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Dental Tribune Italian Edition

9 Anno VII n. 6 - Giugno 2011Italian Edition Medicina Legale A2G srl Ufficio Commerciale Via degli Olmetti, 18 00060 Formello (zona ind.) 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Ora più che mai i dentisti hanno biso- gno di gestire correttamente il problema dei rischi professiona- li, per evitare conseguenze lega- li. Si devono stilare registrazioni accurate,ipazientidevonoessere debitamente informati e attiva- mente coinvolti nel trattamen- to. Applicando queste semplici linee guida, il rischio di azioni per “malpractice” professionale si riduce notevolmente. Terminologia giuridica I dentisti devono possedere unaconoscenzabasedellatermi- nologia giuridica, per diminuire le probabilità di reclami nei loro confronti. In un’azione avente per oggetto uno o più errori pro- fessionali, l’accusa comune è la negligenza. Per dimostrare che un dentista è stato negligente, il paziente deve basarsi su quattro elementi: in primo luogo, deve dimostrare che l’odontoiatra avrebbe dovuto usare la dovuta diligenza. In seconda battuta, una volta che venga accertata la prima condizione, il paziente deve dimostrare che il dentista abbia violato tale obbligo. In ter- zo luogo, deve esserci un danno per il paziente. Infine, suddetto danno deve essere causato da un’inadempienza nel corso del trattamento. La maggior parte dei dentisti è consapevole del fatto di dover rispettare i protocolli. Molte azioni legali sostengono sempli- cemente che il dentista non li ha onorati. Il livello di cura per un dentista è quello d’attenzione che ci si aspetta da un professio- nista ragionevolmente compe- tente, che agisca in circostanze analoghe. Importante segnalare che il livelli di cura si basano sulla preparazione media, non su quella specialistica o su una piccola percentuale dei dentisti migliori a livello nazionale. Lo standard di cura si basa sul livello su cui un dentista pru- dente, con stessa formazione ed esperienza, può operare in cir- costanze analoghe. La cosiddetta regola del “last- clear-chance”, traducibile con “l’ultima chance per ovviare a un danno”, dice che se il den- tista ha informazioni da altra fonte medica che egli stesso sa (o dovrebbe sapere) non essere corrette, se ne assume la respon- sabilità qualora, basandosi su tali informazioni, il paziente ne tragga danno, visto che il denti- sta potrebbe evitarglielo. La maggior parte dei dentisti ha familiarità con il consen- so informato, elemento di cura necessario del paziente e, al tempo stesso, anche un princi- pio semplice. I professionisti possono sce- gliere di non dare troppe informazioni ai pazienti, presu- mendo che se hanno interesse a volerne sapere di più, porranno essi stessi le loro domande, con- fermando la propria fiducia al curante perché esegua al meglio il trattamento previsto, senza quindi metterlo in discussione. Potrebbero, tuttavia, avvalersi della mancanza del consenso informato e avviare un’azione legale. I pazienti devono essere informati per quanto riguar- da il trattamento proposto e i benefici, sui rischi che potreb- be comportare, sui trattamenti alternativi, su prognosi e costi dell’operazione proposta. Per consentire un determinato trat- tamento, il paziente dovrà esse- re ben informato. La relazione medico-paziente non potrà che migliorare se il paziente sarà in grado di apprendere cosa rea- listicamente aspettarsi da una determinata procedura. Pratica di gestione del rischio I dentisti, come noto, devo- no tenere un registro accurato e completo di ogni paziente, documentarne il consenso e dimostrare che abbia compreso la portata del trattamento pro- posto. Una volta che un’azione legale è stata avviata, potranno meglio difendersi se avranno dato seguito a queste cautele. Tuttavia, devono attivarsi di più in Studio per evitare tali azioni. Se il paziente è libero di prende- re