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Cosmetic Dentistry Italian Edition

dentistry 2_2011 cosmetic26 expert article_sbiancamento scenti di un’altra tinta, si ottengono delle scale cromatiche graduali. 2_ croma (luminosità o chiarezza): è l’in- tensità del colore (scala: 1, 2, 3, 3½, 4). La luminosità di un colore indica la sen- sazione prodotta nell’osservatore dalla quantità di luce che esso riflette. Si ot- tengono gradazioni tonali che diventano più chiare per l’aggiunta di bianco, o più scure per l’aggiunta di nero ad una tinta di partenza. 3_ valore: è la purezza del colore definita at- traverso la scala di grigi (assorbanza dal bianco B1 al nero C4). Il valore viene an- che definito con il termine “saturazione”, ossia purezza o intensità di un colore; un colore puro o saturo, infatti, non contiene parti di nero o di bianco, quindi possiede il grado massimo di intensità e di livello di qualità cromatica (colore timbrico). Il rilevamento del colore avviene in maniera sia visiva sia spettrofotometrica. Nel primo caso esistono molte variabili relati- ve all’operatore (età, sesso, alterazioni visive) e al tipo di luce impiegata per illuminare la bocca del paziente, che possono influenzare la determina- zione del colore. Esistono delle scale di riferimento utilizzate dagli igienisti dentali per determinare il colore dei denti del paziente pre-sbiancamento: la scala vita e la scala vita 3D master. In alternativa al rilevamento visivo, alcuni studi si stanno attrezzando con sistemi spettro- fotometrici in grado di determinare il colore dei denti in maniera molto più precisa e sensibile. _Il colore dei denti e le discromie I denti sono costituiti da diversi strati: 1_ lo smalto, lo strato più esterno, è un materiale traslucido e incolore, molto re- sistente, che tende ad assottigliarsi con il passare degli anni in seguito ad usura. Lo smalto è responsabile del valore del dente, ossia della luminosità. 2_ la dentina, lo strato intermedio, è molto più spessa dello smalto, di colore giallo ed è lo strato responsabile della tinta e del croma del dente. La dentina è costi- tuita da tubuli dentinali coinvolti nella trasmissione degli stimoli (caldo/freddo, maggiore/minore sensibilità ecc.); 3_ la polpa, la parte centrale del dente, è ricca in vasi sanguigni e nervi; 4_ infine, il cemento radicolare è la so- stanza che riveste la radice del dente. Lo smalto e la dentina sono quindi gli strati che permettono di determinare il colore del den- te sia in termini di tinta, croma e valore, sia in termini di spessore dello smalto. Smalto e dentina sono a stretto contatto con la saliva, con la quale avviene un continuo scam- bio di sostanze. Si pensi ad esempio al fluoro, contenuto ormai nella maggior parte dei den- tifrici che, grazie a questo processo di scambio continuo, riesce a penetrare all’interno del dente e ne promuove la re-mineralizzazione e la pro- tezione dalle carie. Il colore dei denti dipende quindi da diversi fattori, principalmente dalla ro- bustezza e dalla trasparenza dello smalto e dallo spessore e dal colore della dentina. Con il passare del tempo lo smalto tende ad assottigliarsi o può addirittura colorarsi assor- bendo pigmenti cromogeni. Il colore del dente è genetico, ma con il tem- po può modificarsi in seguito a formazione di pigmentazioni o discromie dentali. Le discromie sono infatti definite come alterazioni del colore e causa di inestetismi. La loro diagnosi è assai importante al fine di definirne l’opportuno trattamento. Tra le cause di discromie si distinguono: cause estrinseche o esogene (cibi, frutta, verdura, tè, caffè, vino ros- so, sigarette, collutori e farmaci, in particolare le tetracicline sono assorbite dallo smalto) e/o cause intrinseche (depositi cromogeni su smalto e dentina che, con il tempo, inducono una va- riazione del colore dei denti)(5,6) . Un’altra distin- zione viene fatta in base all’eruzione del dente: si classificheranno infatti discromie con cause Fig. 1_Sistema di Munsell per la rappresentazione dei colori. La tinta è riportata lungo la circonferenza in dieci tonalità, il croma lungo il raggio e il valore sull’asse verticale in undici valori. Fig. 1