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Dental Tribune Italian Edition

4 Italian EditionAnno VII n. 5 - Maggio 2011 Speciale Collegio dei Docenti Definizione di un piano di trattamento realmente efficace tramite individuazione del rischio individuale Quella che segue è una sintesi della conferenza di Matteo Basso svolta al Collegio dei Docenti di Siena su tecniche terapeutiche “preven- tive e mediche” che può dare un interessante apporto all’odontoiatria pratica in un momento nel quale la crisi economica si fa sentire negli Studi professionali. Un approccio attuale al paziente La formulazione di un piano di trattamento è un procedi- mento a volte complesso, che tuttavia rappresenta la chiave di ogni successo clinico. L’iden- tificazione delle procedure cor- rette è infatti fondamentale per ottenere risultati efficaci a lun- go termine. La pratica clinica, tuttavia, insegna che di fronte al medesimo problema, diver- si terapeuti possono mettere in atto procedure anche molto diverse. In questo esempio, a molti dentisti è stato chiesto quando interverrebbero con la fresa per rimuovere la lesione cariosa, ritenendo che ormai non vi sia più nulla da fare e non siano più applicabili terapie non invasive. I risultati del test mostrano che, mentre in Francia mol- ti dentisti ritengono di dover intervenire già allo stadio 2 (carie dello smalto profondo), in Svezia e Norvegia lo stadio di primo intervento invasivo si sposta verso lo stadio 3 (carie con invasione dentinale fino al primo 1/3). Esiste in questo esempio un comportamento corretto e uno sbagliato, oppure bisogna valutare queste risposte in modo diverso? Già da tem- po l’odontoiatria è diventata mininvasiva, con terapie rivolte a rimuovere quanto meno pos- sibile dei tessuti sani, non coin- volti dalla carie. Il processo carioso è invece un processo molto complesso, dove le lesioni cavitate sono pre- cedute da diverse fasi, a volte reversibili, e il problema tera- peutico consiste molto spesso in una mancata diagnosi. Allora in che direzione anda- re? Si deve cambiare l’approccio al paziente, da chirurgo orale a medico orale. L’approccio clinico al paziente deve essere basato su 3 fasi: accanto a quella restau- rativa “classica”, devono essere messe a punto procedure precise per una diagnosi corretta, anche degli stadi iniziali delle lesioni e dei fattori di rischio. E di una fase preventiva “attiva” dove le lesioni non solo vengono moni- torate, ma anche riparate fino a un’eventuale risoluzione com- pleta, molto prima che diventi- no lesioni cavitate. Si può inoltre contemplare anche un “approccio olistico” e valutare il ruolo della sali- va, spesso uno dei fattori poco considerati durante la visita diagnostica, ma elemento pro- tettivo molto importante. Basti pensare a cosa succede ai den- ti nei soggetti xerostomici. Un mito da sfatare: la sonda non è uno strumento idoneo alla diagnosi di carie. Si può infat- ti impegnare anche nei solchi profondi, ma non cariati. Le bitewing sono l’esame più sensi- bile per aiutare la diagnosi nelle carie interprossimali, molto più della laser-fluorescenza. Lo standard delle cure è quel- lo comunemente riconosciuto, che contempla l’igiene orale domiciliare giornaliera. E suc- cessivamente la cosiddetta “cura di mantenimento” può essere basata sul tooth mousse, così come dovrebbe essere utilizzato ad ogni richiamo professionale di igiene dentale. In una visio- ne globale, la “terapia attiva” si può definire come quella stan- dard associata da misure effica- ci di prevenzione. A tal fine, si possono identifica- re 4 argomentazioni principali: 1.La decontaminazione con PMTC, uso di colluttori contenenti clorexidina, e stabilizzazione nel tempo dei restauri eseguiti. 2.Uso di dentrifici contenenti fluoro, così come gel e verni- ci fluorite e paste contenenti CPP. 3.Trattamento dei pazienti con carenze di secrezione salivare. 4.Quando e come proteggere le superfici dentali con sigil- lanti. Molti prodotti reminera- lizzanti di uso comune hanno benefici molto ridotti, mentre altri riescono a remineralizzare i tessuti lesionati anche negli strati profondi. Le sigillature si possono fare con molti materia- li, ma solo i vetroionomeri sono “bioattivi”: proteggono i solchi da placca e batteri, ma consen- tono allo smalto di denti appena erotti di “maturare”, permet- tendo i normali scambi ionici con la saliva. Anche i CVI ad alta viscosità stanno prendendo piede come materiali da rico- struzione in pazienti che richie- dono un approccio “bioattivo” e di protezione dalle aggressioni acide tipiche dei processi cariosi. CVI ad alta viscosità: perché? 1) Alta resistenza e durezza finale; 2) ora indicati anche per aree di carico masticatorio; 3) versioni ad alto rilascio di fluoro rispetto a molti altri CVI; 4) pos- sono essere rivestiti, miglioran- done le proprietà meccaniche (Microlamination Technique); 5) proprietà estetiche migliori che in passato, 6) migliore lavo- rabilità; 7) rapporto costi-bene- fici; 8) rapporto tempo-benefici. Va infine evidenziato come la Minimum Intervention non si adatti solo alla carie. Infatti, è un “processo mentale” tramite il quale possiamo trovare solu- zioni immediate per le proble- matiche del paziente, e quindi mettere a punto il piano di trat- tamento migliore adattandolo alle necessità dei singoli casi. La personalizzazione dei trat- tamenti non solo permette di redigere il piano di trattamento corretto, ma può anche portare ad un successo ciclico delle tera- pie. Con massima soddisfazione del dentista e del paziente. Matteo Basso Per ordini e info: 011 0463350 / www.tueor.it 60,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,0060,00 EuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuroEuro “La professione odontoiatrica è complessa, sia in se stessa sia per l’attuale periodo storico in cui si deve esprimere”. Questo testo suggerisce indicazioni essenziali di gestione dello Studio odontoiatrico, per chi voglia intraprendere questa attività e per chi intenda riorganizzarla. Fare il Dentista è un’impresa Suggerimenti di soluzioni per la gestione dello Studio odontoiatrico a cura di Franco Tosco Per ordini e info: 011 0463350 / www.tueor.it Contiene immagini video, illustrazioni e disegni animati che risultano gradevoli, conside- rando l’occhio e la sensibilità di chi li visiona. Si tratta quindi di un utile ausilio per il profes- sionista, perché consente al paziente, mentre è seduto in sala d’aspetto, di ricevere già le prime istruzioni di igiene, sfruttando al meglio i tempi di attesa. 75,00 euro + IVA