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Dental Tribune Italian Edition

2 Italian EditionAnno V n. 1 - Giugno 2011 Fatti e Opinioni Licensing by Dental Tribune International Group Editor Daniel Zimmermann Managing Editor newsroom@dental-tribune.com DT Asia Pacific +49 341 48 474 107 International Editorial Board Dr Nasser Barghi, USA – Ceramics Dr Karl Behr, Germany – Endodontics Dr George Freedman, Canada – Aesthetics Dr Howard Glazer, USA – Cariology Prof Dr I. Krejci, Switzerland – Conservative Dentistry Dr Edward Lynch, Ireland – Restorative Dr Ziv Mazor, Israel – Implantology Prof Dr Georg Meyer, Germany – Restorative Prof Dr Rudolph Slavicek, Austria – Function Dr Marius Steigmann, Germany – Implantology Allegato n. 1 di Dental Tribune Italian Edition Anno VII n. 6, giugno 2011 Registrazione Tribunale di Torino n. 5892 del 12/07/2005 Direttore responsabile Massimo Boccaletti Direzione scientifica Arnaldo Castellucci Publisher Torsten Oemus Editors Claudia Salwiczek Anja Worm Copy Editors Sabrina Raaff Hans Motschmann Publisher/President/CEO Torsten Oemus Sales & Marketing Peter Witteczek Antje Kahnt Director of Finance & Controlling Dan Wunderlich Marketing & Sales Services Nadine Parczyk License Inquiries Jörg Warschat Accounting Manuela Hunger Business Development Manager Bernhard Moldenhauer Project Manager Online Alexander Witteczek Executive Producer Gernot Meyer Editore TU.E.OR. Srl - Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino Tel.+39.011.04.63.350 - fax +39.011.197.15.882 www.tueor.it - redazione@tueor.com Amministratore Patrizia Gatto patrizia.gatto@tueor.com Comitato scientifico Maria Giovanna Barboni, Elio Berutti, Antonio Bonaccorso, Giuseppe Cantatore, Giacomo Cavalleri, Massimo Gagliani, Gianluca Gambarini, Fabio Gorni, Marco Martignoni, Damiano Pasqualini, Sandro Rengo, Maria Teresa Sberna, Luigi Scagnoli, Silvio Taschieri Coordinamento editoriale Cristiana Ferrari - cristiana.ferrari@tueor.com © 2011, Dental Tribune International GmbH. All rights reserved. Dental Tribune makes every effort to report clinical information and manu- facturer’s product news accurately, but cannot assume responsibility for the validity of product claims, or for typographical errors. The publishers also do not assume responsibility for product names or claims, or statements made by advertisers. Opinions expressed by authors are their own and may not reflect those of Dental Tribune International. Dental Tribune International Holbeinstr. 29, 04229, Leipzig, Germany Tel.: +49 341 4 84 74 302 | Fax: +49 341 4 84 74 173 Internet:www.dental-tribune.com-E-mail:info@dental-tribune.com Regional Offices Asia Pacific DentalTribuneAsiaPacificLimited Room A, 20/F, Harvard Commercial Building, 111 Thomson Road, Wanchi, Hong Kong Tel.: +852 3113 6177 - Fax: +8523113 6199 The Americas Dental Tribune America 116 West 23rd Street, Ste. 500, New York, NY 10011, USA Tel.: +1 212 244 7181 - Fax: +1 212 224 7185 Grafica e impaginazione Angiolina Puglia Realizzazione TU.E.OR. Srl - www.tueor.it Stampa Arti Grafiche Amilcare Pizzi Spa - Cinisello B. (MI) Pubblicità TU.E.OR. Srl Ufficio abbonamenti TU.E.OR. srl - Corso Sebastopoli 225 - 10137 Torino Tel. 011.197 15 665 - 011.0463350 - Fax 011.0463304 alessia.murari@tueor.com International Imprint ET pagina 1 è riuscito a farmi innamo- rare di questa meravigliosa disciplina! Ritengo, inoltre, di estrema importanza e attualità il rapporto mae- stro-discente, non solo da un punto di vista scientifico- tecnico, ma soprattutto da un punto di vista morale. A mio avviso, prima ancora che insegnare una tecnica, il maestro deve inculcare negli allievi il rispetto a 360 gra- di per il paziente: questo non dovrà essere visto come un semplicenumeroinunacate- na di montaggio, ma al con- trario bisognerà prendersene cura con