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Implant Tribune Italian Edition

First Edition • March 2011 2. avere uno spazio adeguato perché il coagulo si organizzi in osso, che è la struttura più grande che esiste nel corpo umano (gli osteoni delle ossa lunghe arrivano al mm e oltre); 3. l’osso vicino deve essere vitale per- ché è dal lì che partirà l’osteogene- si e l’angiogenesi; 4. deve esserci una barriera che im- pedisca la migrazione di cellule da altri tessuti; 5. non ci deve essere movimento per- ché altrimenti sulle neofibrille di collagene non si depositerà idros- siapatite, ma continuerà a formarsi fibre collagene. Se notate con attenzione, in questo protocollo non si parla mai di materiali di riempimento perché il protocollo era realizzato sulla base delle membrane non riassorbibili rinforzate, e quindi questi punti erano perfettamente ri- spettati. Con l’avvento delle membra- ne riassorbibili che non mantengono spazio, il materiale di riempimento è diventato fondamentale perché deve fare da impalcatura, quindi sostegno, alla membrana, permettendo al co- agulo di stabilizzarsi al suo interno e dar vita a tutti quegli eventi visti prima per un tempo sufficientemente lungo – circa 4-5 mesi – finché il neo formato osso non sia abbastanza resistente. Prima di entrare nel vivo del caso, un’introduzione al nuovo tipo di mem- brana prodotta da KLS MARTIN; que- sta è rigida come un foglio di plastica e viene dissolta per idrolisi nel tempo di 6-12 mesi, a seconda degli spesso- ri, deve essere a sua volta ricoperta da un’altra membrana in collagene perché da sola, essendo rigida, non si adatterebbe perfettamente al difetto. La membrana in collagene serve anche per chiudere occlusalmente il difetto, e qui entra in gioco il materia- le di riempimento che ne impedisce il collasso. Il caso che vedremo è di una paziente donna di circa 57 anni con anamnesi negativo e non fumatrice. Il difetto riguarda il 45 estratto 15 anni prima e con un vistoso difetto orizzontale (Figg. 1, 2). Si apre un lembo a tutto spessore con una sola incisione di rilasciamento a livello laterale-canino (Figg. 3, 4). Il difetto appare in tutta la sua ampiezza (Fig. 5), mostrando subito l’impossibili- tà di eseguire il foro in cresta; qui è di grande ausilio la chirurgia Piezoelettri- ca e nella fattispecie “Ultasonic Bone Surgery”, che con le sue punte ultraso- niche permette di eseguire il foro con estrema precisione e minima perdita ossea anche su un piano inclinato, cosa assai difficile con punte ruotanti (Fig. 6). Si esegue il foro per l’impian- to scelto, che si tratta di un Tapered LaserLok Biohorizons (4,6 x 12) e si prova il suo analogo (Fig. 7). Si eseguo- no i fori per i pin e i fori per favorire la vascolarizzazione del coagulo (Fig. 8), si preleva il pin dal suo alloggiamento con la punta del Sonic Weld (Fig. 9) e si inserisce nel foro (Fig. 10). Questo ap- parecchi sonico fa in modo che il pin si sciolga dentro l’osso, lasciandone fuori solo la testa (Fig. 11) sulla quale a sua volta verrà “saldata” la membrana. Fig. 12 Fig. 14 Fig. 17 Fig. 19 Fig. 23 Fig. 27 Fig. 20 Fig. 24 Fig. 28 Fig. 21 Fig. 25 Fig. 29 Fig. 22 Fig. 26 Fig. 30 Fig. 13 Fig. 16 Fig. 18 Fig. 15