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Dental Tribune Italian Edition

14 Italian EditionAnno VII n. 5 - Maggio 2011 Trends Laser a diodi: il manipolo per i tessuti molli Fay Goldstep - DDS, FACD, FADFE, George Freedman - DDS, FAACD, FACD Nonostante i laser dentali siano disponibili commercial- mente da diversi decenni e la loro popolarità tra i pazienti sia senza confronti, la professio- ne dentale ha adottato questa modalità di trattamento molto lentamente. I laser sono stati ampiamente documentati in let- teratura dentale. Rappresentano una tecnologia entusiasmante, ampiamente utilizzata in medi- cina, gentile nei confronti dei tessuti ed eccellente per la gua- rigione. Quindi, perché non sono stati adottati in modo più ampio dagli odontoiatri? Vi è una cer- ta percezione nella professione riguardo al fatto che il laser non sia utile e che sia troppo costoso. Questi parametri sono decisa- mente cambiati per sempre con l’avvento nello scenario dentale del laser a diodi. Ora vi è una convergenza di evidenza scienti- fica documentata, facilità d’uso e costi abbordabili che rende il laser a diodi un “must have” per ogni Studio odontoiatrico. Laser a diodi: la scienza in breve LASER è l’acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation. I laser sono comunemente chiamati in base alla sostanza che viene stimolata per produr- re il raggio di luce coerente. Nel laser a diodi, questa sostanza è unsemiconduttore(unaclassedi materiali che sono la base della moderna elettronica, compresi i computer, i telefoni e le radio). Questa tecnologia innovativa ha prodotto un laser che risulta compatto e molto più economico delle sue versioni precedenti. La maggior parte della ricerca si è focalizzata sul laser a diodi a 810 nm. Questa lunghezza d’on- da è adatta in modo ideale per le procedure sui tessuti molli, dal momentochevieneampiamente assorbita dall’emoglobina e dal- la melanina. Questo dà al laser a diodi la capacità di tagliare in modo preciso, coagulare, aspor- tare per ablazione o vaporizzare il tessuto molle bersaglio(1) . Il trattamento con il laser a diodi a 810 nm (Fig. 1 - Picasso Diode Laser, AMD Lasers) ha dimostrato di avere un signifi- cativo effetto battericida a lungo termine nelle tasche parodonta- li. L’A. actinomycetemcomitans, un patogeno invasivo associa- to allo sviluppo della malattia parodontale e generalmente piuttosto difficile da eliminare, risponde bene al trattamento laser(2,3) . I risultati dell’ablazio- ne e della levigatura radicolare vengono migliorati grazie all’ag- giunta alla strumentazione manuale della terapia con laser a diodi. Il paziente solitamente si sente meglio sia durante sia dopo il trattamento, e la guari- gione gengivale è più rapida e stabile(4,5) . Laser a diodi: facilità d’uso I primi dentisti che adottano le nuove tecnologie ne traggono vantaggio. Essi amano le sfide che derivano dall’utilizzare per primi un prodotto. La maggior parte dei dentisti, però, non sono così. Negli ultimi vent’anni, i laser hanno spaventato i denti- sti con la loro indaginosità, la mancanza di trasportabilità, il loro profilo di mantenimento elevato, la confusione sull’utiliz- zo delle punte e le impostazioni procedurali complesse. Le domande più frequenti: quando devo utilizzare una cer- ta punta? Quali sono le impo- stazioni operative di una certa procedura? Perché utilizzare un laser se finora ho sempre lavora- to bene senza? Presentiamo il laser a diodi. È compatto. Può essere facilmente spostato da una stanza all’altra. È autonomo e non necessita di collegamento alle linee di aria o acqua. Ha un semplice cavo a fibre ottiche che può essere uti- lizzato come una punta operati- va riutilizzabile. Le unità sono dotate di diver- se preimpostazioni, anche se in breve tempo l’operatore si trova così a proprio agio che non ne ha più bisogno. Le impostazioni di potenza e impulso sono modifi- cabili velocemente per adattarsi a un particolare paziente o pro- cedura. Uno degli autori è un denti- sta che non ha tratto vantaggio dalla sfida di una tecnologia high-tech, ma anche fortemente stressante. Provando in passato molti laser che promettevano di essere facili da usare, in realtà questi si dimostravano esatta- mente l’opposto. Il laser a diodi a 810 nm è stata un’esperienza totalmente diffe- rente; dopo una breve dimostra- zione in Studio, il manipolo del laser è risultato sufficientemen- te confortevole da permettere di eseguire subito alcune procedu- re cliniche semplici. L’ulteriore formazione on-line e la partecipazione a corsi hanno migliorato sia il livello di con- fort clinico che la competenza. Laser a diodi: costo abbordabile La tecnologia laser ha sempre avuto un prezzo elevato. I costi di produzione sono alti e la tec- nologia innovativa impone prez- zi elevati. I laser a diodi sono più economici da produrre. Il prezzo di questa tecnologia ora è al di sotto dei $5,000. A questo livello, il laser a diodi diventa assoluta- mente abbordabile per lo Studio odontoiatrico medio. Laser a diodi: perché avrei bisogno di questa tecnologia? Il laser a diodi da 810 nm è un laser specifico per i tessuti molli. Questa lunghezza d’onda è adatta in modo ideale per le procedure sui tessuti molli, in quanto l’emoglobina e la mela- nina, entrambe presenti nei tessuti molli dentali, sono degli eccellenti assorbenti. Questo conferisce al laser a diodi un’am- pia gamma di utilità cliniche: taglia in modo preciso, coagula, rimuove per ablazione o vapo- rizza il tessuto target con meno trauma, una guarigione posto- peratoria migliore e un tempo di recupero più veloce(6-8) . Vista l’incredibile facilità d’uso e la sua versatilità nel trattare i tessuti molli, il laser a diodi diventa il “manipolo per i tessuti molli” nello strumenta- rio del dentista. Il dentista può utilizzare il manipolo per tessuti molli del laser a diodi per rimuovere, rifi- nire e modificare i tessuti molli nello stesso modo in cui utilizza il manipolo dentale tradizionale su smalto e dentina. Questo permette di ampliare l’ambito operativo dell’odontoia- tra generico, includendo molte procedure sui tessuti molli. DT pagina 15 Fig. 1 Fig. 7 Fig. 6 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 3 Fig. 2