umanità, conside- randolo (giustamente) una persona con legittime aspet- tative e spesso ansie e paure. Lei per la parte scienti- fica e clinica lavora sia in Italia che all’estero. Senza chiederle dei giu- dizi generali per quel che riguarda l’Odontoiatria, almeno nella sua speciali- tà quali differenze e quali aspettative di cambia- mento ha un giovane endodonzista come lei nel nostro Paese? In Italia vige purtroppo una sottocultura che considera l’Endodonzia una branca di serie B rispetto alla chirur- gia implantare e alla protesi, le quali godono sicuramente di maggiore considerazio- ne. Questo è semplicemente assurdo, dato che un’Endo- donzia ben eseguita in primo luogo evita che il paziente perda i propri denti e arri- vi agli impianti, in secondo luogo conferisce sicurezza e lunga vita alla protesi che spesso vi si appoggia. Una prova lampante di ciò è il fatto che negli studi den- tistici l’Endodonzia è spes- so delegata a giovanissimi dottori neo-laureati che si improvvisano endodontisti pur di poter effettuare le loro prime cure odontoiatriche su paziente: come logica conse- guenza il trattamento cana- lare è in genere sottopagato e sottostimato dal paziente. La colpa è dello Stato e delle leggi italiane che non ten- gono conto che l’Endodon- zia è una branca altamente specialistica che richiede adeguate scuole di specia- lizzazione post-laurea, come esistono in Paesi più svilup- pati del nostro (vedi Nord e Sud America). Negli Usa, ad esempio, è materia obbligatoria di inse- gnamento, nelle scuole di specializzazione in Endo- donzia, l’uso del microscopio operatorio. Il mio augurio è che sotto la spinta forte del- la Società Italiana di Endo- donzia (già promotrice di tante altre iniziative lode- voli) si possa convincere il nostro Governo a cambiare registro e ad istituire Scuole di specializzazione anche da noi in Italia, cosicché possa- no essere riconosciuti non solo dai pazienti, ma anche dai colleghi “distratti” sia l’importanza della tera- pia canalare che la figura dell’endodonzista. In questi ultimi mesi abbia- mo avuto modo di assistere ad alcune relazioni sue e del gruppo di lavoro nazionale e internazionale con cui colla- bora [dott. Barattolo di Bari e dott. Schoeffel suo maestro, Ndr] e sugli argomenti trattati le faremo alcune domande. Parliamo di ritrattamento endodontico: accanimento terapeutico o protezione del paziente? Questa domanda vorrei ide- almente girarla a quei poveri pazienti che, pur avendo ricevu- to un trattamento canalare da altri colleghi, non hanno ottenuto giovamento e in buona sostanza sono afflitti dalla permanenza della patologia. Quei pazienti spesso mi supplicano di salvare il proprio dente nonostante talo- ra gravi compromissioni di ori- gine iatrogena, e non vogliono che il loro patrimonio dentario sia impoverito dall’estrazione. Ebbene, per rispondere alla sua domanda, il ritrattamento è assolutamente protettivo verso il signor paziente. Vorrei precisa- re che il ritrattamento si rende necessario talora per la negli- genza di alcuni colleghi, talora per la brutalità di odontotecnici abusivi che profanano le bocche dei pazienti facendosi beffa del- la legge. In altri casi, nonostante la coscienza e la diligenza con cui la maggior parte dei colleghi opera, sono le oggettive difficoltà anatomiche ad indurli in errore: ciò mi consente di sottolineare, ancora una volta, la carenza e la necessità di specialisti in Endo- donzia. Il ritrattamento, infatti, è pratica estremamente complicata e richiede profonda conoscenza dell’anatomia, esatte valutazioni pre-operatorie sulla difficoltà del caso, tecnologie avanzate come il microscopio e, in più, l’opera- tore deve avere familiarità con tecniche molto specifiche come le forze bilanciate e gli ultrasuoni. L’insieme di queste componenti spesso porta a risultati sorpren- dentemente