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Dental Tribune Italian Edition

12 Speciale Italian EditionAnno IV n. 2 - Luglio-Agosto 2011 HT pagina 11 In un ampio studio, che ha coinvolto 400 bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni seguiti da diverse cliniche pediatriche negli Stati Uniti, i medici dentali hanno scoperto che la cura della parodontite in gravidanza non provoca effetti negativi sull’aspetto cognitivo, motorio o sulle capacità linguistiche dei bambini durante la loro vita. In questo studio, medici provenienti dalle Università del Minnesota, Ken- tucky, Mississippi e New York hanno confrontato i dati riguardanti la crescita dei bambini nati da donne sottoposte ad una cura per malattia gengivale prima e dopo il parto. Tuttavia, i risultati tra i gruppi di controllo e quelli sperimentali differi- vano solo leggermente. Sono stati osservati punteggi motori e cognitivi più alti nei figli di donne che hanno visto migliorare la salute delle gengive. Recenti studi hanno indicato che il trattamento gengivale può essere collegato a diversi problemi di salute, tra cui peso alla nascita inferiore alla media, parto prematuro e ritardi del neonato nello sviluppo a lungo termine, dal momento che i batteri rilasciati durante il trattamento possono entrare nel sangue della madre e danneggiare il bambino. Secondo la ricerca, le donne incinte sono inclini a sanguinamento gengivale, cau- sato da uno squilibrio ormonale che favorisce la crescita di alcuni batteri orali. Se è vero quanto affermano i ricercatori, questo significa che le donne incinte negli Stati Uniti potrebbero farsi curare le gengive sapendo che la malattia di cui sono affette non avrà un effetto clinicamente significativo sullo sviluppo del loro bambino. Un portavoce dell’Accademia di Parodontologia ha detto che sebbene alcuni dati restino ancora da chiarire, l’organizzazione raccomanda alle donne, in generale, di salvaguardare la loro salute gengivale durante la gravidanza. Daniel Zimmermann, DTI Trattamento delle parodontiti: nessun danno per i neonati HT pagina 11 L’Unid è fatta di persone che ogni giorno lavorano in silenzio, ma con entusiasmo e competenza, sacrificando il tempo libero per offrire un punto di riferimento e ancheopportunitàdilavoroaisoci. Guardando oltre confine, quali sono i modelli da tenere presente? Gli Stati Uniti, o Paesi europei come l’Olanda, dove l’igienista dentale ha dei percorsi formativi strutturati e completi, oltre a una maggiore autonomia operativa, possono essere di orientamento per le nostre Università nell’or- ganizzazione della didattica e del tirocinio, favorendo una for- mazione efficace. L’Università italiana in ambito sanitario è sto- ricamente ritenuta d’eccellenza, ma l’eccessiva politicizzazione, l’estrema riduzione dell’investi- mento nelle persone, nella qualità dell’insegnamento e nella ricerca l’hanno ammalata cronicamen- te. Occorrerebbe osservare di più le norme etiche e deontologiche, per restituire dignità e valore al sistema universitario e sanitario, affermando la tanto reclamata “meritocrazia”, ovvero il valore delle persone per quel che sanno “fare”, non per quel che sanno “dire”. Confidiamo nel recupero di questi presupposti poco costosi, ma molto impegnativi nella logi- ca di potere. La vitalità è una delle carat- teristiche più evidenti della categoria. Quali le altre? “Terzo grado” per Gianfranco Sorgente, presidente Unid alla vigilia della scadenza del suo mandato Gli igienisti hanno la voglia di sperimentare e di crescere pro- fessionalmente, non si fermano davanti a ciò che hanno appreso, ma sono in cerca di continua defi- nizione e miglioramento delle tecniche, forti della passione per la professione e dell’umanità che li caratterizzano. Valori dimen- ticati, troppo spesso rinnegati, anche se costituiscono principi etici e deontologici di tutte le pro- fessioni sanitarie, oltre che dei codici istitutivi degli Ordini dei medici e degli odontoiatri. Que- sti, forse, non ricordano il loro ruolo di garanti di tali principi, che hanno profonde radici nel- la storia della medicina, nella Sanità italiana e nell’evoluzione ordinistica e giurisprudenziale in materia. Quali sono, oggi, gli obiettivi più pressanti dell’Unid? Ci premono maggiormente, in questo momento, l’affermazione e la concreta presenza della pro- fessione nel Servizio Sanitario Nazionale. Solo così il cittadino potrebbe usufruire veramente e totalmente dei benefici della prevenzione, e il bilancio della Sanità ne trarrebbe sicuramente vantaggio economico. Sconfiggere l’abusivismo è un altro obiettivo, un problema soprattutto di cultura: l’Italia è ricca di abusivismo in tutti i set- tori e non è certo un Ordine o un Albo, che ancora non abbiamo, che può risolverlo. Occorrerebbe una politica seria da parte dello Stato, una volontà vera di tutto il comparto dentale, iniziando, ognuno di noi, dal proprio orti- cello. Invece di utilizzare sistemi sanzionatori si potrebbero incen- tivare i comportamenti corretti: ad esempio, sgravi fiscali per lo Studio che assume o si avvale di un collaboratore igienista “vero” pubblicizzandolo magari a gran- di caratteri. Una proposta più che obiettivo provocatorio: promuo- vere la realizzazione di registri con i nominativi degli igienisti professionisti in attesa dell’Albo a tutela dei cittadini, favorendo l’emersione dell’abusivismo. Qualcosa di cui vantarsi? È difficile rispondere a questa