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Implant Tribune Italian Edition

18 Italian EditionAnno V n. 2 - Maggio 2011 IT pagina 17 Il fissaggio di tutte le com- ponenti deve rispondere a tale requisito, sia del collo (e a tale proposito la guaina indovata nella dima è adatta allo scopo) sia nel coperchio. Per la parte progettuale virtuale implanta- re è stato utilizzato il software Simplant Pro Crystal (Figg. 2, 3a, b), ma invece di utilizzare la guida SurgiGuide corrispon- dente sono stati utilizzati in un caso il modello Digital Cast con i fori osteotomici per l’inseri- mento degli analoghi (Fig. 4) e un semplice modello in gesso nell’altro, in cui ritrovare, anche se in modo approssimativo, la posizione dell’analogo (Fig. 5). In entrambi i casi, gli analoghi sono stati inseriti nei modelli di lavoro e uniti al dispositivo pro- totipo costruito dall’Autore, che a sua volta è stato solidarizzato, nella parte della prima guaina descritta sopra, ad una dima chi- rurgicadisemplicerealizzazione, fatta con resina da ribasatura per provvisori (Fig. 6). Nessun siste- ma di ancoraggio osseo è stato considerato per questi casi clini- ci. Non è stato usato un sistema guidato di maschiatura dell’osso, anche se dovrebbe essere consi- derato soprattutto nell’osso ad alta densità. Una copia dell’im- pianto con caratteristiche adatte a un maschiatore da solidarizza- re al tappo o un tappo dotato di parte maschiata possono esse- re prese in considerazione. In entrambi i casi clinici il disposi- tivo è stato preparato alla poltro- na in un’unica struttura, così da avere avuto minimo ingombro verticale, persino inferiore alla lunghezza di lavoro richiesta dai sistemi in commercio attuali (Fig. 7). Per valutare l’accuratez- za raggiunta sono stati usati dei jig in resina di cui trovare ripro- duzione di incastro tra modelli master e situazione clinica. Risultati I casi hanno dimostrato sem- plicità di uso e vi è stata con- ferma di incastro dei jig (Fig. 8a, b). Nel caso realizzato con modello digitale, il jig è stato realizzato direttamente in bocca e poi verificata la corrisponden- za sugli stesi abutment montati sul modello (Figg. 9a, b, c). Per il caso realizzato con modello in gesso, il jig è stato realizzato sullo stesso e poi veri- ficato in bocca (Figg. 10a, b). Discussione I sistemi attuali non offro- no risultati soddisfacenti di riproducibilità, in quanto non rispettano la matematica di un impianto, ovvero il moto da esso seguito nella sua progressione all’interno dell’osso, che corri- sponde a quella di una vite e che è rappresentata dalla sua fase, sia per quanto riguarda la sincronia della spira sia l’orientamento del sistema antirotazionale. Questa valutazione di tipo matematico sarà analizzata nel dettaglio tra breve. In pratica, il punto debo- le dei sistemi attualmente usati risiede nell’utilizzo di guaine lisce (sia metalliche che virtua- li), che di per sé non possiedo- no le informazioni necessarie al controllo dei parametri che definiscono la posizione di un impianto nello spazio e che sono posizione della piattaforma in cresta, asse, profondità e posizio- ne del sistema antirotazionale. Si può affermare che attualmen- te gli impianti vengono per così dire “sparati” dentro una guai- na che si comporta come canna di fucile, il che ha senso per un proiettile, ma non per una vite. Inaccuratezza nel posiziona- mento derivante dall’uso di un manicotto cilindrico liscio Il primo elemento che deve essere considerato è il gap esi- stente tra guaina e mounter: è intuitivo la sbandieramento dell’apice dell’impianto lega- to all’esistenza di un gap tra le parti sopracitate. Un corretto posizionamento tramite manicotto liscio potreb- be essere compreso nel caso lo scivolamento dell’impianto avvenisse esattamente al centro del manicotto liscio, il che non avviene quasi mai. Durante il lavoro avverrà praticamente sempre un contatto tra le due parti, cosa che inevitabilmente porta a un errore di posizione dell’impianto sulla cresta, sia bucco-linguale che mesio-vesti- bolare. Questo errore è stato definito dall’Autore “Effetto di Posizione Paradosso di un siste- ma di guida liscio”, che somiglia a un sistema di contenimento tipo guard-rail. Dal momento che tale erro- re si replica sul bordo superio- re ed inferiore della guaina liscia, il risultato complessivo sarà anche di un errore nell’as- se finale, e questo è stato defi- nito come “Effetto Paradosso di Asse”. Pertanto, i parametri posizione e asse sono associa- ti e interconnessi. In funzione dell’entità del gap è possibile, con una semplice proporzione, stimare l’entità della deviazione dell’apice implantare (Fig. 11a). A 20 mm di profondità rispetto al bordo superiore della guaina, e cioè a circa 11 mm di profondi- tà nell’osso rispetto alla cresta, la deviazione lineare sarà di 0.8 mm (1.6 mm sul diametro). La trigonometria è un modo semplice per calcolare l’entità della deviazione assiale (legge delseno-cosenooppuredellatan- gente-cotangente). L’entità della deviazione assiale è il risultato derivante dalla profondità assia- le teorica, centrata sulla guaina e divisa per il coseno dell’angolo di deviazione. Supposto un gap di 0.2 mm (il gap 0.1 mm esteso al diametro), l’angolo sarà cal- colato trigonometricamente in 2°20’ (Figg. 11b, c, d). Ecco dunque spiegato in ter- mini matematici il rischio del mancato vantaggio biologico presente nelle strutture di guida chirurgica attuali: dati gli scar- ti suddetti, posizionando due impianti a 2 mm di distanza (e 1 mm di distanza tra impianto e dente contiguo), si potrà avere una distanza interimplantare di circa 1.5 mm a livello della piat- taforma e di 0.4 mm a livello degli apici: quasi una collisione. IT pagina 19 Figg. 3a, b - Pianificazione del caso con tecnica di realizzazione della dima mediante modello in gesso della bocca. Fig. 4 - Analoghi e monconi (per creare successivamente il jig) nel modello STL. Figg. 5, 6 - Dima chirurgica creata sul modello in gesso. Figg. 7a, b - Dispositivo assemblato. Figg. 7c - Dispositivo assemblato nella dima chirurgica del caso su modello in gesso. Fig. 7d - Dispositivo assemblato nella dima chirurgica del caso su modello STL. Fig. 8a - Dima chirurgica nel cavo orale. Fig. 8b - Dima chirurgica nel cavo orale (particolare: “helical gear”). 7a 7b Clinica & Ricerca