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Dental Tribune Italian Edition

8 Italian EditionAnno VII n. 4 - Aprile 2011 Teknoscienza il PRIMOe l’Originale dal 2002 Ortodonzia e Implantologia Leone S.p.a. - Via P. a Quaracchi, 50 - 50019 Sesto Fiorentino -Firenze - Tel. 055.30.44.1 - Fax 055.37.48.08 e-mail: info@leone.it - www.leone.it BREVETTATO EXACONE PAGINA PRIMO:Layout 1 16-03-2011 15:02 Pagina 6 il PRIMOe l’Originale dal 2002 Ortodonzia e Implantologia Leone S.p.a. - Via P. a Quaracchi, 50 - 50019 Sesto Fiorentino -Firenze - Tel. 055.30.44.1 - Fax 055.37.48.08 e-mail: info@leone.it - www.leone.it BREVETTATO EXACONE PAGINA PRIMO:Layout 1 16-03-2011 15:02 Pagina 6 PP11/1-IT Sesso e dolore oro-facciale Uomini e donne sono differenti? Marzia Segù, Alessandra Lauriola, Valentina Lanteri, Niki Arveda, Vittorio Collesano Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Discipline Odontostomatologiche - Insegnamento di Gnatologia, prof. V. Collesano Introduzione Nel corso degli ultimi vent’an- ni l’interesse per il “pregiudizio di genere” nella ricerca clinica è indubbiamente aumentato. La comunità medico-scientifica internazionale, in contesti cir- coscritti ma degni di notevole considerazione, ha iniziato a porre in evidenza tale proble- matica, sottolineando come nei trial clinici su molte patologie si tenda, troppo spesso, a non tenere in adeguata considera- zione la prevalenza numeri- ca del sesso femminile nella popolazione generale, oltre alle differenze biologiche tra uomo e donna. Questa tendenza può portare riflessi negativi su dia- gnosi, prognosi e terapia, quindi sull’efficacia delle cure e sulla qualità della vita. Quando nello studio del dolo- re si è cominciato a valutare in che cosa consistesse la differen- za fra donne e uomini, ci si è resi conto che in molti tipi di dolore cronico le donne denunciavano livelli di dolore più severi, più frequenti e di maggiore durata degli uomini (emicrania, cefalea tensiva, dolore facciale, dolore muscolo scheletrico e osteoarti- colare, fibromialgia). I disordini temporomandi- bolari (TMD) sono un gruppo eterogeneo di disturbi psicoso- ciofisiologici, caratterizzati da dolore oro-facciale, riguardanti i muscoli masticatori, l’articola- zione temporomandibolare e le strutture ad essi associati. Secondo le più recenti revisio- ni della letteratura, la prevalen- za dei TMD nella popolazione generale riportata dai diversi autori varia tra il 12 e il 60% (a seconda della metodologia di campionamento e dei criteri diagnostici adottati). La letteratura inerente l’epi- demiologia dei TMD evidenzia una prevalenza di tali disordi- ni a carico del sesso femminile (rapporto F:M=4:1) a causa di diversi fattori quali biologici (sex related), psicologici e socia- li (gender related), che differen- ziano i due sessi tra loro. Sin dagli Anni ’70 è sta- ta analizzata la differenza tra “maschi” e “femmine”, non solo dal punto di vista biologico (sex), ma anche da punti di vista che la cultura e la società attri- buiscono a tali differenze biolo- giche (gender), come la totalità dei tratti della personalità, delle attitudini, dei sentimenti, dei valori, dei comportamenti e del- le attività. Questa diversità è un costrutto sociale, che varia negli anni e da società a società(1) . Nel 1975 l’antropologa Gay- le Rubin, nel suo The Traffic in Women (Lo scambio delle donne), inizia a parlare di un sex-gender system in cui il dato biologico viene trasformato in un sistema binario asimmetri- co, dove il maschile occupa una posizione privilegiata rispetto al femminile, al quale è lega- to da strette connessioni da cui entrambi ne derivano una reci- proca definizione. Dunque, in accordo con la Rubin ed altri autori contemporanei, l’appar- tenere a una categoria piuttosto che ad un’altra, non è una carat- teristica innata, ma è un’in- venzione sociale che subisce l’influenza delle diverse culture e dei diversi periodi storici(12) . Era il 1991 quando Bernar- dine Healy, allora direttrice dell'Istituto Nazionale di salu- te pubblica americano, in un famoso editoriale sul NEJM(15) , parlò di sindrome di Yentl, in riferimento al comportamento discriminante dei cardiologi nei confronti delle donne. Fu solo il primo passo. Nel mondo scienti- fico iniziò la riflessione su cosa significhi essere donna nel trat- tamento di diverse patologie; ma non solo. Nella maggior par- te degli studi clinici (soprattutto sui nuovi farmaci) le donne in età fertile non vengono arruola- te. Questo cosa comporta? E poi: perché alcune patologie sono in maggior parte femminili, e altre soprattutto maschili? DT pagina 9