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Dental Tribune Italian Edition

Italian Edition 3 Anno V n. 1 - Giugno 2011 Fatti e Opinioni ET pagina 2 In altre parole, per la prima volta è possibile effettuare un’ir- rigazione predicibile, e ciò confe- risce alte percentuali di successo all’intero trattamento, dato che i canali radicolari possono esse- re disinfettati da cima a fondo, e inoltre ci consente di salvaguar- dare la salute del paziente da incidenti legati alla fuoriuscita degli irriganti dal dente. Ottem- periamo così al nostro primo dovere di medici che è appunto la tutela del paziente, cui dob- biamo garantire non solo una terapia eseguita lege artis, ma prima di tutto l’incolumità. Un unico strumento per irri- gare e aspirare, quindi? Proprio così. Il sistema è colle- gato all’aspirazione ad alta velo- cità del riunito e consta di tre componenti. Il primo, noto come Master Delivery Tip (MDT) rilascia l’irrigante in camera pulpare, il secondo e il terzo sono cannule aspiranti che richiama- no gli irriganti all’interno del canale e aspirano i detriti ivi presenti. Quello di dimensioni maggiori è noto come macro- cannula e deterge terzo medio e coronale; quello di dimensio- ni minori, la micro-cannula, si occupa della detersione del terzo apicale. Per la prima volta vi è un ruolo attivo dell’assistente dentale durante la terapia cana- lare, dato che a lei è affidato il compito di rilasciare gli irrigan- ti tramite la MDT: ho riscontra- to che questo rende molto più partecipi e responsabili le nostre preziose collaboratrici. Perché giudica questa tecni- ca molto semplice? Poiché richiede una curva di apprendimento limitatissima; bastano infatti una quindicina di casi per acquisire familiarità con la metodica. Rispetto dunque ad altre tecni- che, dopo breve tempo si è già in grado di praticarla con successo. “Apical vapor lock”, un osta- colo che se non considerato responsabilmente e superato è causa di fallimenti. Esattamente. La reazione di idrolisi fra tessuto pulpare (vita- le o necrotico) e ipoclorito di sodio genera anidride carbonica e ammonio e questa componen- te gassosa – nota come apical vapor lock – localizzandosi nel terzo apicale ostacola l’arrivo dei disinfettanti in quella che è l’area più critica del canale (sono ivi localizzate più del 90% delle porte di uscita verso il parodonto nonché quella principale, e cioè il forame apicale). Il mancato arrivo degli irriganti favori- sce la permanenza nel canale radicolare di tessuti patologici e batteri e, quindi, la permanenza della patologia stessa. Il sistema EndoVac, lavorando per aspira- zione, è in grado di rimuovere questa bolla di gas, favorendo la completa diffusione degli irri- ganti all’interno del sistema dei canali radicolari. Endovac consente anche di catturare ciò che lo strumen- to rotante non può fare. Ma quando le si chiede se è uno strumento miracoloso lei risponde “no, prima e dopo c’è tutta l’Endodonzia”. Cioè? Una prova inconfutabile dell’ef- ficacia di questo sistema si ottiene adoperandolo durante i ritrattamenti nei quali l’opera- tore è chiamato innanzitutto a rimuovere i materiali dentari impiegati nel precedente trat- tamento e dunque presenti nei canali. Tradizionalmente, que- sti materiali vengono rimossi grazie a strumenti manuali e rotanti e soluzioni solventi; oggi, in aggiunta, disponiamo della macrocannula del siste- ma EndoVac, e durante il suo utilizzo si può constatare visi- vamente quanti pericolosi resi- dui vengono aspirati e rimossi dai canali, rendendoli molto più puliti e favorendo così un’ottu- razione tridimensionale dello spazio endodontico. Spesso, al termine di alcune mie conferen- ze in tema di irrigazione, mi è stato chiesto se sia proprio l’En- doVac lo strumento miracoloso che determina certe sorprenden- ti guarigioni. Ebbene mi sono affrettato a smentire una simile teoria, dato che in Endodonzia non vi è nulla di miracoloso a parte la pazienza e la dedizione con cui chi ama questa branca decide di praticarla. ET pagina 4 Barattolo, Ruspa, Castellucci, Santarcangelo a Montecarlo.