domanda. Però una cosa pos- so dire con certezza ed orgoglio: essere riuscito con tutta l’Unid a ridare uno stimolo positivo alla professione, creando anche una sorta di sana competizione nel mondo degli igienisti. Questo ha dato crescita, visibilità e una forza che ha fatto bene a tutto il comparto dentale. Importante, però, che la competizione non si trasformi in uno strumento di propaganda pseudo politica da parte di associazioni che si cura- no più della propria egemonia economico-politica che di mettere in atto gli istituti della negozia- zione sindacale, per promuovere opportunità professionali alla categoria. Questo noi lo stiamo facendo, rinunciando a facili editti e proclami. … e qualcosa di cui dolersi? Il problema più grande è il lavo- ro. Ancora oggi l’igienista denta- le viene in alcuni casi sottopagato. Spesso i colleghi sono costretti ad accettare ruoli differenti a costo di lavorare come assistente alla poltrona: un lavoro importante e dignitoso, ma non quello per cui hanno studiato 3 anni impegna- tivi, facendo sacrifici. Una consi- derazione irrispettosa dei ruoli e delle competenze. L’altra mancanza vergognosa è l’inserimento nel Servizio Sani- tario Nazionale. Si parla di prevenzione, di ridur- re i costi della Sanità e poi non si inserisce una figura medica che – paradosso – viene formata e pagata dallo Stato e non vie- ne usata nell’organico del S.S.N. Senza tralasciare che l’igienista costerebbe veramente poco per i benefici della popolazione. Come dico spesso, in Italia la prevenzio- ne è finta. Non si sente a disagio in una professione declinata comu- nemente al femminile? Assolutamente no, sono sempre di più gli uomini che intraprendono questa professione con dedizione. Il ruolo è nato per la donna, ma si sta evolvendo: oggi gli igienisti maschisonocircail30%.Èsucces- so il contrario per gli odontoiatri, che in passato erano prevalente- mente maschi e ora si trovano con un’alta percentuale di colleghe, senza problemi di professionalità degli uni e degli altri. Superiamo pregiudizi e luoghi comuni alme- no nella professione. Gianfranco Sorgente. Come definirebbe l’attuale rapporto odontoiatra-igieni- sta? È determinato dalle persone che lo gestiscono. Il rispetto deve essere reciproco dei ruoli senza prevaricare; anzi, integrando le rispettive competenze si possono raggiungere alti livelli di quali- tà professionale. Laddove esiste un team affiatato e di qualità, il risultatosivede.Comeassociazio- ne forniamo costantemente linee comportamentali e consulenza agli associati, e spesso anche agli odontoiatri interessati ad inserire questo profilo nel proprio team. Al di là delle persone, in cosa l’Unid si differenzia dalle altre associazioni? La parola che mi viene è “dispo- nibilità”, sicuramente per il modo di stare vicino ai colleghi. Ogni componente del direttivo è pronto a rispondere alle diverse doman- deeproblematichediunigienista dentale, anche se non socio.Nella serietà e trasparenza, nel rispet- to delle libertà decisionali, nella filosofia comportamentale comu- ne alle componenti del gruppo associativo, nella valorizzazione di chi lavora. Il nostro gruppo è una grande famiglia, e non esiste una gerarchia se non sulla carta: chiunque può collaborare con i direttivi, non bisogna fare gavetta né i portaborse a nessuno. Come vorrebbe che venisse ricordata la sua presidenza? Il mio mandato sta per finire: a dicembre avremo le elezioni del nuovo Direttivo Nazionale. Ho dedicato molto tempo all’associa- zione, senza chiedere niente in cambio. Vorrei essere ricordato come uno che ha sempre creduto in quello che ha fatto solo per la professione e veder continuare quel che si è in parte creato con la fatica di tanti colleghi, cui va il mio “grazie” per avermi suppor- tato e sopportato. Testo redatto in collaborazione con Emanuele Quaglia e Andrea Zoltan Corso per igienisti all’Università di Buffalo È nato dall’esigenza di molti professionisti di voler approfon- dire le conoscenze al di là dei modelli e dei protocolli utilizzati nella prevenzione in Italia unendoli alle novità oltreoceano, il corso che si tiene a Buffalo (New York) dal 30 luglio al 7 ago- sto. Diretto da Sebastian Ciancio e coordinato da Anna Maria Genovesi e Olivia Marchisio, è rivolto ad igienisti dentali diplo- mati/laureati o studenti dei corsi di laurea. Si avvale della col- laborazione di docenti di fama internazionale, impegnati nella didattica e ricerca. Le lezioni sono di tipo teorico (presso la sede centrale dell’Università di Buffalo) e teorico-pratico (presso la Clinica per igienisti dentali, Erie Comunity College). La Cli- nica offre ai partecipanti la possibilità di conoscere strumenti di avanguardia nel settore e tecniche di strumentazione avan- zata. Vengono presentate nuove procedure di strumentazione parodontale con tecniche e fulcri differenziati a seconda della gravità di patologia parodontale e proposti nuovi protocolli per il mantenimento del paziente parodontale. Inoltre, uso di sonde di ultima generazione per il riconoscimento del tartaro sotto- gengivale. Al termine del corso viene rilasciato un “Certificate of Attendence” da parte del Department of Maxillo-Facial Sur- gery della State University of New York at Buffalo. Per informazioni: Daniela Lazzeri - Istituto Stomatologico Tirreno Tel.: 0584.60.59.888 - Fax 0584.60.58.716 - E-mail: segreteria@covani.it Chiara Lorenzi - Tel. 339.3069046 | Olivia Marchisio - Tel. 335.8352217