Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Implant Tribune Italian Edition

15 Anno V n. 2 - Maggio 2011Italian Edition Management BTI implant system, radici profonde. Gli impianti BTI possiedono caratteristiche fisico-chimiche che garantiscono le migliori percentuali di osteointegrazione (in- dice di successo del 99,2% in studio retrospettivo a 5 anni). L’apice maschiante, la superficie idrofila e bioattivabile con il PRGF – Plasma Ricco in Fattori di Crescita, l’ampia disponibilità di diametri e lunghezze sono alcune tra le caratteristiche che consentono di ottenere i migliori risultati per la sicurezza dello specialista e la salute del paziente. Fattore di successo del 99.2% Caratteristiche: • Trattamento fisico-chimico della superficie • Integrità chimica della superficie • Natura idrofila della superficie = eccellente bagnabilità • Macro scala - micro scala - nano scala • Superficie bioattivabile BTI con PRGF • Apice maschiante con capacità di avanzamento • Tecniche chirurgiche di fresatura particolari FormazioneProdotti BTI Implant è leader nell’approccio biologico all’implantologia. Offre agli specialisti un sistema unico composto di ricerca, prodotti e formazione. Ricerca Tel. 02 70605067 BTI España (sede centrale) BTI North America BTI UK BTI Deutschland BTI México BTI Portugal La maggiore versatilità di diametri e lunghezze del mondo 2,5 3 3,3 3,5 3,75 3,3 3,5 3,75 4 4,25 4 4,5 5 5,5 4,5 5 5,5 6 6,25 Ømm BTI Implant Italia Piazzale Piola, 1 - 20131 Milano www.bti-implant.it bti.italia@bti-implant.it Fax: 02 70639876 Gestione economica e comunicativa dell’insuccesso in implantologia Francesco Vedove, Vice Presidente Sicoi IT pagina 1 - aspetto materiale: tempo, costi vivi ecc.; - aspetto comunicativo: gestione della non confor- mità. Per quanto concerne il primo, ogni studio avrà i suoi parame- tri specifici, tutti assoggettati a numerose variabili che, gioco- forza, non possono essere gene- ralizzate e applicate a differenti strutture. Se vogliamo dare un valore indicativo al costo orario di uno studio dentistico medio, diciamo che oscilla tra 80 e 180 €/ora. Giova ribadire che ogni professionista dovrà misurare il lavoro in tempo e costi, così come sarebbe troppo generico imputare come costo vivo di un impianto una variabile che oscilla tra gli 80 e i 245 €. In collaborazione con Danie- le Beretta, esperto di gestione ed ergonomia di studio, è stato composto un foglio di Excel, e applicate le relative formule inserendo 4 gruppi di voci di spesa, ovvero: 1.formazione teorica/aggior- namento; 2.materiali ed attrezzature; 3.costi vivi dei materiali; 4.costi fissi di gestione strut- tura. Riempiendo le relative casel- le con i valori individuali, il programma calcola 2 risultati finali, cioè dopo l’inserimen- to di quanti impianti s’inizia a guadagnare e di quanti impian- ti occorre eseguire per ripagarsi le spese del rifacimento di un impianto fallito. I valori che ne emergono sono a dir poco stu- pefacenti! Basti pensare che un principiante che inserisce cir- ca 40 impianti all’anno dovrà rifarne 2.2 per ogni impianto perso. Il calcolo sul rapporto tra il costo completo e il margine che si ha ovvero quante volte si deve far margine per coprire il puro costo del rifacimento. Il valore peggiora drasticamente se si inseriscono anche: 1.i costi dell’odontotecnico per la componente protesica; 2.il tempo perso relativo al mancato guadagno; 3.la perdita di immagine; 4.la pubblicità negativa; 5.il tempo impiegato per la gestione del paziente. Il valore migliora invece per un professionista avviato il cui moltiplicatore sarà 0.7. Conclusioni Se su un piano cartesiano inseriamo in ascisse i costi di organizzazione dello studio e nelle ordinate la comunicazio- ne, otterremo infinite variazio- ni ma principalmente tre sono i campi a noi utili: 1.massima organizzazione (costi) e comunicazione (immagine). Avremo un retta a 45° che tende ad infi- nito: situazione ideale. 2.minima organizzazione (costi fuori controllo) e mas- sima comunicazione. Avre- mo una retta con angolo maggiore di 45°: antiecono- mica. 3.massima organizzazione (costi controllati) e mini- ma comunicazione. Avremo una retta con angolo minore di 45°: molto sconveniente (paziente insoddisfatto). Quindi, alla domanda quan- to pesi l’insuccesso, risponderei che dipende dalla gestione del- la struttura e soprattutto dalle capacità di comunicazione del professionista. Non esiste una risposta per tutti, ma esiste una risposta per studio. La peggior ricaduta dell’in- successo è certamente la perdita di stima da parte del paziente.. L’articolo è tratto da un intervento tenuto durante il corso di aggiornamento Sicoi, a Cavaion Veronese, il 29 gennaio scorso.