le migliori decisioni in merito alla sua salute, il dentista che lo coinvolgerà nel piano terapeuti- co avrà un paziente più consape- vole e meno propenso ad avviare una possibile azione legale nei suoi confronti, in caso di dan- no. Nel coinvolgerlo nel piano di trattamento, il dentista lo informa delle soluzioni esisten- ti, dei pregi e difetti di ciascuna terapia, lasciando a lui la scelta di quello che meglio si potrebbe adattare alle sue esigenze. Si dice spesso che la figura centrale di un’azione di risarci- mento per danni è lo stesso pro- fessionista. La fiducia, infatti, è un elemento base nel rapporto tra il medico e il paziente. Que- sti dovrebbe vedere nel profes- sionista una figura affidabile e preparata, e si può giungere a tale risultato coinvolgendo il paziente nel piano di trattamen- to, perché il dentista sarà meno soggetto ad essere convenuto in giudizio da un paziente che lo conosce e si fida di lui. È bene, quindi, che i dentisti conosca- no i bisogni dei loro pazienti e tengano ben presenti i loro inte- ressi. Ad esempio, possono avere problemi particolari di salute o di carattere economico. Pertan- to, gli odontoiatri potrebbero proporre loro una cura per gradi o ipotizzare condizioni di paga- mento più accettabili, il che non farà che accentuare il rapporto fiduciario. Importante saper promuovere la propria capacità con il paziente, ma si dovreb- bero evitare millanterie, ossia affermazioni a carattere promo- zionale che esprimono un punto di vista individuale più che uno stato di cose oggettivo, afferma- zioni con punte d’esagerazione che nessun essere ragionevole prenderebbe troppo alla lettera. Quando di parla del risultato auspicabile di un trattamen- to odontoiatrico, si dovrebbero evitare dichiarazioni tipo “la canalizzazione non dovrebbe presentare troppi problemi” oppure “è un trattamento che non comporta dolore” o ancora “dopo la cura il dente sembre- rà più bello”, perché ciò può far nascere aspettative (anche irra- gionevoli) nel paziente, tramu- tabili poi in una delusione o in causa potenziale. In aggiunta, dopo aver esegui- to su paziente un trattamento a carattere invasivo, è buona cosa che il dentista si accerti delle condizioni successive del pazien- te, magari con una telefonata. Un comportamento che non solo contribuisce a creare fiducia, ma mette in guardia il dentista nel caso il paziente debba affronta- re un imprevisto cui il professio- nista può porre rimedio. Se invece i problemi riman- gono insoluti, si accresce il rischio potenziale di una cau- sa legale. Con una conoscenza più approfondita delle azioni di risarcimento per negligenza professionale, e seguendo dei semplici suggerimenti per gesti- re le relazioni con i pazienti in Studio, dovrebbe essere più faci- le per i dentisti evitare le spese di un giudizio. Inoltre, nel coinvolgere i pazienti nelle decisioni riguar- danti il loro trattamento, il professionista è in grado di acquisire la fiducia di ogni paziente, e quindi ridurre la azioni legali “contro” di sé, per una maggior protezione sua e del suo Studio. Stuart Oberman, Esq. Stuart Oberman ha maturato grande espe- rienza nella rappresentanza dei dentisti nel corso della stipula di accordi di partnership odontoia- trico. Ha contribuito alle creazione di società, sperimentato il leasing commerciale, la creazio- ne di Enti (e società limitate). Inoltre, ha con- dotto transazioni immobiliari, applicato leggi sull’impiego, l’amministrazione della proprietà, la salvaguardia del personale ed altre operazioni che un dentista deve affrontare nel corso della sua carriera. Contro le frodi in Studio Stuart Oberman è stato invitato a tenere una conferenza presso la Scuola di Medicina Henry Goldman dell’Università di Boston il 27 giugno pros- simo. Sarà un qualificato relatore in un corso di formazione continua dal titolo “Come impedire le truffe nello Studio odontoiatrico”. Autore Italian Edition