vittorio Morani è un professionista affermato che ha aderito alla proposta di col- laborazione fattagli da Vitaldent. Dental Tribune ne ha raccolto le impressioni. Vittorio Morani. Dental Wings, 3M ESPE e Straumann uniscono le forze Martedì scorso, Dental Wings, 3M ESPE e Straumann hanno annunciato la loro intenzione di unire le forze al fine di stabilire una piatta- forma aperta e globale di software standard per la varietà di applicazioni nel campo odontoiatri- co. Questa iniziativa ha lo scopo di migliorare flessibilità, semplicità e facilità d’uso, e al tem- po stesso ridurre il dispendio di tempo, costi ed esposizione ai rischi di investimento. La standardizzazione nel campo dell'odontoia- tria digitale è una questione piuttosto urgente, visto che il numero dei diversi sistemi e piatta- forme software è notevolmente aumentato. Que- sto ha reso il compito dei dentisti e dei laboratori odontotecnici più complesso e confuso. È pro- babile che i software standardizzati si rivelino come un fattore di crescita importante nel mer- cato digitale del dentale. Nel tentativo di anticipare uno standard per l'industria, 3M ESPE e Straumann hanno deciso di utilizzare la piattaforma software DWOS di Dental Wings come software operativo di base per le loro soluzioni CAD/CAM. Le risorse combinate di più società possono ottenere molto più di una singola azienda che lavora in autonomia. L'iniziativa offre così note- voli prospettive per la creazione di una piattafor- ma software che potrebbe occupare una posizione leader nel settore. Katja Kupfer, Oemus Media Bernd Rieker, Roland Richter e Dieter Klasmeier di 3M ESPE (DTI / Foto su gentile concessione di Antje Isbaner). Beat Spalinger, CEO di Straumann, durante una conferenza stampa (DTI / Foto su gentile concessione di Georg Isbaner).