positivi. In una relazione abbiamo sentito che il ritrattamento è dovuto spesso a un fallimento dell’irrigazione o del metodo utilizzato. Ci vuole spiegare meglio questa tesi? L’irrigazione endodontica rive- ste un ruolo cruciale nella buona riuscita del trattamento cana- lare, dato che ha il compito di distribuire al meglio nel sistema dei canali radicolari sia il disin- fettante principale, e cioè l’ipo- clorito di sodio, sia un chelante del calcio come l’edta. In questo modo, batteri, residui organici e inorganici possono essere inatti- vati, disciolti e rimossi dal den- te. Ne consegue, secondo logica, che una irrigazione non corret- ta – poiché in genere praticata frettolosamente e con dispositivi inadeguati – porterà inevitabil- mente alla permanenza nel den- te di batteri e detriti e inficerà la guarigione rendendo indispen- sabile il ritrattamento. Lei è un grande sostenitore della “negative pressure”, che si può ottenere con lo strumento EndoVac. Quali le differenze dai tradizionali metodi a pressione positiva e i vantaggi? Fino ad oggi si è irrigato secondo la filosofia della pressione positi- va,perlaqualeidisinfettantiven- gono spinti nei canali attraverso siringhe ed aghi per effetto della pressione che l’operatore esercita sul pistone della siringa stessa. Al contrario, con la pressione apica- le negativa (metodo EndoVac), gli irriganti depositati in came- ra pulpare vengono richiamati in apice grazie ad una micro cannula aspirante alloggiata al termine del canale. Adopero que- sto sistema da oltre 5 anni, e fra i principali vantaggi riscontrati vi sono indubbiamente la ridu- zione del dolore post-operatorio e la velocità di guarigione dei casi infetti. La pressione negati- va, o meglio il metodo EndoVac, è dunque predicibile e sicuro. Ci colpiscono due sue dichiara- zioni in particolare, che peraltro ribadisce sempre anche Schoffel, inventore del metodo (vedi rela- zione all’ultimo congresso Sie lo scorso autunno): “Otteniamo sempre un risultato che non è Seconda passione: ritrattamenti endodontici, irrigazione e “negative pressure” operatore dipendente”, e ancora: “Il primo fattore da tenere in considerazione è la sicurezza per il paziente”. Questaconsiderazionemiconsen- te non solo di riallacciarmi alla precedente, ma anche di chiarire meglio le differenze con i metodi a pressione positiva e, di conse- guenza, i vantaggi della nuova metodica. Il principale proble- ma della tecnica tradizionale a pressione positiva è la scarsa pre- dicibilità; infatti, quando ado- periamo siringhe ed aghi, non sappiamo se stiamo spingendo troppo gli irriganti o troppo poco. Nel primo caso, vi è il rischio che questi estrudano nei tessuti peri- apicali, causando al paziente danni talora gravi e con mani- festazioni sintomatiche eclatanti come nell’incidente da ipoclorito, contraddistinto in genere da gon- fiore e sanguinamento. Nel secon- do caso, una pressione troppo timida impedisce all’irrigante di raggiungere il termine del cana- le, e così la non completa deter- sione che ne consegue conduce all’insuccesso del trattamento. Come si può evincere da quan- to sopra si tratta di una tecnica operatore-dipendente, nel senso che gli operatori più abili sono in grado di inviare gli irriganti per l’intera lunghezza canalare senza danneggiare i tessuti che circondano il dente; i meno abili, irrigando in eccesso, danneggia- no questi tessuti, e, irrigando in difetto, non disinfettano l’intero canale e si espongono al rischio di fallimento della terapia. Con la “Apical Negative Pressure”, per la prima volta nella storia della irrigazione endodontica, l’opera- tore – collocando una micro can- nula al termine del canale – è in grado di esercitare un controllo preciso del flusso degli irriganti che inizierà in camera pulpare e terminerà sempre al forame api- cale e non oltre. ET pagina 3