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Dental Tribune Italian Edition

6 Italian EditionAnno VII n. 5 - Maggio 2011 Speciale Collegio dei Docenti Unbenannt-3 1 10.01.2011 12:59:30 Uhr Unbenannt-11 1 07.02.2011 17:00:01 Uhr La ricerca in medicina: quali confini? Il recente Collegio dei Docenti è stato aperto dalla “Lectio magistralis” di Giovan Paolo Pini Prato, che qui pubblichiamo grazie alla gentile concessione dell’Autore. La ricerca biomedica La ricerca ha da sempre rappresen- tato il desiderio dell’umanità di ten- tare di conoscere il mondo e di poterlo dominare. Con le certezze espresse dai risultati della letteratura scientifica, i dubbi e le controversie che fanno parte dell’evoluzione della scienza, la ricer- ca rappresenta il motore trainante di tutte le discipline biomediche. Partico- larmente appropriata è la definizione data dal WHO: “Discovery care con- tinuum”, ricordando che la ricerca va considerata un investimento e non una spesa per la società moderna. Nei tempi più remoti, in momen- ti evolutivi differenti, in continenti diversi (Asia, Europa, Nord e Sud Ame- rica), in civiltà lontane fra loro quali quelle Egiziane, Persiane, Americane, la medicina era praticata e sommini- strata ai popoli solo da re, imperatori, indovini maghi, stregoni, ritenuti i veri ed unici sapienti. Solo negli anni 400 a.C. il gran- de Ippocrate di Kos affermò nel testo Sull’antica medicina che “tutte le cose dette da un esperto di sapienza si avvi- cinano più alla pittura che alla medi- cina”. Con lui furono gettate le prime basi della futura medicina in una visione globale del paziente che comprendeva il ricordo (anamnesi), la conoscenza (dia- gnosi) e la previsione (prognosi) delle malattie. Solo durante il rinascimento (1400-1500 d.C.), con Leonardo da Vin- ci, inizia a divenire non solo un’arte, ma anche una scienza. Il genio affermava che “nissuna umana investigazione si può dimanda- re vera scienza s’essa non passa per le matematiche dimostrazioni”. I suoi disegni frutto di studi anatomi- ci famosi in tutto il mondo, mostrano il corpo umano nei suoi aspetti morfolo- gici e funzionali. L’opera leonardiana fu completata nello stesso periodo (1500 d.c.) dalla pubblicazione dell’Atlante Anatomico De humanis corporis fabrica da parte di Andrea Vesalio, che per la prima volta mostrava la struttura e la funzione del sistema cardiocircolatorio e nervoso. Ma la ricerca si evolve rapidamente con lo scorrere del tempo. Sotto l’in- flusso scientifico del pensiero di Gali- leo, Bacone, Newton, già nel 1600 è pubblicata in Inghilterra da Henry Oldenburg la prima rivista scienti- fica Philosophical transactions che si occupava di scienza e ricerca, ed aveva anche il comitato di lettura che valuta- va gli articoli e gli studi da pubblicare. Nel 1700 appare la prima ricerca medica controllata: il dott. James Lind, studiando lo scorbuto che affliggeva i marinai della Marina inglese, trattò alcuni di questi con diverse sostanze e dimostrò che solo quelli che avevano assunto agrumi riuscivano a guarire. Nello stesso periodo, alla fine del 1700, comparve il primo esperimento “in cie- co” effettuato alla corte di Luigi XVI, che voleva verificare l’effettiva effica- cia del magnetismo nel trattamento dei dolori artritici e artrosici. L’esperimento dimostrò che il magne- tismo non funzionava e i miglioramen- ti erano frutto di suggestione. La vera rivoluzione della metodo- logia degli studi in campo medico avvenne negli anni ’50, quando il prof. Bradford Hill condusse il primo espe- rimento randomizzato nel trattamento della tubercolosi con la streptomicina. I due gruppi di pazienti affetti da T.B.C – uno che assumeva streptomicina ed uno che doveva solo riposare a letto – furono selezionati usando una serie di numeri casuali sconosciuti ai ricercato- ri: molti dei pazienti che avevano avu- to il farmaco guarirono, mentre molti degli altri morirono. Ma la più grande rivelazione del secolo scorso è rappresentata dalla sco- perta della struttura molecolare degli acidi nucleici (DNA) da parte di James Watson e Francis Crick, e pubblicata sul Nature nel 1953 che valse agli auto- ri il Nobel per la Medicina. La successiva decodificazione del DNA da parte del Human Genome Project nel 2000 ha costituito l’inizio dell’ingegneria genetica, che permette oggi di prevenire e curare malattie fino a poco tempo fa ritenute incurabili. Ne è un esempio la ADA-SCID dise- ase, malattia autosomica recessiva, caratterizzata da uno scarso numero di linfociti, che costringe i bambini a sopravvivere separati dal mondo in bolle di plastica “baby bubble” per non essere preda di infezioni mortali. Oggi, con l’individuazione di un gene mutato del cromosoma 20 nella regio- ne q 13, è stato possibile sostituire il gene con uno non mutato, e permettere quindi una sopravvivenza normale a molti di questi bambini. Tuttavia, la ricerca medica complessa e costosa deve confrontarsi con le risor- se economiche, il conflitto di interes- se, i falsi e, soprattutto, con i problemi etici. La spesa per la produzione di un far- maco è elevatissima; in un rapporto pubblicato negli USA dal Journal of Health Economics (2003), si stimava un costo medio di $ 802.000.000 per la produzione di un farmaco, e circa il doppio per la sua reclamizzazione e propaganda nel mercato. È quindi evidente come l’industria con i suoi enormi finanziamenti influi- sca e condizioni pesantemente la ricer- ca medico-scientifica. Una revisione sistematica del Canadian Medical Asso- ciation Journal (2004) ha dimostrato che gli studi di Medicina e Chirurgia pubblicati su riviste internazionali e sponsorizzate dall’industria mostrava- no sempre risultati positivi molto supe- riori a ricerche non sponsorizzate da enti pubblici o privati. Di conseguenza sono spesso i risultati positivi ad essere pubblicati e ad essere resi noti (bias da omissione di risulta- to). Quando i risultati negativi vengono ugualmente pubblicati dagli studiosi possono insorgere gravi problematiche e contenziosi medico-legali. Ciò avvenne negli USA al dott. Kahn che, sperimentando un farmaco anti HIV in uno studio multicentrico e ran- domizzato, dimostrò che il farmaco non funzionava e pubblicò i risultati contro il parere dell’azienda produt- trice. La società, che aveva speso ben $ 121.000.000 per finanziare lo studio, cercò di impedire la pubblicazione dei dati e fece causa al dott. Kahn chieden- do $ 10.000.000; tuttavia il dott. Kahn vinse la causa. Insieme ai falsi scientifici, non di rado comparsi in letteratura medica, uno degli aspetti più delicati e impor- tanti che influiscono negativamente sulla ricerca, sono i problemi etici. Il termine “Bioetica” fu adoperato per la prima volta dall’oncologo statu- nitense Rensselaer van Potter per spie- gare come la scienza debba consentire all’uomo di sopravvivere utilizzando i suoi valori morali di fronte all’evolver- si dell’ecosistema. La Bioetica doveva infatti cercare di moralizzare la ricerca medica dopo che erano state rese note alcune sperimen- tazioni condotte sull’umanità. A parte gli orrori del periodo nazi- sta, vi sono esempi eclatanti di assoluto disprezzo dell’etica medica. Ne è un esempio la triste sperimen- tazione sui contadini neri di Tuskegee (Alabama) affetti da sifilide, iniziata negli anni ’30 e terminata negli anni ’70. Commissionata da U.S. Public Health Service non fu loro sommini- strata la penicillina, ma solo placebo e fu loro impedito di usarla in seguito per moti anni. Alcuni contadini mori- rono e molti infettarono mogli e figli. Solo nel 1974 il rapporto Belmont fer- mò la ricerca definendola “la più orri- bile sperimentazione effettuata negli USA”, e nel 1994 Bill Clinton chiese ufficialmente scusa alla Nazione e ai sopravvissuti in una solenne “apology ceremony” alla Casa Bianca. Un altro esempio di sperimentazione non etica “Vipeholm experiments” fu effettuato nella civilissima Svezia, dove nel dopoguerra furono usati pazien- ti psichiatrici del Vipeholm Mental Hospital in Lund per dimostrare l’in- fluenza di cibi fortemente zuccherati nell’insorgenza della carie dentale in pazienti in assenza di igiene orale. La tutela delle ricerche mediche è oggi garantita dai comitati etici nazio- nali e locali che, insieme alla verifica fatta dai boards editoriali delle più importanti riviste scientifiche interna- zionali, vigilano sul rispetto dei valo- ri etici e morali delle sperimentazioni umane e animali. Negli ultimi anni la ricerca ha cam- biato in parte i suoi obiettivi e non è finalizzata solo al trattamento e alla prevenzione delle malattie. Nella società attuale si è sempre più affermata la ricerca dell’efficienza, della competitività e del successo, che induce a ricercare e produrre farmaci e tecniche chirurgiche per un impiego legato allo stile di vita e non alla tutela della salute. Farmaci cosiddetti “Life style drugs” sono prodotti per l’uomo sano che desi- dera migliorare le proprie performance professionali e sportive, vuole sconfig- gere la fatica e sentirsi meglio piut- tosto che bene, esige ottimizzare le prestazioni sessuali, regolare le nasci- te, migliorare il proprio aspetto fisico e ricercare spesso false felicità. DT pagina 7