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Implant Tribune Italian Edition

19 Anno V n. 2 - Maggio 2011Italian Edition IT pagina 18 La situazione può essere ulte- riormente compromessa nelle sistematiche in cui la coopera- zione del mounter avviene solo dopo il contatto dell’ impian- to con l’osso e se vengono usati impianti rastremati con i quali si possono avere deviazioni assia- li anche superiori; nel caso in cui il mounter di guida è conico nella sua parte iniziale e ingag- gia il manicotto guida ancora più tardivamente, l’errore sarà conseguentemente ancora mag- giore. L’Autore suppone che l’utilizzo di driver conici possa essere stato pensato per ridurre in modo istintivo un eventuale torque legato non all’inserimen- to dell’impianto nell’osso, ma all’attrito tra le componenti di guida dell’impianto (guaina e mounter); al contrario, l’Autore ritiene che tanto maggiore è la deviazione assiale, tanto più tar- divo sarà l’ingaggio del sistema di guida, e tanto più elevato sarà il torque di inserimento regi- strato, dando l’idea di un torque di inserimento elevato e di gran- de stabilità implantare, mentre il valore registrato sarà falso e legato all’attrito del sistema di guida nelle sue componenti. Le pubblicazioni riportanti dati migliori rispetto a quelli calcolati tramite trigonometria possono essere legati al super- destrismo dell’operatore in aree ossee isotropiche D2 o D3 o in aree fortemente anisotropiche (per la presenza di corticali che possono direzionare il precorso impiantare), o ancora all’aver lavorato in aree a bassa densità ossea, dove le osteotomie hanno creato aree di frantumazione ossea senza direzionalità spazia- le. In questo ultimo caso infatti, essendo la fresa libera di ruota- re con asse deviato su tutti i 360 gradi, il volume osteotomico non è un cilindro, ma un tron- co-cono rovesciato a base mag- giore apicale, e l’inserimento degli impianti, non incontran- do resistenza alla penetrazione dell’impianto, avviene come se tali sistemi operassero nell’ac- qua, con controllo assiale e di profondità, ma non di posizione in cresta e di orientamento del parametro antirotazionale. Il secondo punto preso in con- siderazione è la guida ossea: la profondità e l’orientamento del sistema antirotazionale dipendo- no dalla morfologia e dalla den- sità ossea. Quando un impianto ha cominciato la sua rotazione nell’osso,nonèpiùpossibilecam- biare lo schema di inserimento dell’impianto stesso, e la piatta- forma implantare verrà ad avvi- cinarsi progressivamente alla cresta ossea man mano che l’im- pianto viene avvitato all’ inter- no della compagine ossea stessa, trovando una posizione finale in funzione del momento iniziale in cui l’impianto, per sufficien- te attrito nell’osso, ha comincia- to a ruotare. Dal momento che non è possibile guidare il livello di profondità in cui l’impianto comincia a ruotare, con le guai- ne lisce, di metallo o virtuali che siano, mancherà completamente il controllo su questo parametro e ogni tentativo di “aggiustare” con una extrarotazione l’esago- no, porterà necessariamente alla perdita del livello di profondità desiderato. IT pagina 20 Figg. 9a, b - STL Case Report, jig creato in bocca. Fig. 9c - STL case Report, jig verificato sul modello STL. Clinica & Ricerca